Qui il recap e il tabellino della semifinale di ieri sera tra CSKA ed Efes, rematch della finalissima del 2019.
CSKA Mosca
Iffe Lundberg: 7. Produce 15 punti in appena 13 minuti spesi sul parquet. Troppo pochi, si direbbe… I falli lo condizionano, ma encomiabile l’aggressività dell’ex Zielona Gora sui due lati del campo. Marcare Micic, Larkin e Beaubois non è affatto semplice, ma con lui in campo il CSKA ne giova in termini di energia e vivacità.
Joel Bolomboy: ne.
Darrun Hilliard: 4. 0 punti, 0/4 dal campo, compreso lo scellerato airball a 10″ dalla fine, sul -1, che ha poi spalancato le porte del contropiede a Larkin. Assente ingiustificato.
Ivan Ukhov: 6,5. Itoudis ha dovuto necessariamente allungare le rotazioni degli esterni, considerata la performance a dir poco scadente del sopracitato Hilliard. Il gregario Ukhov ha risposto presente, segnando 8 preziosissimi punti e difendendo con dedizione.
Daniel Hackett: 7. Dinnanzi a sé ha l’MVP della stagione di EuroLega, ma è risaputo che Daniel Hackett non ha paura di niente e nessuno. Micic dipinge pallacanestro, ma l’Azzurro difende in maniera competente, al massimo delle sue possibilità. Semplicemente, il serbo è un fuoriclasse. Daniel ha comunque il merito di farlo uscire anzitempo per falli e di essere per lunghi tratti l’anima della squadra, come certificato dai 17 punti segnati.

Semen Antonov: sv. 4’34” abbastanza anonimi per l’altro gregario russo.
Janis Strelnieks: 6. Si fa apprezzare per un recupero convertito in 2 punti e gli inseguimenti sui blocchi sulle tracce del fromboliere Larkin. Itoudis però gli concede solamente 5 minuti sul parquet. A nostro giudizio, avrebbe meritato maggiore spazio e con lui in campo il CSKA avrebbe potuto creare qualche grattacapo in più all’Efes.
Johannes Voigtmann: 5,5. Il lungo tedesco gioca sostanzialmente tutta la partita, ma incide troppo poco. Prende appena 3 tiri (segnandone 2), non riesce ad aprire più di tanto il campo e in difesa viene spesso e volentieri imbarazzato dai giochi a due tra Micic e Sanli. Serviva un Voigtmann meno timido.
Will Clyburn: 7,5. L’MVP della Final Four 2019 vuole replicare lo stesso tipo di prestazione che fece malissimo alla squadra di Ataman nella finalissima di due anni fa. E per lunghi tratti ci riesce anche: i suoi 26 punti con 7 rimbalzi e 34 di valutazione rappresentano un losing effort notevole, ma stavolta è troppo solo. Mezzo voto in meno per quella tripla presa da quasi 8 metri a 3″ dalla fine che avrebbe potuto regalare la finale al CSKA; soluzione pigra e senza ritmo.
Tornike Shengelia: 4. Siamo generosi a dare 4 al georgiano, che (suo malgrado) riesce a causare più danni di Hilliard alla corazzata di Itoudis. Costantemente battezzato dalla difesa Efes, l’ala forte del CSKA fatica a vedere il ferro dalla medio/lunga distanza. Dovrebbe essere la star e il trascinatore della squadra insieme a Clyburn, ma la verità è che Toko non ha proprio brillato nella serata di Colonia.

