Abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Tommaso Marino, playmaker dei Legnano Knights. Ci ha parlato di tutto, della settimana più brutta della sua vita, del VLOG e di altri suoi progetti prossimi e futuri.
Ciao Tommy, innanzitutto grazie per la disponibilità. Mi fai un primo bilancino di questo inizio di stagione, dopo che comunque hai cambiato totalmente campionato, scegliendo di scendere di categoria dopo tanti anni.
Allora, il primo bilancio è buono perché siamo in altissima classifica. Quindi alla fine quando vinci fai bene al di là del fatto è cambiato tanto. Per il resto sì, il cambio è stato netto e cambiano parecchie cose, però alla fine la richiesta è sempre alta e quindi aumenta anche “la pressione”. Perché comunque se sei in A2 ti vengono richieste determinate cose, in B ti viene richiesto il doppio e quindi devi comunque performare al massimo per fare per fare il doppio.
Quindi tutti si aspettano che farai il doppio e in più lo devi fare perché è quello che tutti pretendono.
Però tornare a giocare come magari giocavo un po’ di anni fa con tanti palloni in mano, tanti possessi, da leader della squadra mi sta facendo divertire davvero tanto. Se mi chiedi – Pensi che un posto in A2 ci poteva essere? Ti rispondo di si – Però mi diverto a giocare qui.
In uno dei tuoi Vlog avevi detto che adesso sei arrivato a giocare senza pressioni, di quelle che avevi quando magari giocavi in categorie più alte. Quanto può aiutare questo nelle prestazioni?
Non è che non c’è pressione, è che io non la sento.
Comunque aiuta, però devi anche saperla gestire, perché non sentire la pressione non vuol dire che non te ne frega niente.
Infatti se tu ti rilassi troppo è comunque sbagliato. Perché non sentire la pressione ti fa giocare meglio, non metterti pressione da solo, non andare in acido, ansie eccetera ti fa giocare meglio. Se però esageri dall’altra parte, sottovalutando l’impegno, fare brutte figure è un attimo, in Serie B come in A2. Quindi una cosa è non metterti pressione, ma allo stesso tempo ok non metterti pressione, ma rispettare l’impegno. Comunque da professionista è assolutamente fondamentale altrimenti non si va da nessuna parte.

Apro un piccolo capitolo su Sebastiano Bianchi e su quello che è successo. Tralasciando come è stato gestito dai media, come sono stati quei giorni e se per come è andata a finire potrà darvi un ulteriore spinta emotiva?
Allora è stata è stata una settimana devastante, perché le notizie iniziali, poi non confermate e comunque poi il non sapere niente. Noi come squadra siamo andati in panico, perché poi comunque poi ci siamo dovuti allenare. E’ stata veramente una settimana tosta, io ti parlo di me e non per gli altri, ma so che anche per loro è stata così.
Io ho fatto tre notti di fila senza dormire, due notti di fila praticamente dritto dov’ero troppo in angoscia totale. E la terza notte ho dormito, ma veramente poco. E’ stato orribile, io non avevo mai provato una cosa del genere. Comunque è un tuo compagno di squadra che andava spogliatoio per tre giorni e poi c’era il posto vuoto senza saper dov’era, cosa fosse successo, e si leggevano solo cose brutte sui social, insomma era devastante.
Quando lo fai come come professionista sei tutto il giorno insieme, c’è veramente la famiglia è la tua squadra, perché tu sei sempre con la squadra. Se mi chiedi se può darci una spinta in più? Questo non lo so di sicuro. Seba per noi, dal punto di vista di leadership e di impatto sul campo è fondamentale, non possiamo fare senza di lui e quindi la spinta ce la dà solo la sua presenza, solo il fatto di esserci. Non ti so dire se prenderemo energia o meno noi, con Seba siamo un’altra squadra che per noi ci dà un impatto sia fisico che tecnico devastante, e quindi non ne possiamo fare a meno.
Da quando sei arrivato a Legnano, e parlo della tua “seconda vita” con il VLOG, hai avuto un successo molto più alto almeno a livello di numeri rispetto a quando eri a Scafati. Si può imputare che è in un certo senso ti sei, scendendo di categoria, avvicinato un po’ di più alla gente “comune”?
Non lo so sai, potrebbe essere una chiave di lettura, io non ci avevo pensato a questa cosa, però può darsi. Nel senso io faccio le stesse cose, racconto le stesse cose, però effettivamente da quando sono qua il canale è cresciuto parecchio. Ora non so dirti se il motivo è quello perché io comunque con tutti i miei difetti ho sempre cercato di essere genuino e raccontare le cose vere ed uno normale, uno “della gente”.
Non è che mi sono mai posto come grande campione del basket della NBA che vi racconta la sua vita. Io sono una persona più normale che poi incontrare per strada. Però magari ci può stare una chiave di lettura come la tua.
In tutta la tua carriera hai girato l’Italia, praticamente da nord a sud e viceversa, togliendo quando sei tornato a Siena, facendo finta che non sia esistito, hai qualche altro tipo di rimpianto per qualcosa che poteva essere qualcosa che non è stato?
