La Paffoni Omegna conquista la finale di Coppa Italia di serie B battendo la Fiorentina in una gara piuttosto equilibrata soltanto per i primi dieci minuti passati i quali è emerso il grande potenziale della formazione guidata da coach Ghizzinardi che domani proverà a bissare il successo di un anno fa, stavolta con Cesena come avversario.
CRONACA – La gara comincia a ritmi non molto alti con Omegna che si porta subito sul 5-0 ma Firenze è brava a ricucire lo strappo e ad andare per la prima volta avanti sul 9-10 con un bel canestro di Savoldelli. A questo punto c’è un parziale di 6-0 messo a segno dalla Paffoni grazie alle segnature di Arrigoni ma i toscani con Genovese tornano sotto e solo una tripla sulla sirena di Cantone li ricaccia a -5 al termine del primo quarto (20-15). L’avvio di secondo periodo è tutto di marca piemontese con Balanzoni e soprattutto Scali (due triple di fila dall’angolo) protagonisti per il 34-22 al 15′ in una partita che mostra giocate tecniche di un certo livello con una squadra, quella di coach Ghizzinardi, al momento decisamente più efficace. Balanzoni (14 punti con 7/9 da due a metà gara) resta un rebus irrisolvibile per la difesa di Firenze che non riesce a fermarlo anche a causa dell’uscita di Cuccarolo (tre falli) e così la Paffoni vola addirittura sul +17 all’intervallo (45-28). Alla ripresa del gioco le cose non cambiano con Omegna che anzi è ancora più aggressiva in difesa concedendo praticamente nulla agli avversari portandosi sul 55-33 al 24′. Firenze ci prova e torna a-16 alla fine del terzo periodo che si conclude sul punteggio di 61-45. Nell’ultimo quarto sembra non esserci molto da raccontare ma improvvisamente si spegne la luce in casa Paffoni mentre i viola toscani ci credono e si riportano a -8 a due minuti dal termine quando una bella azione chiusa dal solito eccellente Balanzoni (25 con 12/15 da due) mette la parola fine alla sfida che termina col punteggio di 79-68. Da evidenziare infine che la squadra allenata da coach Ghizzinardi è sembrata nettamente più a suo agio ad affrontare il doppio impegno ravvicinato cosa che non ha digerito una Firenze oggi poco pronta e reattiva.
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