ESCLUSIVA BASKETINSIDE – I Signori della Serie A2: Andrea “Sunshine” Pecile

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Nato a Trieste il 30 marzo del 1980. ”…Un piccolo caschetto biondo che non si fermava un attimo…… All’asilo mi distinguo già per vivacità e allegria e, fin da piccolo, ho un rapporto splendido con ogni genere di palle, palline e palloni tanto che mamma e papà mi soprannominano, in dialetto triestino, «BALETA»…” (cit. fonte sito ufficiale). Oggi ancor più di ieri è un vulcano attivo, un geyser che quando meno te lo aspetti ti sbuffa e ti sorprende, sorriso h/24 ma anche tanta classe cristallina sul legno 28×15. Ed alla fine del campionato non è mai “chiuso per ferie” e te lo ritrovi in un campo di volley vestito da “Incredibile Hulk” o a tuffarsi “de panza” presso i lidi triestini nella cosiddetta “Olimpiade della Clanfa” la sua seconda specialità dopo il cinema e l’interpretazione di Ralph Supermaxieroe! Già il basket sembrerebbe la terza, perché pur essendo per lui vita, ossigeno, vitamina, essenza allo stato puro e soprattutto il suo lavoro lo fa come se fosse un hobby pertanto con passione e con quella autenticità che rendono tutto così naturale che è sensibilmente percepibile come un raggio di sole ossia “Sunshine”, quel nick che ormai lo accompagna da qualche lustro e altrettanti vespri. Signori e signore sedetevi comodi e accomodatevi nella sdraio al mare o, se siete a casa (con il climatizzatore acceso!!), sulla chaise-longue magari in compagnia del vostro gatto, una buona birra ghiacciata (va bene anche una lattina da hard discount!) e il vostro inseparabile smartphone o tablet perché oggi vi racconto, anzi si racconta, Andrea “Sunshine” Pecile, per gli amici più intimi il “Pec”, certamente uno dei “Signori della Serie A2”! Il ritorno a casa, a Trieste, da “appena maggiorenne” ossia a 35 anni! Le tue sensazioni?Sono molto contento di giocare per la prima volta nella mia carriera per la squadra della mia città. Per tanti anni si è parlato di un possibile interessamento nei miei confronti ma non si era mai concretizzato. Quest’anno invece si sono create diverse condizioni e situazioni che si sono allineate bene cosicchè, finalmente, siamo riusciti a concludere questo contratto”.

Fonte: Dani Tejedor Fotohistorias.es – Andrea Pecile nel match Granada vs Real Madrid – 2008
Giramondo per passione e turismo nella pallacanestro ha “girovagato” tra Italia e Spagna. Dopo il settore giovanile di Trieste e soprattutto di Gorizia, ha vestito le canotte della stessa Gorizia, Pesaro, Ragusa, Granada, Siena, Avellino, Siviglia, Breogàn, Rimini e poi ancora Jesi, Bologna, Capo D’Orlando e dulcis in fundo la sua città natia Trieste. In Nazionale ha collezionato 78 presenze segnando 517 punti e partecipando ai giochi del Mediterraneo del 2005 (conquistando la medaglia d’oro grazie ad una sua tripla allo scadere contro la Grecia), agli Europei del 2001 ed ai Mondiali del 2006. Nella tua carriera hai girato in lungo e in largo tra Italia e Spagna. Tuttavia Pesaro e Granada sono le città dove complessivamente hai sistemato le valige nell’armadio più a lungo. Ci parli delle due esperienze?A Pesaro sono arrivato grazie ai diritti sportivi di Gorizia, la mia società di provenienza, e sono così andato per un anno in prestito a Ragusa (Campionato di Serie A2 ’99-’00, ndr) dove ho avuto certamente più spazio da appena dicianovenne. Poi il ritorno a Pesaro che è stata la prima società dove ho giocato ad altissimo livello disputando l’Eurolega e la Suproleague arrivando alla semifinale scudetto. Sono stati quelli i primi anni dove ho imparato tanto da grandissimi campioni e spesso riuscivo a dare anche il mio contributo. Per quanto riguarda l’esperienza spagnola, Granada, posso tranquillamente asserire che è stata la mia seconda casa. Ho avuto un grandissimo feeling sia con la gente che con l’allenatore. Ho giocato tanti anni (quattro, ndr) ed ho espresso certamente un gioco importante. I vari ritorni sia a Granada che a Pesaro si sono poi materializzati grazie a circostanze di mercato favorevoli e, di conseguenza, molto piacevoli e l’annata di Pesaro con la salvezza in serie A, all’ultima giornata, è stata un’altra bella stagione da conservare negli annali!”