www.tditalia.eu Ci sono 3 italiani, uno in Turchia, un altro in Germania e l’ultimo in Grecia. No, non è l’inizio di una barzelletta, bensì è il quadro che si prospetta nell’Europa del basket all’inizio della stagione 2015/2016. I tre italiani sono Gigi Datome, Daniel Hackett e Niccolò Melli, tutti e tre (chi più chi meno) colonne portanti della Nazionale azzurra di coach Simone Pianigiani. Nella prossima stagione il capitano Datome vestirà la maglia del Fenerbahce, nella speranza di portare la compagine turca là dove non è mai arrivata: sul tetto d’Europa. Hackett, invece, ha lasciato l’Olimpia Milano per accasarsi al Pireo, dove, con la casacca bianco-rossa dell’Olympiacos potrà formare un tandem niente male con Spanoulis. Mentre i primi due hanno scelto di trasferirsi nell’Europa meridionale, Melli, dopo aver lasciato anch’egli la squadra di Milano, ha optato per la Mitteleuropa tedesca dove ha deciso di andare a rimpolpare il team neo campione di Germania: il Bamberg, allenato da Andrea Trinchieri. Tutti e tre i nostri italiani emigrati all’estero, dopo aver disputato l’Europeo con la maglia azzurra, si sfideranno nella massima competizione europea a livello di club, cercando di vivere gli stessi momenti di gloria che altri nostri compatrioti hanno vissuto mentre erano sparsi per l’Europa. Come punto di partenza è impossibile non citare il veneziano Cristiano Zanus Fortes, primo giocatore italiano ad essere ingaggiato da una squadra estera come comunitario quando, dopo un paio di stagioni in A2, accetta l’offerta tedesca dell’Oberelchingen. È il 1996 e, come nel calcio, si iniziano a sentire gli effetti del processo di allargamento dell’Unione Europea e (soprattutto) della sentenza Bosman. Il pivot italiano tuttavia non riesce a sfondare a causa di gravi infortuni che lo tormentano per tutta l’annata. Decide quindi di fare ritorno in patria dove prosegue la sua carriera fino al ritiro, avvenuto nel 2011. Da quel 1996 inizia un vero e proprio esodo di giocatori italiani verso l’estero. La direttrice principale di questa tendenza è quella che va verso sud, nel profondo sud dell’Europa, verso la Grecia. Proprio nella terra di Parmenide, Socrate ed Aristotele approdano rappresentanti del Bel paese del calibro di Mario Boni e Ferdinando Gentile.

Probabilmente, il fatto che tra il 1996 (quando la competizione ha assunto il nome di Eurolega) e il 2001 ben 5 squadre greche abbiano raggiunto la finale della vecchia Coppa dei Campioni è dovuto anche all’apporto dei giocatori italiani nello sviluppo di un movimento cestistico, quello greco, che ha pochi eguali nel mondo. Daniel Hackett forse spera di ripercorrere ciò che il padre di un suo ormai ex compagno di squadra, Nando Gentile, ha fatto nella penisola ellenica. Il 31enne casertano si trasferisce al Panathinaikos nel 1998, dopo aver vinto due scudetti e due Coppa Italia con la maglia della Juvecaserta e dell’Olimpia. Nel momento della maturità cestistica compie il sogno di una vita: vincere la Coppa dei Campioni, la seconda nella storia del club di Atene. Come contorno, in 3 anni conquista per tre volte di fila il campionato greco. Diversa è stata l’esperienza ellenica di Mario Boni, il quale dopo una stagione e mezza a Salonicco torna in Italia e inizia il suo peregrinare in lungo e in largo nella penisola italiana. Nella parentesi greca, Boni porta a casa una Coppa di Grecia e una Coppa Korac, ma diventa irrimediabilmente l’idolo della tifoseria, alla quale è tutt’ora molto legato.

Avaro di successi, ma ricco di emozioni è stato il quadriennio 1996-2002 di Claudio Coldebella, equamente divisosi tra AEK Atene e PAOK Salonicco. La guardia veneta ha concluso la sua esperienza all’estero con una Coppa di Grecia in bacheca e dopo aver sfiorato la conquista dell’Eurolega, persa in finale contro la sua ex squadra, la Virtus Bologna. Un altro italiano ha vissuto una bella esperienza in terra ellenica: Hugo Sconochini infatti ha vestito la maglia del Panathinaikos nella stagione 1996-1997. Ma quella in maglia verde è stata solo una piccola parentesi di una grande carriera coronata, l’anno successivo, dalla vittoria nella Coppa dei Campioni con la maglia delle Vu Nere. Quest’ultimo caso di italiano emigrato all’estero e, più precisamente, in Grecia, ci porta ad individuare una direttrice di spostamento nuova, non più rivolta verso la penisola ellenica, ma verso la Spagna. Infatti, Sconochini ha inaugurato questa nuova tendenza nel 2001 quando, ormai trentenne, ha deciso di spostarsi nella penisola iberica, andando ad ingrossare le fila del Tau Vitoria. Con i baschi ha vinto Copa del Rey e campionato, il primo nella storia del club. Dopo l’italo-argentino Sconochini, nella Liga ACB è approdato un lungo che ha fatto la storia del basket italiano: Gregor Fucka. Anche lui nel pieno della maturità cestistica ha scelto di godersi il sole e le spiagge di Barcellona per tentare l’ultimo assalto alla massima competizione europea per club, sempre sfuggitagli mentre militava in Italia. Con i blaugrana, alla fine della prima stagione, ha conquistato il triplete: Liga, Copa del Rey ed Eurolega. L’anno successivo ha aggiunto al suo palmarès un’altra Liga e la Supercoppa di Spagna. Passati un paio d’anni è stato raggiunto in Catalunia da altri due italiani: Gianluca Basile e Denis Marconato.

I tre hanno giocato solo un anno assieme, per ovvi motivi anagrafici Fucka lascerà la squadra nel 2006. Basile e Marconato hanno proseguito la loro avventura nella terra iberica, rispettivamente per 6 e 3 anni. Il pivot ha avuto la sfortuna di non riuscire a vincere nulla più che una Copa del Rey con il Barca, mentre il Baso, invece, si è laureato addirittura campione d’Europa, nel 2010, proprio agli sgoccioli della sua esperienza spagnola. Ora, grazie all’espansione di campionati come quelli francese e tedesco, le direttrici di spostamento dei giocatori italiani (e non solo) in Europa cambieranno, nella speranza che prima o poi torni il momento in cui esse saranno rivolte verso l’Italia. Del resto, la pallacanestro, come ogni altro sport, è soggetta a cicli. I nostri tre neo-emigrati, certamente sperano di ripercorrere le orme dei grandi giocatori italiani sopraccitati. Tuttavia, il gioco, i contesti, gli interpreti sono molto diversi gli uni dagli altri. Non resta che tenere d’occhio la prossima stagione di Eurolega, la quale sarà sicuramente scoppiettante.