Questa sera, per la prima storica volta, Real Madrid e Zenit San Pietroburgo si sono affrontate nella capitale spagnola. Il primo match ufficiale nella storia di queste due società risale al 29/11/2019 – vinse il Real di 15, per la cronaca – ma si disputò in Russia, mentre il ritorno al Wizink Center non si giocò per il blocco della stagione di EuroLega causa Coronavirus.
Ad avere la meglio è stato il Real Madrid, che ha dunque fermato l’imbattibilità stagionale dello Zenit on the road, durata sei vittorie. Otto vittorie e sorpasso in classifica della squadra di coach Pablo Laso ai danni di quella dell’ex allenatore blaugrana Xavi Pascual.
QUINTETTO REAL: Abalde, Taylor, Deck, Randolph, Thompkins
QUINTETTO ZENIT: Pangos, Rivers, Ponitka, Thomas, Poythress
Laso schiera Abalde da playmaker, per sopperire alle rotazioni corte nel ruolo dopo la dolorosa partenza di Facundo Campazzo. Proprio l’ex Valencia segna i primi due della partita, battendo la zona schierata da Xavi Pascual. Poi è Trey Thompkins a muoversi bene tra le linee della zona e a produrre 4 punti, ma lo Zenit rimonta con Will Thomas, Mateusz Ponitka e Alex Poythress. Ma i lunghi titolari del Real, Thompkins e Randolph, mettono 7 punti sfruttando il loro immenso talento e la capacità di giocare sia spalle che fronte a canestro (13-7). Non ci stanno, gli ospiti: contro-break uguale e contrario, 7-0 firmato Rivers e Pangos! Gli strappi continuano, è il turno del Real con Abalde, Taylor e Tavares a produrre 11 punti, ma Austin Hollins, l’ex KC Rivers e Dennis Zakharov aiutano lo Zenit a ricucire fino al 24-21, punteggio sul quale si chiude il primo quarto.
Randolph segna la prima tripla di serata dall’angolo, raddoppiando il vantaggio spagnolo. Lo Zenit fatica a trovare punti nel pitturato del Real, presidiato da Edy Tavares, che anche nell’area dello Zenit fa valere tutti i suoi 220 cm d’altezza schiacciando in tap-in. Lo Zenit rimane in scia dalla lunetta, con Billy Baron bravo a sfruttare il bonus esaurito dalle Merengues dopo appena 3 minuti. Gli ospiti ora difendono a uomo, soluzione più efficace rispetto alla zona proposta nel primo tempo. Gli attacchi infatti si arenano sul 29-27, con le difese a prevalere fino alla scorribanda con gioco da 3 punti concretizzato da Sergio Llull. Secondo quarto maschio, scarseggia lo spettacolo e abbondano le imprecisioni al tiro. Ma ad essere sinceri, ottime le difese. Passano oltre due minuti di gioco dal canestro di Jeffery Taylor a quello di Usman Garuba, prima della prodezza finale di Ponitka. All’intervallo, Real avanti 36-31.
Dopo la tripla di Abalde a inaugurare l’ultimo periodo, clamoroso parziale di 9-0 Zenit ad opera di Austin Hollins, non nuovo a fiammate del genere. Laso allora richiama in campo Tavares e Taylor; lo svedese si appiccica alle caviglie di Hollins, raffreddandolo sensibilmente. Ma non si ferma la rimonta dello Zenit, improvvisamente tornato in partita anche col contributo di Zubkov e Rivers (65-56). Llull dall’altra parte sbaglia un layup comodo; il Real è in confusione, ma per lo meno regge in difesa. Pangos risponde a Llull, prima del gioco da 3 punti tutto potenza di Alberto Abalde, autore di un’ottima prestazione. Replica con la stessa giocata KC Rivers, nuovo -9 Zenit a 2’30” dalla fine. 2+1 anche per Thompkins, ma Thomas e Pangos accorciano il gap. È la triplona di Anthony Randolph a tagliare le gambe agli ospiti, che ci provano fino in fondo con Pangos ma non basta.
Vince il Real, 79-72. Lo Zenit deve mangiarsi le mani per non aver eseguito bene nei due quarti centrali, nei quali il Real ha costruito la sua vittoria.
REAL MADRID – ZENIT SAN PIETROBURGO 79 -72 (24-21; 36-31; 59-42)
PARZIALI: 24-21; 12-10; 23-11; 20-30.
TABELLINO REAL: Causeur, Randolph 12, Fernandez, Abalde 16, Laprovittola 11, Deck 2, Garuba 2, Carroll NE, Tavares 11, Llull 6, Thompkins 10, Taylor 9. Coach: Pablo Laso
TABELLINO ZENIT: Rivers 12, Zakharov 2, Pangos 12, Fridzon, Hollins 15, Thomas 5, Baron 8, Pushkov 1, Zubkov 3, Poythress 6, Ponitka 6, Gudaitis 2. Coach: Xavi Pascual
MVP BASKETINSIDE: Walter Tavares. La doppia-doppia messa a referto dal gigante capoverdiano – 11 punti e 13 rimbalzi, conditi da 3 stoppate – non rende comunque l’idea di quanto effettivamente la squadra dipenda dalla sua rim protection. Edy è ovunque e lo Zenit per due quarti sbatte contro il muro da lui innalzato in mezzo all’area. Quando è in campo lui, nel pitturato ci sono i cartelli di divieto di accesso e transito. Il numero 22 del Real ha chiaramente detto ai russi, ancora imbattuti in trasferta prima di passare da Madrid: “Not in my house“.
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