. Differenze tra il campionato spagnolo e quello italiano?Era già enorme quando giocavo io figuriamoci oggi! Basta guardare quali sono le squadre che stabilmente arrivano alla fase finale delle Final Four di Eurolega, che giocano per gli obiettivi di Eurocup o le altre competizioni europee è palese come purtroppo le squadre italiane siano certamente di un gradino, e oltre, più in basso rispetto al nostro campionato. Il livello del campionato spagnolo era e rimane altissimo in virtù di investimenti, soldi ed interesse!”. E lo stile di vita tra le due nazioni?Sono mediterranei come noi sia per quanto riguarda la dieta che per usi e costumi. Hanno orari differenti rispetto ai nostri perchè pranzano intorno alle 14,30/15,00 e cenano alle 22,00. Per cui ci si allenava molto tardi la sera. E’ stato per me inizialmente un problema adattarmi a queste abitudini e a questi ritmi. Tuttavia è stato poi naturale il mio ‘assestamento’ e devo dire che mi sono comunque arricchito dal punto di vista umano”. Triestino D.O.C. ma anche alcune esperienze al Sud. Parentesi Avellino e poi Ragusa e Capo D’Orlando. Come ti sei trovato?Mi sono trovato molto bene! L’unico problema è che non riuscivo mai a tornare a casa. I ritorni a casa erano ovviamente a lunga scadenza. Tuttavia per il calore e l’accoglienza della gente ogni piazza del sud mi ha regalato delle esperienze che mi sono portato e porterò sempre dentro il mio cuore, grandi amicizie che ho e continuo a coltivare negli anni. Sono veramente soddisfatto delle mie esperienze al sud!La tua esperienza in Nazionale. I tuoi ricordi, le tue emozioni o delusioni ma soprattutto quella tua tripla allo scadere che ha sancito la medaglia d’oro ai Giochi del Mediterraneo nel 2005?Fa effetto che sono passati dieci anni e da allora l’Italia non abbia più conquistato medaglie. Penso comunque che oggi la nostra Nazionale abbia gente con i requisiti e l’esperienza adeguata per colmare questa lacuna. Auguro tutto il bene di questo mondo ai ragazzi di Pianigiani e spero che riescano a portare a casa nuovamente una medaglia così ce lo togliamo dalle balle questo tabù dei Giochi del Mediterraneo! Per quanto riguarda comunque la mia esperienza in azzurro ricorderò sempre il mio esordio a Bologna, i primi raduni e la partecipazione agli Europei ed ai Mondiali. E’ stata un’esperienza fantastica che ogni giocatore sogna di poter realizzare ed io ho avuto la fortuna di averne fatto parte anche da protagonista con la giocata che è valsa la conquista di una medaglia d’oro. L’unica cosa che mi dispiace è che, per le mie ambizioni, ho giocato poco tempo in Nazionale. Avrei voluto giocare più partite ma le scelte degli allenatori che si sono susseguiti negli anni non sono coincise con le mie ambizioni”. Ci fai 3 nomi di giocatori che porterai sempre nel cuore?Cutolo, Maggioli e Joseph BlairSunshine un nick, un “modus vivendi”. Ci parli di questa tua “filosofia”?Tutto è nato da un soprannome che mi ha affibbiato Joseph Blair ai tempi di Pesaro nel 2001. Significa ‘raggio di sole’ e lo stesso Joe, dato che assomigliavo all’attore Kip Pardue che intrepretava il personaggio chiamato ‘Sunshine’ nel ‘Sapore della vittoria’ con Denzel Whashington, coniò simpaticamente e spontaneamente questo nickname. Oggi io ne ho fatto un brand per il quale voglio divulgare il concetto della serenità e della solarità”. Parlando di sorriso, sole e