Intervista esclusiva ad Achille Polonara, ala dello Zalgiris Kaunas e della nazionale azzurra. Achille Polonara ci ha raccontato la sua stagione, dal sogno azzurro agli Europei, alla EuroLega iniziata con l’Efes e terminata con i lituani dello Zalgiris Kaunas.
Stagione tortuosa con mille emozioni la tua. Il sogno Europeo, la chiamata dei campioni in carica dell’Efes poi la chance Zalgiris. Com’è stato il tutto per te, come l’hai vissuto?
“É stata una stagione particolare, perché per la prima volta ho cambiato squadra a metà anno. All’inizio con l’Efes è stato difficile, non solo per me ma un pò per tutta la squadra poi con il mio procuratore abbiamo deciso di intraprendere un altro percorso. Ho preso subito in considerazione la chiamata dello Zalgiris e devo dire mi hanno aiutato a rinascere. Mi ci è voluto un pò per ambientarmi, poi abbiamo raggiunto grandi obbiettivi quest’anno, la coppa di Lituania e i Playoffs di EuroLega e stiamo lottando per il campionato. Senza dubbio è stata un’ottima scelta.”
Cos’è stato per te l’Europeo con l’Italia? Che emozioni avete provato?
“Bellissima esperienza. Siamo un gruppo di giocatori che sono più o meno gli stessi negli ultimi 2/3 anni, con un maestro alla guida come il Poz. É un allenatore atipico, ma ti da grandissima fiducia e ti tira fuori il meglio di te. Giochi con una serenità che hai con pochi allenatori ed è anche grazie a lui che abbiamo fatto bene all’Europeo.”
Che rapporto hai con Coach Pozzecco? É veramente un allenatore dalla parte dei giocatori?
“Si, è unico in questo aspetto. Non ho mai avuto allenatori del genere. É un ex giocatore ma anche un allenatore che vuole essere un tuo fratello maggiore, darti consigli, non urlarti addosso o incuterti timore, in particolare ai più giovani. Ti da molti consigli, ti fa notare quel dettaglio in più in maniera giusta, da farti stare tranquillo. Con lui hai grande fiducia, è un mood positivo all’interno del gruppo che aiuta tanto la squadra.”
Avete battuto la Serbia strafavorita, una vittoria che ha “shockato” il mondo europeo della pallacanestro.
“É stato molto bello. Avevamo ancora i ricordi della vittoria a Belgrado in Serbia dove nessuno credeva in noi e dove poi quella vittoria ci ha portato a fare una grande Olimpiade. Abbiamo affrontato la Serbia consapevoli di quanto sia forte e di quanto sia una grande squadra, abbiamo pensato di entrare in campo e dare tutto quello che avevamo perché non c’era nulla da perdere. Questo era il nostro atteggiamento, poi alla fine alzavamo lo sguardo e vedevamo il punteggio al tabellone. Siamo entrati in campo “cazzuti” consapevoli di dover giocare la partita perfetta, anche perché di fronte avevamo anche Nikola Jokic, e così è stato.”
Quella Serbia aveva un Nikola Jokic che ora sta dominando in NBA. Che impressione ti ha fatto? É veramente come dice Kevin Durant, ovvero una stella diversa da tutte le altre che sembra “passeggiare” o non fare la cosa giusta per poi puntualmente segnare o inventare per i suoi compagni?
“É un giocatore che spesso ha un body language che sembra sbagliato, sembra camminare svogliato e poi ha quel talento lì che è unico. Può fare quello che vuole, ha letture di gioco incredibili, essendo un play aggiunto nel gioco che sia con i Nuggets che con la Serbia. Ha un tocco unico sotto canestro, tira bene da 3 punti, può fare quello che vuole. Con giocatori come lui o Giannis Antetokounmpo ad esempio, non basta un solo giocatore per limitarli, è necessario un lavoro di squadra eccezionale.”
Tornando alla tua stagione, perché non è andata secondo te con l’Efes?
“É stata una stagione travagliata in generale. Molti giocatori sono rimasti dalle annate precedenti, hanno aggiunto giocatori di livello assoluto come Clyburn che ha giocato le Final Four o Zizic che ha giocato le NBA Finals con LeBron James, ma per vari motivi non c’è stata la qualificazione ai Playoffs di EuroLega che sembra assurdo con un roster del genere. Ci sono quelle stagioni “travagliate” poi anche Larkin fuori fine dicembre non ha aiutato, essendo un giocatore fondamentale per l’Efes. Purtroppo, non sempre il più forte vince.”
Coach Ataman. Che tipo di allenatore è e com’era il tuo rapporto con lui?
“É un allenatore bravissimo, di assoluto livello e grande esperienza. Quest’anno ha dato tutto se stesso, purtroppo però le cose non sono andate, stagioni così possono capitare anche squadre di alto livello come l’Anadolu Efes.“
Può essere l’allenatore giusto per la rinascita del Panathinaikos?
