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La strada che da Ioannina porta a Patrasso alla fine non è poi cosi lunga e, se proprio vogliamo dirlo, neanche così tortuosa. Specie se disponi di un corpo che a 14 anni conta già la bellezza di 207 centimetri, di una barba che ti fa sembrare 10 anni più “vecchio” e di un talento cristallino e pregiato che a quell’età può appartenere solo e soltanto a chi è nato per giocare la pallacanestro, farlo al miglior livello possibile e, soprattutto, contro i migliori, anche se tra te e loro ci passano 15 o 20 anni. Lefteris Mantzoukas è un ineccepibile mix tra giocatore moderno e lungo d’altri tempi, per una durezza mentale tutt’altro che facile da trovare nei talenti emergenti del basket Europeo.
Classe 2003, portato al professionismo nel 2017, quando l’attenta dirigenza del Promitheas vede in lui un potenziale gioiello per tutta la pallacanestro greca e non solo. Nello stesso anno diventa il secondo giocatore più giovane a debuttare nella massima lega greca -dietro soltanto a Georgios Papagiannis- e pochi mesi più tardi il più giovane a partire in quintetto, manco a farlo apposta contro l’Olympiacos, realizzando 12 punti in 30 minuti d’impiego.
Sembra tutto chiaro dall’inizio, numeri da capogiro con il settore giovanile, debutti e canestri anche in competizioni Europee, Champions League prima, Eurocup poi. Degne di nota le due partecipazioni agli Europei under 16 con la sua Grecia, la prima nel 2018, tanto per cambiare con e contro i più grandi, dove si mette in mostra con 9 punti e 5 rimbalzi a partita; un anno dopo affronterà l’Europeo da protagonista, trascinando gli elleni al quinto posto con 15 punti, 9 rimbalzi e 3 assist di media. La scorsa stagione in under 18 Mantzoukas domina, non solo in patria, ma anche e soprattutto nell’Adidas next-gen tournament, competizione che vede coinvolte le migliori squadre giovanili d’Europa, in cui il giovanissimo mette nel curriculum prestazioni da 22, 49 e 35 punti, rispettivamente contro i pari età del Real, Alba Berlino e Ludwigsburg. L’inarrestabile ascesa del talentino di Ioannina viene frenata dalla pandemia, fino ad arrivare in estate, quando l’Olympiacos fa di tutto per portarlo tra le sue file. Dopo una lunga telenovela, Lefteris Mantzoukas rimane a Patrasso entrando definitivamente nelle rotazioni in Eurocup.
Lo abbiamo prima definito come un perfetto mix tra lungo moderno e un lungo “vecchia scuola”, offensivamente parliamo di un prospetto con movenze di chi è nato per giocare a basket. Anno dopo anno, le sue percentuali dall’arco migliorano a vista d’occhio, dispone di una meccanica fluida, veloce, bella da vedere e soprattutto efficace, fondamentale per aprire il campo, con una capacità straordinaria nel mettere palla a terra sul primo passo se si considera l’altezza. Una velocità di piedi e d’esecuzione dei fondamentali propria di chi è cresciuto in settori giovanili di prim’ordine. Non pecca neanche nel gioco spalle a canestro, dove ha più volte dimostrato di saper cucinare quelli più piccoli con eleganti movimenti, dalla virata al post-fade, passando per un affidabile gancio.
Dall’altro lato del parquet, Mantzoukas non è assolutamente da meno: oltre a normalissime difficoltà nel tenere il primo passo degli esterni, rende difficilissimo l’attaccarlo 1 c 1 con un palleggio prolungato, anche se ha davanti una guardia. Dispone di ottimi tempi di aiuto, non commette quasi mai fallo in quest’occasione, riuscendo il più delle volte ad oscurare la visione del canestro grazie alla lunghezza delle braccia.
Aspetto che potrebbe sembrare banale ma vista l’età per niente scontato, la sua propensione nell’avere come unico obiettivo nel momento in cui parte un tiro a fare tagliafuori, indipendentemente dalla posizione in cui si trovi, senza curarsi di dove andrà il pallone. Tra le nuove leve, questo fondamentale viene troppo spesso trascurato, il greco invece sa quando e come fare tagliafuori rendendolo efficace anche su quelli più alti e più grossi di lui.
Sostanzialmente il miglioramento e le prospettive del classe 2003, passano soprattutto sulle progressioni che il ragazzo farà nel palleggio – sempre se sia possibile migliorare ulteriormente il fondamentale con quell’altezza – e nel passaggio, a volte non precisissimo, che sminuisce troppo spesso grandi idee frutto di una superiore visione del gioco.
In attesa di vederlo completo in tutti gli aspetti, ci godiamo prestazioni superlative che Lefteris sta pian piano facendo diventare più frequenti in Eurocup, come ad esempio, quella di mercoledì nella sconfitta contro Gran Canaria, col tabellino che a fine gara diceva 24 punti, 4 rimbalzi e 2 assist, con un sonoro 6/6 da 3 e il 90% dal campo.
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Gran merito dei miglioramenti di Lefteris Mantzoukas, va dato al Promitheas. Negli ultimi anni Patrasso sta diventando una fucina di talenti, costruiti da grandi allenatori e con l’occasione di giocare a livello senior con e contro giocatori grande spessore. La partita di ieri sera è emblematica: sono stati schierati ben quattro millenials: Georgios Tanoulis (’02), Nasos Bazinas (’03) e Nikolaos Vasileiou (’05) oltre ovviamente al 2003 di Ioannina.
Oltre a ciò, Lefteris Mantzoukas è quel giocatore che appartiene a coloro che hanno cominciato a mettere sin da subito le cose in chiaro anche nel mondo dei grandi. Non solo per ciò che a quest’età e con questo corpo è in grado di fare, ma per un’espressione che difficilmente vedremo cambiare, per uno sguardo da purosangue, concentrato solo ed unicamente sul proprio obiettivo senza badare troppo agli altri.
Si parla di un predestinato e non potrebbe essere altrimenti per un greco che si porta dietro la benedizione del totem Spanoulis. Le sue caratteristiche, le cifre e tutto ciò che abbiamo citato, lo rendono una delle giovani stelle più brillanti del firmamento Europeo, con tanto di Eurolega come obiettivo prossimo ma non ultimo, perché intanto, dall’altra parte dell’oceano, sono già lì a prender nota.