Si attendeva solo la matematica e, puntuale e crudele, non si è fatta attendere più di tanto. Con la sconfitta di Verona si conclude, definitivamente, con grande rammarico, la permanenza nel secondo campionato professionistico ma le sei vittorie (ad oggi) sono davvero poche per potersi salvare in un campionato così combattuto soprattutto in coda, proviamo a ripercorrere la Storia della Mazzeo in questo campionato.
Sogno, favola questo era quello che vivevano, in un fremito di gioia, tutti i tifosi giallo neri quando il 17 luglio 2010 veniva ufficializzato l’approdo della Cestistica San Severo,per la prima volta nella sua storia, in un campionato nazionale professionisti stico: la Legadue. Il rincorrersi delle voci, delle telefonate, delle mail per avere le soffiate, vere o del tutto infondate, per sapere il nome del primo statunitense della storia della cestistica, per capire come si sarebbe mossa la società , le strategie di mercato senza, però, dimenticare che questa squadra sarebbe stata la Cenerentola del campionato e, pertanto, lottare per difendere la Legadue sarebbe stato un obiettivo importante. Il coach della Mazzeo è Franco Ciani, il quale, doveva guidare la Mazzeo nel campionato di A dilettanti; il primo americano ad approdare alla Mazzeo è Myles Mckay seguito da Delonte Holland, il colpo sul quale la Mazzeo aveva contato di fare un buon campionato, insieme ad Aaron Johnson, Donato Cutolo, Luca Ianes, Leonavicius, Ferri, Mastrangelo, Micevic e con la conferma di Chiarello si completa il roster estivo della Mazzeo impreziosito dal D.S. Crovetti che, in realtà, trova una squadra già allestista ma la sua mano si vedrà in futuro. L’esordio nel campionato, contro Scafati, inizia con una sconfitta e, insieme ad essa, serpeggia il sentore cheil gap dalle dirette concorrenti è ampio. Tutto ciò, trova conferme nella prima partita casalinga contro il Barcellona che umilia letteralmente la Mazzeo con un 63-94 che non lascia margini di repliche. Tra un sconfitta e l’altra, anche piuttosto umilianti, c’è il taglio di Holland rimpiazzato da Zanelli l’approdo del prof. Childress e la rabbia di un pubblico avvilito dalle prestazioni dei propri beniamini; dopo sei sconfitte consecutive la società esonera Ciani che viene sostituito da Bartocci il quale ha il compito di provare a plasmare una squadra a pezzi nel morale e non solo. Con l’arrivo di Bartocci, la Mazzeo ingaggia Stefanov e Dickens seguiti dai tagli di Leonavicius, Mckay, Micevic, Mastrangelo e la rescissione con Crovetti ma, nonostante tutto, la musica non cambia; la Mazzeo colleziona 12 sconfitte consecutive chiudendo il 2010 con tanto amaro in bocca. Il 2011, però, inizia col botto; come un fulmine a ciel sereno, la Mazzeo conquista la prima storica vittoria in Legadue contro Jesi seguita, successivamente, con le vittorie contro Forlì e Scafati, le quali, portano una ventata di entusiasmo visto che, l’accorciarsi della classifica in coda, riapre i giochi salvezza. La Mazzeo vince la sua ultima partita (ad oggi ndr) contro la Tuscany Pistoia di Varnado, Fucka & co. in diretta tv, nel mezzo,tante prove buone unite a sconfitte all’ultimo minuto ed il taglio di Johnson sostituito da Ferrero, il quale, doveva dare il salto di qualità a questa squadra e che invece, paradossalmente, si è trasformato nell’incognita totale. Il declino dall’ultima vittoria unito alle vittorie delle rispettive concorrenti, che sono riuscite a sconfiggere squadre sulla carta nettamente superiori ad esse, hanno portato sempre più giù la Mazzeo che domenica ha definitivamente visto materializzarsi la retrocessione. Non sono bastati il grande entusiasmo e tutti gli sforzi con la quale la società ha accettato la sfida del professionismo. Ha dovuto pagare, a caro prezzo, un progetto del tutto inadeguato al campionato che si andava ad affrontare causato certamente dall’inesperienza e che ha portato, inevitabilmente, a cambiare tanto. Una nota positiva di questo campionato va al pubblico sanseverese plaudito ad ogni fine match da tutti gli addetti ai lavori e nelle dirette tv; pubblico che non si è mai tirato indietro e, nonostante le sconfitte mortificanti e l’occupazione dell’ ultimo posto in classifica, ha fatto tanti chilometri per sostenere la propria squadra del cuore, ultima in quel di Verona, esortando i propri beniamini a non mollare mai proprio, ed è davvero il caso di sottolinearlo, come fanno loro ad esempio.