Convocati:
Kyrie Irving
Kyle Lowry
Jimmy Butler
DeMar DeRozan
Klay Thompson
Carmelo Anthony
Harrison Barnes
Kevin Durant
Paul George
Draymond Green
DeMarcus Cousins
DeAndre Jordan
Coach: Mike Krzyzewski
14 ori su 17 edizioni, 130 vittorie su 135 partite: la storia di Team USA alle Olimpiadi parla chiaro, non si accontenterà di un secondo posto, è la favorita d’obbligo anche quest’anno e tutte le altre nazionali partiranno in seconda fila.
LeBron e Curry, protagonisti delle ultime Finals NBA, hanno rinunciato per prendersi qualche settimana di riposo in più, in vista della prossima stagione: se da una parte sarà un peccato non vedere le due leggende insieme, dall’altro non può essere una scusa per coach K. L’Head Coach di Duke University può infatti comunque contare su un chiacchieratissimo Durant, un Irving che si vuole confermare, dopo il premio di MVP all’ultimo Mondiale e su un inossidabile Anthony, un vero rebus a livello FIBA. A contorno, “comprimari” (argh) del calibro di Butler, Thompson, Lowry, Green, Cousins che, subentrando dalla panchina, potrebbero senza problemi lottare per l’oro olimpico. Da non tralasciare, anche sotto il profilo emozionale, la presenza di Paul George, che ha accettato la chiamata di Team USA a due anni dalla terribile frattura della gamba sinistra, subita durante la preparazione di Spagna 2014.
L’ostacolo tra Team USA e il diciottesimo oro potrebbe essere la chimica di gruppo: il leader designato non può che essere Kevin Durant, ma il suo clamoroso trasferimento a Golden State potrebbe sviarlo dall’obiettivo a cinque cerchi.
Tiratori dalla lunga distanza, specialisti difensivi sul perimetro e intimidatori d’area: non vederli con la medaglia d’oro il 21 agosto alla Arena 1 di Rio, sarebbe uno shock, sulla carta un euro scommesso su di loro è speso bene, anche se paga meno di un deposito bancario.