L’Olimpia Milano di Sergio Rodriguez affronta il Real Madrid in questo venerdì di EuroLega. Dopo il butto secondo tempo ad Atene, Milano mette in scena un orribile primo tempo al Forum. L’intervallo, però, ha cambiato tutto, perché nella ripresa si è vista una Milano diversa, capace in difesa di chiudere ogni linea di passaggio e di piazzarsi col giusto equilibrio tra protezione del canestro e del perimetro, e in attacco di trovare gli spazi giusti per costruirsi buoni tiri o costringere il Real al fallo grazie a spaziature e letture finalmente corrette. Rodriguez è stato il principale trascinatore della squadra, e ci voleva proprio dopo un brutto infortunio alla caviglia occorso a Delaney, ma anche Shields è stato fondamentale e altri giocatori come Datome, Hines e Moraschini sono risultati come il perfetto complemento ai due protagonisti.
Il Real, dal canto suo, esce a testa bassa, incapace di contro aggiustarsi dopo gli aggiustamenti di Messina operati nell’intervallo e anche di mantenere lucidità, anche nell’atteggiamento e non solo dal punto di vista tecnico-tattico. Le sceneggiate di Laso e i tentativi ripetuti di furbate atte a ingannare gli arbitri sono stati indice di una mentalità antisportiva che aveva dietro la voglia di sfruttare il consolidato status di questo club con la classe arbitrale. Per fortuna, i tre arancioni di stasera non hanno ceduto alla sudditanza psicologica, e Milano ha ottenuto una vittoria meritata ed entusiasmante, con una ripresa da 47-28 da urlo.
Milano può davvero partire da questa impresa per continuare la stagione con una carica psicologica notevole. Ogni annata di successo ha bisogno della cosiddetta signature win che dia il là alla successione di risultati positivi, e questa può davvero esserlo.
Quintetto Milano: LeDay, Moraschini, Delaney, Shields, Hines
Quintetto Real Madrid: Abalde, Alocen, Deck, Garuba, Tavares
Milano tenta di interrompere la striscia vincente di 14 partite del Real Madrid negli scontri diretti. Messina esclude dal roster Moretti e inserisce Biligha, e inserisce a sorpresa Moraschini in quintetto, mentre Laso dà subito spazio ai giovani Garuba e Alocen. Entrambi gli attacchi iniziano cercando spazio vicini a canestro, ma ovviamente per Milano così è più difficile vista la presenza di Tavares sotto al proprio tabellone. Anche dall’altra parte il maggior tonnellaggio dà subito frutti, con più di un rimbalzo offensivo e la necessità della difesa milanese di lasciare più spazio sul perimetro. Hines non ci sta e ce la mette tutta per far capire a Tavares che c’è anche lui, ma non sempre riesce nel suo intento, allora porta il proprio marcatore lontano per dare più spazio alle penetrazioni degli esterni. Il problema è che lo spazio lasciato sul perimetro al Real è sempre troppo, e Abalde ne approfitta al meglio, perché la sua terza tripla dà ai suoi il 4-11. Milano sembra totalmente fuori fuoco, confusa e imprecisa, e le cose si complicano quando Delaney si scaviglia atterrando male dopo un tiro da 3, terminando qui la propria gara. In difesa, i padroni di casa hanno abbastanza voglia, ma in attacco sembrano in una situazione a metà tra il non sapere cosa fare e non crederci. Lo sforzo profuso nella propria metacampo è sufficiente per non far scappar via gli ospiti in modo preoccupante, ma in attacco il tabellone dice 6 punti segnati in 7’, ed è un mezzo miracolo che il Real non abbia più di 7 punti di vantaggio. L’uscita di Tavares aiuta i padroni di casa nel loro tentativo di rimonta, ma gli errori al tiro sono sempre troppi, compresa una schiacciata in alley hoop sbagliata malamente da Tarczewski. Thompkins sfrutta il fatto che Tarczewski non può seguirlo troppo lontano da canestro e infila due triple per l’eloquente 10-19 al termine del primo quarto. Milano ha un terribile 5/17 dal campo, mentre il Real ha 6/15 di cui 5/8 da 3, dovuto, come detto, all’eccessivo spazio sul perimetro lasciato dalla difesa milanese.
Milano è indisponente in attacco, mentre il Real continua a costruirsi tiri ottimi da 3. Tarczewski prova a non arrendersi con due schiacciate, e un antisportivo successivamente subito dallo stesso pivot può dare il là alla riscossa milanese. Invece, il basket non sarà certo una scelta esatta, ma la brutale realtà è che Messina sta subendo una pesante lezione tattica da Laso dall’inizio della partita. Sono solo le sfuriate individuali di singoli giocatori che tengono Milano a galla, ma quando il coach viene sempre più ridicolizzato col passare dei minuti, le speranze sono al lumicino. A metà quarto gli ospiti conducono comodamente per 20-31, e in realtà anche gli arbitri in alcune occasioni danno qualche aiutino ai blancos. Milano continua a non avere idea di cosa fare, mentre il Real gioca sempre con grande razionalità ed efficacia. Il 24-38 a meno di 3’ dall’intervallo lungo ne è una logica conseguenza, e non si vede una luce in fondo al tunnel, perché Milano continua a giocare come al campetto, ovvero chi ha la palla prova a battere chi lo marca col primo passo e poi vede cosa fare al momento, mentre invece il Real ha un gioco sempre più corale e organico. Si va negli spogliatoi sul 31-42 solo perché Rodriguez infila una tripla dal palleggio da casa sua. Se Messina e il suo staff non trovano velocemente delle direttive tattiche sensate da dare ai giocatori, si prospetta una disfatta di proporzioni bibliche.