mare. Lignano o Capo D’Orlando? E’ deciso e conciso il Pec: “San Diego!Nel volley come ti saresti visto?Non credo proprio che avrei avuto gli stessi risultati conseguiti nella pallacanestro!” (Il riferimento è alla “stravagante partecipazione” del Pec al torneo triestino Crese Volley 2015 con il team SDS in occasione del quale ha giocato con la maschera di Hulk con pugni annessi insieme ad altri bizzarri compagni travestiti da altri personaggi dei fumetti, ndr). Giocheresti mai una partita ufficiale di pallacanestro con la maschera dell’incredibile Hulk o vestito da Ralph Supermaxieroe? Risponde sorridendo: “Se la Federazione non mi ha concesso la possibilità di giocare con la scritta ‘Sunshine’ figuriamoci se dovessi giocare vestito da Hulk o Ralph Supermaxieroe!Come la vedresti la “clanfa”, la tipica specialità triestina con il tuffo di pancia, come sport olimpico ufficiale? Ambiresti alla medaglia d’oro, categoria “mulone”?Siamo già all’ottava edizione dell’Olimpiade della Clanfa e lo dico seriamente: se c’è qualcuno nel mondo che si sente pronto a sostenere tale competizione, bene sappia già che esiste e a Trieste è ben strutturata con valide basi e tradizioni. Oggi rappresenta un pò il carnevale estivo triestino e un punto di riferimento per grandi e piccini divenendo un appuntamento ormai imprescindibile creando quella giusta atmosfera che rappresenta il marchio di Trieste!”. Il coach più influente per la tua carriera?Tonino Zorzi e Tanjevic sono stati due coach importanti per la mia formazione ma ritengo che tutti gli allenatori che ho incrociato nella mia carriera siano stati importanti perché ognuno di loro mi ha dato qualcosa che conserverò sempre nel mio bagaglio tecnico ed umano”. Ti sarebbe piaciuto essere allenato dal Pozz? Risponde un pò serio e un pò sorridendo: “No!Cosa vuoi fare da grande?Ci sono tante cose che mi piacerebbe fare. Devo ancora decidere! Per il momento penso solo a giocare e mi piacerebbe farlo il più a lungo possibile!”   DICONO DI LUI…
Fonte: Il Piccolo
Michele Maggioli (Centro di Imola): “Un amico.. è uno dei migliori compagni di squadra mai avuti! Impossibile non volergli bene, ragazzo buono, di cuore e sempre proprio sempre generoso ma soprattutto sereno! Unico difetto? S’incazza troppo se perde alla play.. Abbiamo rischiato il divorzio!”. (Precisa il “Pec” rispondendo al “Maggio”: “A Tekken perdo sempre, ma per il resto non c’è storia! Un abbraccio al Maggio!“) Cristian Mayer (DS Agrigento): “È un ragazzo fantastico, solare e positivo.. uno che migliora sempre e comunque l’umore del gruppo! Ormai ha anche una grande esperienza per cui credo che possa essere il leader giusto per una qualsiasi squadra di Serie A2 e poi è sempre un mio figliolo visto che l’ho avuto a Ragusa come compagno di squadra quando aveva solo 18 anni… infatti mi chiama Papi ahahah fantastico!”. (Il ricordo di Pecile: “Si si.. Papi è stata la prima persona che mi ha insegnato a schiacciare!”) Peppe Sindoni (DS Orlandina): “Pec è il Pete Maravich italiano. Il suo approccio alla pallacanestro è unico. Persona piacevole e giocatore con personalità come pochi!”. (Il Pec: “Onorato di questo paragone e accostamento perchè Maravich è sempre stato il mio punto di riferimento. Ringrazio Peppe per le belle parole!) Gianmarco Pozzecco (Assistant Coach Cedevita Zagabria): “Una gran persona ed un gran giocatore con marcate caratteristiche triestine…per esempio: accentuata “poca normalità”. Che chiaramente è un grandissimo pregio! E poi un messaggio in codice.. Caro Pec va in stra…mare!!!“. (Risposta affettuosa del Pec: “Ricambio… va in stra…mare!) Grazie ad Andrea Sunshine Pecile il quale, dopo averci regalato un attimo di serenità, simpatia e spontaneità, ci saluta così: “Un saluto a tutti i lettori di Basketinside ricordandovi di Stare Sereni Sempre!