Aria di “rebuilding” a New Orleans: Gordon ed Evans in partenza?

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nyloncalculus.com

Con la Trade deadline distante ormai poco più di un mese, molte indiscrezioni sul mercato NBA vedono come protagonisti i New Orleans Pelicans. La franchigia della Louisiana sta affrontando una regular season sicuramente difficile, tanto da trovarsi al penultimo posto (record 11-24) di una Western Conference che si sta dimostrando meno equilibrata del solito, con i Golden State Warriors e i San Antonio Spurs al comando e gli Utah Jazz che chiudono la zona valevole per un posto ai Playoffs con un record al di sotto del 50% di vittorie (16-20). Ed è proprio per questo motivo che la società di coach Alvin Gentry potrà essere partecipante ad una lotta fra un numero considerevole di squadre per conquistare un posto nella postseason, e per diventare protagonista di questo rush finale è pronta a muoversi sul mercato.

La strategia di mercato attuata dai Pelicans prevede di rafforzare la squadra attorno all’asse play-pivot formato da Jrue Holiday ed Anthony Davis, e pur di aggiungere giocatori di spessore al roster, la franchigia sarebbe disposta a privarsi di pedine importanti dello starting five a disposizione di coach Gentry, ossia Eric Gordon e Tyreke Evans. Entrambi i giocatori possiedono contratti importanti ed il loro coinvolgimento in una trade potrebbe portare allo Smoothie King Center proprio i giocatori di spessore richiesti da Alvin Gentry – si parla di uno scambio che comporterebbe la cessione di Ryan Anderson ed Eric Gordon per ingaggiare Rudy Gay dai Sacramento Kings – inoltre una loro cessione libererebbe spazio importante nel salary cap da utilizzare nella prossima free agency. Altri possibili partenti sono proprio Ryan Anderson, free agent nella prossima estate, e Omer Asik, che non corrisponde allo stile di gioco proposto da coach Gentry. I Pelicans, perciò, avranno la possibilità di affrontare la prossima free agency con almeno 25 milioni di spazio salariale, in modo da poter acquisire pedine importanti che possano consentire a Davis e compagni di competere a livelli superiori.