Sobbalzato dalla sedie, sbigottito e confuso. Come sempre, direte voi, ma in questo caso per la notizia della Pallacanestro Trieste 2004 sul mercato. Non è una certezza, ma un “rumor” circolato nelle ultime ore, suffragato da qualche minimo riscontro.
Piccolo passo indietro: sembra che già qualche settimana addietro, la dirigenza aveva sondato il terreno per portare a Trieste Sani Becirovic, in uscita da Forlì. Non si fece nulla, o forse non si partì neanche con una vera e propria trattativa.
Torniamo quindi all’idea primigenia: di primo acchito, il fatto che la società con a capo il Presidente Mario Ghiacci possa farsi carico di un ulteriore esborso, risulterebbe un azzardo alla luce del budget ancora non coperto per la stagione. Anzi, i più cinici e venali contabili avrebbero consigliato un’uscita importante (Holloway?), in virtù dell’ecatombe in A2 Gold (vedi Forlì e Barcellona).
Poi però matura nel sottoscritto l’idea che per due buoni motivi, affidarsi al mercato potrebbe non essere una follia.
PRIMO MOTIVO
Oggi, firmare un giocatore vorrebbe dire praticamente proporre un contratto per 4 mesi, tale per cui l’ammontare non sarebbe un bagno di sangue. Implementare il roster con competenza di livello, creerebbe un logico innalzamento dell’interesse nel popolo di appassionati, e quindi probabili incassi importanti domenicali (tali da coprire la spesa? chissà… forse anche si). Anche perchè la squadra, già in buona posizione, potrebbe ambire a conquistare i play off per la promozione in serie A. In ultima analisi, portarsi avanti con il lavoro, vorrebbe dire iscrivere un giocatore che potrebbe varare il nuovo corso per la stagione futura, quella che considero dell’ anno zero, cioè senza linfa vitale triestina (come fu quella dei Spanghero, Ruzzier e domani di Tonut).
SECONDO MOTIVO
Spiegazione più romantica barra etica: gli abbonati, già privati di una partita da calendario (vedi scontro casalingo con Forlì), forse della seconda qualora Barcellona abdicasse, avrebbero un ottimo motivo di bilanciare le “perdite” con sfide play off (eventuali) da gustarsi; un’ iniezione di ottimismo e adrenalina. Poi un lancio mediatico per una platea riconquistata a suon di risultati; portare 3500-3800 persone al Palatrieste è stata una conquista da non disperdere nei tristi “funerali” di categoria. Giocatore nuovo vuol dire obiettivi nuovi, obiettivi nuovi vogliono dire interessi rinnovati.
Posto quanto sopra descritto, il sottoscritto continua a perorare la causa “conservativa”, quella che ai romantici voli pindarici, predilige un sano realismo. Troppi sono i casi registrati negli ultimi anni di chiusure anticipate, figlie di piccoli grandi rischi presi per ambire a qualcosa di più grande. Trieste deve rendersi conto che già avere la seconda serie nazionale è un lusso che non tutti si possono permettere, mantenerla più a lungo possibile il vero obiettivo. Se poi ci fosse spazio per qualche “follia”, ben vanga… basta che sia ponderata.