La NBA si è espressa in maniera decisa e per vie ufficiali contro la nuova legge emanata mercoledì in North Carolina, stato dove è previsto il prossimo All-Star Game nel febbraio del 2017.
Il Public Facilities Privacy & Security Act entrato in vigore due giorni fa, impone che ciascun individuo utilizzi i servizi pubblici seguendo il proprio sesso biologico, non tenendo quindi in considerazione le comunità LGBT.
La Lega, che da anni supporta l’inclusione e le diversità di ogni genere, è subito intervenuta per chiarire la questione, con queste parole:
“La NBA si impegna da sempre alla creazione di un ambiente favorevole per chiunque partecipi alle partite e agli eventi. Siamo profondamente preoccupati di questa nuova legge discirminatoria, in quanto va contro i nostri principi di uguaglianza e reciproco rispetto: non sappiamo ancora quale impatto potrà avere sulla regolare organizzazione dell’All-Star Game 2017 nella città di Charlotte.”
La sensazione è che la NBA possa realmente togliere a Charlotte, che aveva stimato il giro d’affari del weekend delle stelle in circa 106 milioni di dollari, l’organizzazione dell’evento, in caso la legge non venga modificata.
I precedenti sono infatti due: uno andato a buon fine, con una legge molto simile dell’Indiana dello scorso anno, che però venne modificata e permetterà quindi il regolare svolgimento delle Final Four NCAA femminili ad aprile, e invece il Super Bowl 1993 revocato a Phoenix, quando gli abitanti dell’Arizona votarono per l’abrogazione del Martin Luther King Day.
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