L’idea di servire Hines sui tagli verticali in modo da dargli più slancio per liberarsi di Tavares, in effetti, sembra buona, così come lo è il pick n roll ben eseguito tra lo stesso Hines e Shields. Il 5-0 che ne consegue può essere importante per Milano, ma un paio di ghiotte opportunità fallite dai padroni di casa per ridurre ulteriormente lo svantaggio raffreddano gli entusiasmi. Rodriguez si danna l’anima in difesa per dare la scossa ai compagni, e gli attaccanti ospiti hanno molte meno linee di passaggio. Il Real passa oltre 3’ senza segnare, e arriva così il 38-42 che fa capire ai blancos che questo secondo tempo potrebbe avere una storia molto diversa rispetto al primo. Il digiuno di canestri viene interrotto, ma il canestro di Moraschini su un attacco in post contro Abalde fa capire che la partita è cambiata, anche grazie a uno Shields tornato finalmente se stesso dopo una partita e mezza orribili tra Atene e il primo tempo qui. I padroni di casa non riescono ad avvicinarsi oltre al -4, fino a quando Rodriguez riesce a subire fallo e a segnare i liberi per il 44-46 a meno di 4’ dal termine del quarto. Non c’è la continuità offensiva che ci vorrebbe in questo momento per Milano, ma intanto il Real continua a non trovare più gli spazi invitanti concessi dalla difesa milanese nel primo tempo, e anche quando segna, lo fa con molta più difficoltà. La fortuna dà anche una mano a Rodriguez con una tripla di tabella allo scadere dei 24”, e un altro siluro del Chacho assicura il primo sorpasso milanese sul 50-49. Il grande ex è semplicemente indemoniato, e grazie a lui e a un canestro di Roll sulla sirena, il Real ha un solo punto di vantaggio al termine del terzo quarto, sul 54-55.
Rodriguez inizia l’ultimo quarto in panchina a riposare, ma la difesa milanese ormai sembra aver preso le misure all’attacco madridista, e dall’altra parte Shields sa che deve essere leader in questo momento e inizia con un perfetto 2+1. Il Real inizia l’ultimo quarto con due triple sparacchiate malamente da Fernandez sui 24” e Laso si prende un tecnico, forse per scuotere i suoi. Entra in scena anche Datome per il 60-55 e poi per il 62-55 con due canestri identici in step back dal post alto come lui sa fare benissimo. L’attacco di Milano è ora preciso come un orologio, non solo nel costruirsi buoni tiri, ma anche nel saper creare situazioni dalle quali il Real può uscire solo commettendo fallo. Anche la difesa non scherza, concedendo solo 2 punti al Real in oltre 3’ e mezzo di gioco, e la tripla di Shields per il 66-57 è la logica conseguenza di tutto questo. Laso le prova tutte, come mandare Deck in post basso contro Datome, ma non c’è niente da fare, la difesa di casa chiude tute le porte, fino a quando Thompkins segna una tripla difficile seguita da un’altra di Campazzo in modo che, a 5’ dalla fine, sono solo 3 i punti di vantaggio per Milano sul 66-63. Non ci si poteva certo aspettare un Real arrendevole fino alla fine, ma Rodriguez ha potuto riposare abbastanza grazie ai suoi compagni e questa può essere un’arma importante. Due suoi liberi tengono il Real a distanza, un’altra tripla di Shields fa lo stesso, un rimbalzo offensivo di Hines dà un extra possesso capitalizzato con una tripla di Moraschini su assist, manco a dirlo, del Chacho, e a meno di 1’ e mezzo dal termine, Milano ha un buon vantaggio sul 74-67.Llull non ci sta e infila una tripla, ma Rodriguez non ne vuole sapere, e per il Real ormai non c’è più tempo. Campazzo tenta la furbata tirando da 3 per far credere di aver subito fallo, ma l’arbitro non ci casca e Milano vince 78-70.
A|X ARMANI EXCHANGE OLIMPIA MILANO – REAL MADRID 78-70
TABELLINO MILANO: LeDay, Moraschini 7, Roll 4, Rodriguez 25, Tarczewski 8, Biligha ne, cinciarini ne, Delaney 2, Shields 19, Brooks, Hines 4, Datome 9
TABELLINO REAL MADRID: Causeur ne, Fernandez, Abalde 14, Campazzo 5, Laprovittola 7, Alocen 2, Deck 2, Garuba 2, Tavares 6, Llull 8, Thompkins 15, Taylor 9
PARZIALI: 10-19, 21-23, 23-13, 24-15
PROGRESSIVI: 10-19, 31-42, 54-55, 78-70
BASKETINSIDE MVP: Sergio Rodriguez (25 punti, 7/11 dal campo, 8/8 ai liberi, 7 assist, 8 falli subiti, 37 di valutazione)
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