EUROCUP: i risultati delle gare di ritorno dei quarti di finale

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Galatasaray Odeabank Istanbul- Fc Bayern Monaco 72-59 (23-14, 20-11,11-20,18-14)

Non deve essere così facile giocare in terra turca. Il 99- 89 dell’andata sembrava essere, per il Bayern, una sicura sufficiente ad affrontare eventuali intemperie nel secondo atto della contesa e, invece, un Gala spinto dal pubblico amico rispetta la “conditio sine qua non” (72-59) e stacca il pass per le semifinali. Gli uomini di Pesic pagano un incipit eccessivamente soft, accomodandosi in panchina al suonar della prima sirena con una già discreta china da risalire (23-14). La rotta, però, non si inverte nemmeno nel secondo quarto, con i giallo-rossi che, anzi, dilagano andando a risposo sul 43-25. E dire che la reazione ci sarebbe anche, al ritorno dagli spogliatoi. Thompson (primo realizzatore per i suoi a quota 14) e compagni, in particolare Renfroe (12) e Bryant (10), recuperano 9 lunghezze, toccando svantaggi inferiori alla doppia cifra (54-45), ma il colpo di reni non basta. Quella volpe di Ataman gioca come il topo fa col gatto e, dopo che gli avversari hanno profuso tutte le risorse in una vana rimonta, assesta il colpo del knock-out. Parziale di 18-14 e l’esito è quel che è. Sugli scudi Mc Collum, che replica i 15 dell’andata, Davis (14) e Micov, che abbassa il livello del tiro fermandosi a 12. Ma basta così. Assente ingiustificato Savanovic, che termina l’avventura europea con uno scialbo 4 che non rende giustizia alla sua manifestazione.

Galatasaray: Mc Collum 15, Davis 14, Micov 12
Monaco: Thompson 20, Savanovic 19, Renfroe 17

Strasbourg- Nizhny Novgorod 91-91 d2ts (16-24,16-21,18-19,15-10,12-12,14-5)

Non avrà sudato le proverbiali sette camicie per sbarazzarsi del belligerantissimo Nizhny Novgorod, ma, di certo, Vincent Collet ne ha dovute impiegare almeno sei. Quattro regolamentari più due supplementari. L’approdo tra le magnifiche quattro sembrava pura formalità, ma la dura legge della “spicchia” non fa sconti a nessuno. Partono subito forte gli ospiti, che irrompono nel Rhénus Sport con un malaugurante 16-24, specie se bissato dal 32-45 che manda tutti a prendere il caressiano tè caldo. Grazie ad un Rudd da 26 punti e un Mahalbasic da 20, Novgorod allunga ulteriormente il brodo (50-64 al 30’), ma Strasburgo, con un felino un moto d’oroglio, si salva in calcio d’angolo, beneficiando dello zecchino +9 dell’andata. Non basta un over-time: 77-86 e di nuovo palla al centro. La panchina senza fondo, permette ai francesi di arrivare al rush finale con più ossigeno nelle bombole e più cartucce da sparare. Basta un chirurgico 14-5 e la gara è pareggiata. Questa volte, però, niente prolungamenti. Un applauso a Weems, assoluto mattatore con 35 punti; lievitate anche le cifre delle altre due bocche di fuoco colletiane: Beaubois 17 e Collins 12. Standing-ovation per il Nizhny che saluta la compagnia a testa altissima. Calcisticamente parlando, pareggio giusto, perché perderla sarebbe stata proprio una beffa.

Strasburgo: Weems 35, Beaubois 17, Collins 12
Novgorod: Rudd 26, Mahalbasic 20, Ivlev 16

Herbalife Gran Canaria- Stelmet Zielona Gora 83-86 (24-18,21-21,25-19,13-28)

In una serata di inattesi rovesciamenti di fronte, anche lo Stelmet non sta a guardare e, battendo 83-86 Gran Canaria, porta in Polonia due punti che hanno lo stesso valore dei soldi del Monopoli, ma che, se non altro, fanno morale. Non vuole scherzi, la truppa isolana che sonda subito il terreno per un’eventuale fuga (24-18), ma le acque si stagnano già nella seconda rispresa (21-21). Al giro di boa, il tabellone luminoso segna 45-39 locale, tutto regolare. Gli uomini di Garcia Reneses, che nonostante la sconfitta conservano il grande pregio di saper scovare conigli sempre nuovi dal cilindro (oltre al solito Omic, in serata 14, c’è infatti gloria anche per un Rabaseda da 13 e un Pangos da 12), fuggono ulteriormente sul +12 (70-58), attingendo con regolarità da tutte le zone della panchina. In prossimità del traguardo, però, i canarini si adagiano fin troppo sugli allori, facendosi non solo rimontare, ma anche scavalcare. Calo di tensione adolescenziale da monitorare, ma anche perdonabile: quando lo spartito da scrivere si farà più arduo, sarà tutta un’altra musica. Onore, comunque, anche a Zielona Gora che sviluppa la sua trama offensiva sull’asse Koszarek-Moldoveanu (alla fine 15 pro capite), trovando buone soluzioni anche dall’ex-brindisino Borovnjak, che chiude i battenti con 14 punti.

Zielona Gora: Moldoveanu 15, Koszarek 15, Borovnjak 14
Gran Canaria: Omic 14, Rabaseda 13, Pangos 12