Si si, ce l’ho. Quando sono andato a Teramo. Sono andato in Serie A troppo presto, con la testa che avevo mi sono un po’ bruciato quell’anno lì. Perché quando andai a Teramo, al di là del fatto che firmai un contratto lungo, che poi la società fallì, ci arrivai in un momento dove non ero abbastanza maturo tecnicamente e mentalmente e quindi, non vorrei dirti che andò male, però forse non me la giocai bene come me la sarei potuta giocare tre anni dopo. Quindi quella cosa lì è un bel dispiacere. E poi un’altra cosa che mi è dispiaciuta tanto è stato il crocevia di Ravenna. Perché al di là dell’interruzione per Covid ovviamente è stata un dramma per tutti e per ultimi i giocatori di basket ovviamente. Al di la del fatto che eravamo “lanciati”, poi non essere confermato e rimanere “a piedi” dopo una stagione del genere che forse era la migliore nella mia carriera a livello tecnico. Per me è stata una delusione enorme.
Un po’ di “non riconoscenza”?
Non ho mai parlato di riconoscenza perché alla fine sono scelte, spesso scelte che fanno la società, allenatori, però quello è un momento della mia carriera in cui sono rimasto molto male. Ricordo ancora la telefonata, ero a Ravenna in d’estate che non avevo neanche liberato la casa perché tanto ero convinto di rimanere, e invece niente.
Chiudo col basket, quanto ti manca Carmando da uno a dieci?
Eeehhh…Carmando 10…ca**o…Carmando 10.
Capitolo SLUMS DUNK, l’ultima riqualificazione avete fatto a Milano è venuta fuori una roba pazzesca, gestita bene a livello di comunicazione, altri progetti prossimi o futuri, anche qui in Italia?
Guarda qui in Italia questo progetto di riqualificazione non è finito perché comunque legato insieme c’è tutto un progetto per far avvicinare i giovani al basket e coinvolgere il quartiere. Non è fare il campo e lasciarlo lì, perché se poi tra un mese ci spacciano è come se non avessi fatto niente. Noi come SLUMS DUNK siamo tra quelli che costruiscono progetti e che creano qualcosa oltre al campo, quindi anche a Milano facciamo la stessa cosa perché costruire un campo banalmente basta trovare finanziamenti e lo fai. E la cosa più complicata poi è renderlo vivo e noi è quello che faremo, costruendo intorno un progetto che coinvolga tutto il quartiere.
Lo step successivo poi è a fine giugno andare in Cambogia perché in lì non siamo ancora andati. Ne parlavamo ieri ancora con Bruno Cerella e Chanthy (ragazza cambogiana) e che forse ce la facciamo. Comunque il progetto è nato due anni fa in cui abbiamo messo un sacco di energia, ma ancora non è tecnicamente partito quindi la Cambogia è il prossimo step. Comunque adesso siamo veramente in quattro continenti e siamo stra gasati per la Cambogia.

Sei un grande appassionato di NBA, chi vince quest’anno?
Golden State, io penso che la finale sarà Warriors – Nets, anche se Brooklyn non mi fa impazzire. Però Golden State mi sembra veramente in missione, giocano bene. Curry mi sembra al top a livello di atteggiamento, di consapevolezza e mi sembra un livello irreale di pallacanestro. Rientra Klay Thompson con Jordan Poole dalla panchina, secondo me diventano davvero illegali. Poi hanno anche vinto senza Curry che è stato fermo, credo veramente che siano al top. Mi hanno quasi fatto diventare tifoso, per quanto io sia un “Lebroniano” i Lakers quest’anno male malissimo. Tu puoi avere il talento che vuoi, ma se non difendi, se non ha un sistema difensivo diventa veramente una stagione complicata.
Domanda secca: dove ti vedi tra 5 anni?
Allora ti dico la possibilità è quella di vedermi a Milano, e che ho aperto 2/3 M4-Training – perché l’obiettivo è quello – e che con il mio brand “Zeroblasterfirm” che è cresciuto funziona alla grande mentre faccio il talent a Sky. La verità è che quando smetto mi piacerebbe fare un viaggio di un anno, prendere i due soldini che ho messo da parte e viaggiare per un anno. Ho sempre paura di rimandare e rimandare le cose che ho sempre voluto fare, e poi non le fai più.
Davvero vorrei viaggiare per un anno.
E dopo ti piacerebbe comunque restare nel mondo della pallacanestro? In uno degli ultimi video che hai pubblicato hai commentato la tua partita “alla Andrea Meneghin”
L’ho già fatto per due anni a Sky con la NCAA e il torneo Big Three…Quando smetto si vorrei rimanere nell’ambiente per certi versi si a livello comunicativo, ma a livello di campo non voglio né allenare né altre cose del genere.
Ciao Tommy e grazie per tua disponibilità e genuinità
Grazie a te e alla prossima.