Nikita Kurbanov: 5. Il capitano delude. Perde nettamente il duello tra numeri 44 con Kruno Simon e risulta meno presente del solito, lui che solitamente è ovunque.
Michael Eric: sv. Parte titolare, ma lo si vede solamente per i primi 3 minuti del match, nei quali pasticcia. Itoudis lo panchina non ritenendolo adeguato al contesto di serata. Tuttavia, la presenza muscolare del nigeriano nel pitturato del CSKA avrebbe potuto chiudere alcune delle voragini che si sono aperte nel corso del match nella difesa degli ormai ex campioni in carica.
Coach Dimitris Itoudis: 5,5. Lungi da noi criticare un allenatore del calibro di Itoudis, ma non hanno convinto alcune scelte. Eric non è Milutinov, ma in area poteva garantire sostanza e contrastare Sanli. Strelnieks come detto meritava maggiore spazio, così come è difficile comprendere come mai Hackett sia stato panchinato negli ultimi tre, decisivi minuti in favore di un Hilliard totalmente fuori dal match. Allo stesso modo, la rimessa finale non ha costruito un tiro ad alta percentuale. Poteva sicuramente giocarsela meglio il CSKA, ma va dato atto alla squadra di essere andata a un passo dal vincere una partita che a fine terzo periodo sembrava finita, sul +21 Efes.
Efes Istanbul
Shane Larkin: 5,5. Più ombre che luci, nonostante la doppia cifra personale. Sparacchia da fuori e alterna guizzi dei suoi a palle perse sintomatiche di una brillantezza ancora lontana da quella della scorsa stagione. Nella finalissima di domenica sera servirà un contributo maggiore da parte sua.
Rodrigue Beaubois: 7. Gioca una partita consistente, non solo in attacco dove è letale sin dalle prime battute del match, ma anche in difesa. Al contrario di Larkin, il rendimento e la fiducia sono in costante ascesa rispetto allo scorso anno.
Chris Singleton: 6,5. L’uomo che ha portato l’Efes alle Final Four di Colonia non si erge a protagonista come nella decisiva gara 5 playoff contro il Real Madrid, ma non fa mancare il suo preziosissimo contributo in termini di lavoro sporco, difesa, blocchi e tutto quello di cui la squadra ha bisogno. Vince il duello con Shengelia, completamente annientato. Prezioso come sempre, l’ex Pana.
Dogus Balbay: sv. Solo 8″ ingiudicabili per il capitano dell’Efes, vittorioso sul CSKA.
Sertac Sanli: 7,5. Non fosse per Micic, staremmo parlando di Sanli come dell’MVP della partita. Ma va anche detto che senza gli assist di Micic, Sanli non concluderebbe gli svariati pick’n roll con l’efficacia di questa sera – 19 punti con 6/8 da 2 e 7/7 dalla linea della carità. Aggiunge anche 8 rimbalzi e 3 stoppate, facendo il bello e il cattivo tempo nella sua area e in quella avversaria. Se esistesse il premio al giocatore “più migliorato” anche in EuroLega, il centrone turco sarebbe senz’altro un forte candidato.

Adrien Moerman: 6. Senza infamia e senza lode; Ataman riesce a dare riposo a Singleton con lui in campo, senza perdere efficacia. Finisce sul poster di Will Clyburn, ma in quel caso nemmeno il miglior stoppatore della storia dell’EuroLega – il suo compagno, Bryant Dunston – avrebbe potuto fermare il #21 del CSKA.
Bugrahan Tuncer: ne.
Tibor Pleiss: ne.
Vasilije Micic: 8,5. Godiamocelo per un’ultima volta, prima che spicchi definitivamente il volo verso una dimensione che più gli appartiene: la NBA. 25 punti, 6 assist e il solito controllo totale sulla squadra. Immarcabile la sua interpretazione del pick’n roll. MVP della stagione non per caso, ora vuole andare a caccia anche dell’MVP delle Final Four. Ma soprattutto, di quella coppa che tanto vorrebbe alzare prima di sorvolare l’oceano in direzione Oklahoma City.

James Anderson: 6. Lo si nota davvero poco, ma vale lo stesso discorso fatto con Moerman: si rende utile come può e come Ataman gli chiede, sacrificandosi soprattutto in difesa.
Bryant Dunston: 6. Gioca poco considerato il partitone del compagno di reparto Sanli, ma la sua sola presenza in campo dà sicurezza ai compagni.
Krunoslav Simon: 7. Il croato disputa la solita partita totale, da equilibratore della squadra. Punti, rimbalzi, playmaking soprattutto in un finale concitato che Micic ha dovuto vivere da spettatore. Principesco come sempre, segnaliamo in particolare un canestro in gancio appoggiato al tabellone che è un autentico colpo da biliardo.
Coach Ergin Ataman: 6,5. Il suo Efes vendica la sconfitta patita nella finale di due anni fa e si regala una ghiotta, seconda opportunità. Vittoria complessivamente meritata, ma desta preoccupazione la tenuta mentale della squadra nei finali di partita. La serie contro il Real ha fatto suonare diversi campanelli d’allarme, tornati a trillare violentemente oggi. Servirà mantenere i nervi saldi e maggiore concentrazione per tutti i 40 minuti domenica, onde evitare spiacevoli, cocenti delusioni.