Ci sono 4 italiani nella National Basketball Association. Uno di loro è nuovo, altri due hanno cambiato squadra, l’altro invece è come se l’avesse fatto. Andiamo ad analizzare l’imminente futuro a stelle e strisce dei talenti nostrani. GIGI DATOME outdoorblog.it Dopo una grandiosa stagione nel Campionato Italiano che gli è valsa l’MVP e l’apparizione nelle finali di scudetto, il futuro di Gigi Datome, come ormai tutti sanno, sarà a Detroit. “Ho deciso di diventare un giocatore dei Detroit Pistons. Penso che possa essere il posto giusto per permettermi di fare un ulteriore salto di qualità nella mia carriera e per realizzare il sogno di una vita. Sono molto eccitato all’idea di unirmi al gruppo dei giocatori di Detroit. Voglio ringraziare la mia famiglia, il Presidente Toti, tutta la Virtus Roma e con lei i suoi tifosi per il loro continuo supporto e augurare alla Virtus il meglio per il futuro”. Con questo annuncio via Facebook, l’Ala Sarda ha comunicato la sua scelta di sbarcare nella NBA con la gloriosa maglia dei Pistons, diventa così il quarto italiano nella lega americana, il sesto nella storia. La squadra è giovane, ma difficilmente partirà titolare, anche se con questo roster ha la possibilità di ritagliarsi un buon minutaggio, se la dovrà battagliare con Josh Smith (che può giocare da 3), Singler e Jerebko. Se riuscirà a utilizzare il suo grande talento nel modo giusto, e aggiungendo anche che non risente nessuna pressione dei media, visto che non è stato draftato ma firmato in sordina, il suo futuro è sereno: un’ala con un buon tiro da tre e la capacità di mettere giù il pallone, qualità che possiedono soprattutto i big men made in Europe. Il contratto è di 2 anni, 3.5 milioni di dollari complessivi, bella presa, considerando anche che si parlava di cifre e anni inferiori. Diventa così il quarto italiano nella lega americana, il sesto nella storia. MARCO BELINELLIbleacherreport.com Sorprendenti Spurs: dopo aver rifirmato Ginobili e Splitter, si sono accordati con Marco per un biennale da 6 milioni. Una volta saputa la non disponibilità di Gary Neal al rinnovo, San Antonio si è subito buttata sull’ormai ex Bulls che ha rinunciato ad un più remunerativo a Cleaveland pur di giocare in una contender. Nel mentre a Chicago, stessi termini di contratto per Dunleavy, che sostituirà il Beli nel ruolo di Guardia dalla panca. Alla quinta squadra diversa, confermando la sua scelta di voler essere journeyman di lusso, dopo l’esperienza con un allenatore esigente come Thibodeau, si sente pronto per affrontare coach Popovich: serbo di nascita, Pop ha sempre apprezzato i giocatori tecnici di scuola europea ed i tiratori dal perimetro sono un must per i suoi schemi di gioco. Marco andrà a rimpolpare il reparto esterni raggiungendo Parker, Ginobili, Green e Leonard. Si riunirà con Manu Ginobili dopo ben 11 anni, la guardia Bolognese, infatti, fu in squadra con l’Argentino nella stagione 2002-2003, con la maglia della Virtus. Già un punto in più per ottenere fiducia nei suoi compagni. Sarà comunque molto difficile guadagnarsi uno spazio adeguato per mettersi in luce, ma noi conosciamo il Beli, a lui le sfide piacciono, e se ce l’ha fatta a Chicago, ce la può fare ovunque. ANDREA BARGNANIthesportsquotient.com Dopo 7 anni a Toronto, il “matrimonio” tra il Mago e la società canadese finalmente si è interrotto. Anni magri di soddisfazioni ormai da lasciare alle spalle. Andrea andrà ai Knicks dopo un accordo con i Raptors in cui sono coinvolti anche Steve Novak e Marcus Camby + due scelte. Giocherà insieme a Carmelo Anthony e a Tyson Chandler, centro complementare per il suo gioco. Bisogna invece vedere la situazione Stoudemire, che resterà a NY, e per Bargnani, il tutto potrebbe diventare un po’ più complicato. New York sarebbe comunque la piazza perfetta per rinascere, perché quello che fai ai Knicks vale il doppio rispetto agli stessi punti fatti a Charlotte, Milwaukee o posti simili: soprattutto nel caso in cui New York dovesse ambire a qualcosa di importante. Chiaro che questa occasione, dopo le ultime stagioni incolori minate dai problemi fisici, deve essere sfruttata per dimostrare agli haters canadesi, e non solo, che meritava, se non la prima scelta, una delle prime 3 nel Draft 2006. DANILO GALLINARIdanilogallinari.it Si può rivoluzionare una franchigia anche se vieni dalla miglior stagione della tua storia? Secondo il buonsenso, no. Ma Josh Kroenke, presidente dei Denver Nuggets, risponderebbe senz’altro di sì. Via il g.m. Masai Ujiri, miglior dirigente dell’anno passato, ora ai Raptors. E via soprattutto George Karl, il coach dell’anno, nonostante il suo accordo scadesse nel 2014. Il Gallo invece rimane, e ritornerà a dicembre, ma cosa si ritroverà davanti? È sempre la sua vecchia squadra, quella per cui gioca dal 2011, dopo essere stato trasferito da New York in quella mega-trade che ha portato Anthony ai Knicks, ma molto è cambiato. Danilo dovrà essere pronto sin dalla prima partita dopo il suo ritorno, contando anche che i Nuggets sono una situazione stile gatto di Schrödinger, per vedere cosa succederà, bisogna aprire la scatola, ovvero vederli in azione: coach nuovo, giocatori che se ne sono andati, altri che rimangono, altri che arrivano. Gallinari ora diventa però il protagonista, deve prendere le redini della squadra e trasportarla verso gli agognati playoff, deve riuscire a imporsi come leader e a diventare un esempio per i suoi compagni di squadra. Anche se l’infortunio, almeno per quest’anno, lo terrà ben impegnato.