“Il Panathinaikos è una squadra storica dell’EuroLega e i tifosi si aspettano sempre tanto. Può essere l’uomo giusto, ha vinto tanto ed ha tanta esperienza. Gli ultimi anni non sono stati brillanti per il Panathinaikos ma lui può essere l’uomo giusto per farli risalire.”
Poi al centro di mille rumors. Virtus Bologna, Stella Rossa… cosa c’era di vero in tutte queste voci?
“C’era un fortissimo interesse da parte della Stella Rossa. Da parte mia avevo preso in considerazione questa ipotesi, anche perché avevo già lavorato con Dusko Ivanovic col Baskonia e mi ero trovato molto bene con lui. C’era forte interesse da entrambe le parti, poi col fatto che la Stella Rossa abbia ricevuto il ban per registrare nuovi giocatori, come successo con Facundo Campazzo, non se ne è fatto più nulla. Sì, eravamo vicinissimi.”
Zalgiris Kaunas. É stata la scelta giusta?
“Assolutamente. É un club che ha grande ambizione, vuole fare bene e che ha avuto tanta voglia di rivalsa dopo la scorsa stagione in EuroLega. Abbiamo un allenatore alla prima esperienza in EuroLega (Kazys Maksvytis) che però sa gestire bene la squadra e ci ha dato tanto. Rifarei assolutamente questa scelta.”
Come ti trovi con Coach Kazys Maksvytis?
“Bene! Ha capito che all’inizio avevo bisogno di un pò di adattamento perché non avevo mai cambiato squadra a metà stagione. Mi è stato molto d’aiuto, mi ha dato fiducia e non posso solo che ringraziarlo di questo.”
Descrivici cos’è lo Zalgiris. Perché tutti gli anni sono in grado di compiere “miracoli sportivi” partendo contro i pronostici iniziali e perché quest’ambiente è così speciale?
“In Lituania il basket è una religione e lo Zalgiris è la squadra più seguita e tifata. Lo Zalgiris è più di una squadra per tantissimi, non solo per gli abitanti di Kaunas, basti vedere il palazzetto sempre pienissimo con gente che fa ore di macchina per venire a vedere lo Zalgiris. Venire al palazzetto è una festa per i lituani. Quando sono arrivato era il 9 Gennaio e lo Zalgiris pubblicizzava le partite e la vendita di biglietti per fine marzo… tutto il resto prima era sold-out, non ho mai visto nulla così in tutta Europa, incredibile.”
Com’è vivere in Lituania?
“Situazione ideale per un giocatore. Non hai molte distrazioni, puoi focalizzarti sul basket, senti il calore della gente ovunque. Sui social la gente ti supporta sempre, mai insulti. Tanti tifosi e tante squadre dovrebbero imparare molto da questa mentalità…”
Stai seguendo il campionato italiano? Che idea ti sei fatto, pronosticabile finale Olimpia Milano-Virtus Bologna o vedi qualche sorpresa?
“Sto seguendo, in particolare la Dinamo a cui sono molto affezionato. Ho visto le partite dei miei amici a Venezia, dove ci sono Spissu e Moraschini e quando riesco guardo sempre le partite dei Playoffs italiani. Non è scontata una finale Milano-Bologna, ogni partita c’è una sorpresa, basti vedere quant’era partita forte Venezia. I Playoffs sono un campionato a parte, dove la fiducia fa tanto e ti può far vincere la serie.”
Rivedi Achille Polonara protagonista del campionato italiano o ti vedi sempre in un campionato estero?
“Prima o poi tornerò in Italia sicuramente, non credo di finire la mia carriera all’estero. Quando? Onestamente non lo so, magari vale la pena quest’estate o altrimenti in futuro… il desiderio di tornare in Italia c’è, arriverà questo momento.”
Dove si vede Achille Polonara fra 10 anni? Sempre nel mondo del basket?
“Fra 10 anni no.. (ride ndr.) Spesso mi viene in mente di pensare cosa farò una volta che smetterò di giocare a basket, che sarà sicuramente prima di 10 anni. Non so ancora cosa farò, non sono sicuro di rimanere di nel mondo del basket. Sono 70% per il no, 30% per il sì, nonostante sia presto per dirlo. Forse fra 6 mesi cambierò idea, ma al momento è questo il mio pensiero.”
Concludiamo con il miglior coach mai avuto da Achille Polonara.
“Due allenatori. Gianmarco Pozzecco, che reputo come un fratello maggiore, sia per come mi ci sono trovato sia come persona. L’altro è Dusko Ivanovic, è l’allenatore con cui ho fatto la mia miglior stagione in carriera al Baskonia, mi ha dato una grandissima fiducia. In quell’anno sono stato il giocatore più impiegato dell’intera EuroLega, mi ha fatto giocare forse anche quando non meritavo. Ho avuto altri allenatori importanti, ma questi sono senza dubbio i primi 2 nomi che mi vengono in mente.”
English version of Achille Polonara interview.