Quando negli anni ’80, il Basket Brescia calcava i parquet della massima serie nazionale io non ero neanche nato, quindi non so cosa voglia dire “Vivere la Serie A”. Ma una cosa per scrivere bisogna saperla: sapere come vivere il basket. In maniera sportiva, in maniera pulita: forse con qualche rimorso, ma in maniera molto lontana da ciò che oggi per esempio è diventato il calcio, ossia di una guerra fra bande, fatta di provocazioni, notizie costruite ad arte o altro ancora.
La Serie A è sfuggita, questa sera, ma di certo la Leonessa non ha perso sul piano dello stile e della sportività.
E finché a Brescia ci saranno persone come Matteo Bonetti e Graziella Bragaglio che non perderanno la voglia lottare per arrivarci, finché a Brescia ci saranno migliaia di persone che accettano di stare in un palazzetto con 50° pur di tifare Leonessa, finché a Brescia ci saranno allenatori del calibro di Alberto Martelossi, finché a Brescia ci saranno giocatori che anche con un dito rotto scendono in campo a lottare, bé allora la piazza delle rondinelle può dormire sogni tranquilli: la massima serie è più vicina di quanto si pensi…
Infine ovunque le strade portino questi giocatori, molti dei quali giovani e con grandi speranze, l’augurio è di una sicura, ottima fortuna. Con tutta la fierezza e l’orgoglio di aver vissuto un’annata magnifica. Insomma ragazzi, grazie di cuore, di tutto.