Milano perde malamente in casa contro un Barcellona che ha difeso benissimo e ha anche avuto la buona sorte di godere di molti regali al tiro da parte dei padroni di casa. Dei 37 tiri dal campo sbagliati dall’Olimpia, diversi erano presi piuttosto bene, ed è stata, quindi, solo colpa di chi li ha scoccati il fatto che non siano entrati. Diversi altri, invece, sono dovuti all’ottima difesa dei blaugrana, che ha sovrastato fisicamente le star dell’Olimpia e che, da un certo punto in poi, ha avuto l’intelligenza di commettere meno falli possibile e di cambiare il meno possibile, rendendo le cose maledettamente difficili all’attacco di casa.
Il Barcellona è una squadra che non può davvero essere limitata da alcuna difesa, perché ha troppe armi a disposizione, e autentici fuoriclasse che qualcosa di buono la combinano sempre; per questo, è necessario fare canestro per batterli. Se a Messina avessero proposto di firmare per 72 punti subiti, l’avrebbe fatto col sangue, perché il punto è che per vincere contro gli uomini di Jasikevicius è necessario segnare, e quel numero di punti, in teoria, è facilmente ottenibile da Punter, Shields e soci. Invece, l’attacco è andato in crisi di fiducia, perché spesso faceva fatica a tirare e, ancor più spesso, tirava bene ma sbagliava. Impensabile competere così.
Non è il caso di fare drammi per Milano, ma di mettere le cose in prospettiva, perché ora è più chiaro che mai che è sempre molto bello e romantico insistere sull’importanza della difesa, ma senza un livello minimo di attacco, non si vince mai. Magari questa partita servirà da lezione per come affrontare mentalmente el prossime e tirare con più convinzione e sangue freddo.
Quintetto Milano: Punter, LeDay, Micov, Roll, Hines
Quintetto Barcellona: Oriola, Albrines, Higgins, Mirotic, Calathes
Milano, dopo un’ottima difesa sul primo possesso, permette al Barcellona di giocare in scioltezza nei successivi due, e paga con 5 punti subiti. Dall’altra parte, però, gli attaccanti di casa sono bravi a trovare dei buoni mismatch per poter tirare relativamente liberi. Quando il Barcellona non può muovere la palla rapidamente e deve ragionare, va in difficoltà, mentre Milano si costruisce buoni tiri anche in queste situazioni. I milanesi, però, sbagliano un po’ troppo, così gli ospiti, pur non segnando sempre, mantengono un leggero vantaggio (6-9 dopo 4’ di gioco). È un peccato vedere Milano che difende così bene ma che non segna per colpe proprie, e non perché gli avversari contestino bene i tiri, ma magari si può sperare che, continuando a prendersi dei tiri così buoni, prima o poi la palla inizierà ad entrare con continuità. Punter, ad esempio, è 0/4 e questo Milano non se lo può proprio permettere. Messina abbassa il quintetto, con Evans da 5 e Datome da 4, ma così si perde la possibilità di tirare sopra la testa degli avversari in 1 vs 1, e insomma, come già si sapeva, il roster del Barcellona ha sempre la contromossa giusta a ogni aggiustamento di Milano, e semplicemente, l’olimpia può stare in partita se i tiri aperti o comunque scarsamente contestati che si prende, li segna. Milano non si schioda dal 6 sul tabellone, non crolla grazie all’applicazione difensiva ma sbaglia tiri che deve assolutamente segnare. Un paio di buoni canestri ottenuti da dentro l’area grazie ai movimenti dinamici di Evans e Datome aiutano la causa milanese e, a questo punto, Rodriguez cerca il più possibile di mantenere questa strategia, così almeno Milano chiude il primo quarto con un ritardo accettabile sul 12-15.
Evans colpisce anche con una tripla frontale, dopo due buone iniziative in attacco e una complessivamente buona difesa su Davies nel primo quarto. Purtroppo però deve uscire presto per un evitabile fallo in attacco, e Hines deve rientrare e viene subito punito da Davies. Milano ora cerca il più possibile di attaccare in palleggio in 1 vs 1 e subisce diversi falli, ma ovviamente non disdegna di far girare il pallone se i cambi difensivi possono portare a buone situazioni. Jasi chiama time out e chiede meno cambi possibile, i suoi eseguono ma Milano appare più in fiducia in questo momento, anche perché il Barcellona va in bonus a 7’ dal termine del quarto, e gli uomini di Messina sanno di poter continuare a cercare il fallo avversario ora più che mai. Gli ospiti vanno forte a rimbalzo offensivo e raddoppiano il portatore di palla appena possono, ma Milano mantiene i nervi saldi e appare più lucida. Purtroppo, però, arrivano altri errori su tiri comodi, così il Barcellona può produrre uno 0-10 che manda in fumo tutto ciò che di buono aveva fatto vedere Milano. L’Olimpia ritrova la via del canestro e della lunetta, ma dall’altra parte c’è un certo Mirotic, che fa letteralmente la differenza in questa fase, ben innescato da Calathes. La difesa molto intelligente degli ospiti manda fuori giri l’attacco di casa, e si va all’intervallo lungo sul 29-38. Milano ha bisogno che Punter, Rodriguez e Datome aggiustino il mirino e segnino, altrimenti non va da nessuna parte.
Milano inizia bene la ripresa, soprattutto come atteggiamento, ovvero attaccando con decisione a ogni minimo spazio che la difesa avversaria le concede. Il problema, però, ha sempre lo stesso nome, ovvero quello di Mirotic, che gioca come il fuoriclasse che è e procura ai suoi la prima doppia cifra di vantaggio sul 33-43. Almeno Punter sembra essersi sbloccato e Shields segna alla grande, e, come detto, Milano può competere solo se mette più punti sul tabellone, anche perché, al di là di Mirotic, il Barcellona ha tanti punti nelle mani ed è impensabile mettergli la museruola. Infatti si attiva Hanga per il massimo vantaggio sul 40-52, e ci vorrebbero anche i canestri di Rodriguez e/o Datome, che non arrivano. Il Barcellona, così, naviga a velocità di crociera, anche perché la sua difesa, lei sì, è davvero in grado di bloccare l’attacco milanese. Il quarto si chiude sul 44-55 e Milano paga l’1/11 da 3 e l’aver dato meno della metà degli assist rispetto al Barcellona (6 contro 13).
Quando, all’inizio dell’ultimo quarto, Mirotic è in panchina e Smits, al suo posto, banchetta agevolmente, si capisce che non è proprio serata. Si arriva al 44-60, con Calathes a 11 assist, e la gara è sostanzialmente finita qui, anche se mancano 7’. Milano non sbraca, ma il Barcellona mantiene in tranquillità il controllo della situazione, e il punteggio si fa sempre più punitivo per i padroni di casa. Milano chiude con 2/15 da 3 e la partita finisce 56-72.
A|X ARMANI EXCHANGE OLIMIA MILANO – FC BARCELONA 56-72
TABELLINO MILANO: Punter 7, LeDay 8, Micov 6, Moraschini 8, Roll, Rodriguez, Tarczewski ne, Shields 10, Brooks 2, Evans 9, Hines 4, Datome 2
TABELLINO BARCELLONA: Davies 8, Westermann 5, Hanga 11, Bolmaro, Smits 6, Oriola 6, Albrines 6, Higgins 6, Kuric 2, Claver 5, Mirotic 15, Calathes
PARZIALI: 12-15, 17-23, 15-17, 12-17
PROGRESSIVI: 12-15, 29-38, 44-55, 56-72
BASKETINSIDE MVP: Nikola Mirotic