Ettore Messina ha rilasciato una lunga intervista al Corriere in cui spiega il momento dell’Olimpia Milano e non solo.
Sulla striscia di vittorie consecutive dopo le numerose sconfitte:
“Le vittorie dimostrano che probabilmente non eravamo scarsi come sembravano e probabilmente non siamo forti come sembriamo oggi. Perderemo altre partite e altre ne vinceremo. Speriamo di vincere quelle che contano.”
Su Napier:
“Napier era disponibile da Natale. Potevamo prenderlo prima? Col senno di poi, si, ma credevamo che Pangos tornasse a fine gennaio e volevamo dare il giusto tempo a Mitrou-Long per crescere. Napier ha avuto il semplice merito di riportare tutti i giocatori ai loro ruoli.”
Sul duo Napier – Pangos:
“Se Napier ha avuto un grande impatto riportando tutti al loro ruolo, Pangos è rientrato dall’infortunio con un’altra mentalità rispetto alle prime partite.”
Ambizioni di Final Four ad inizio stagione, ora il folle sogno Playoffs:
“Da me per primo, stupidamente ad inizio stagione. Forse ho messo troppa pressione sui ragazzi. Playoffs ora? Vorrebbe dire entrare nella storia vincendo 13 partite di fila e conquistare i playoff dopo una rimonta dall’ultimo posto. Meglio essere realisti.”
Rimpianti:
“Tanti.”
Sulle conferme a fine stagione:
“Il finale di stagione può essere decisivo, vale per tutti, a partire da me. Non faccio distinzioni tra chi allena, chi dirige e chi gioca, tutti dobbiamo meritarci la riconferma. A fine stagione tireremo le somme. Forse avremo bisogno solamente di aggiustamenti, non rivoluzioni.”
Sul gruppo:
“Non si sono mai tirati indietro, hanno sempre lavorato duro. Ovvio ora siamo tanti e qualcuno giocherà meno. C’è più fiducia ora, con Melli e Voigtmann che uno gioca Centro come in Nazionale e l’altro apre il campo con il suo tiro. Tonut e Ricci anche hanno dato qualcosa in più. Milano è una brutta bestia, vorrei ricordare i primi mesi di Premier all’Olimpia, quando i tifosi lo prendevano di mira. Poi grazie al carattere è diventato il Premier del Billy.”
Sugli infortuni:
“Non ho mai potuto allenare la squadra che avevo in testa.”
Sul periodo nero:
“Mi chiedevo a 40 anni se Ettore Messina stato da pensionare, figurarsi ora. Soffrivo vedere giocatori che hanno vinto Final Four non capacitarsi di quello che accadeva.”
Sulle critiche anche ai veterani, Hines compreso:
“Non c’è pietà. La gente si dimentica di che persona sei. Perché Meneghin ha giocato fino a 40 anni? Non certo per i punti che segnava, ma per la sua leadership, la sua presenza. Se la gente sapesse quanto Kyle pesa nello spogliatoio, se vedesse quanto soffre quando la squadra va male, se capisse quante cose fa per il bene della squadra, allora cambierebbe atteggiamento. La gente proprio non ha memoria.”
Sulla Virtus e il suo essere etichettato come traditore dai tifosi:
“Mi dispiace tantissimo, ma non posso farci niente. Non ho tradito la Virtus, la Virtus non mi ha mai chiamato: mi ha chiamato Milano. E se i tifosi si offendono per un tatuaggio di tre centimetri fatto per scherzo con mio figlio, non è colpa mia. È una mentalità sbagliata e sì, sono molto dispiaciuto.”