IL LASCITO TECNICO
La parte più facile, ma anche meno scontata. Dal punto di vista offensivo, Wade è stato un giocatore per certi versi unico, a metà tra le grandi guardie anni ‘90 e quelle moderne. Pur avendo un tallone d’Achille nel tiro da 3, Wade era in grado di fare praticamente tutto in attacco: fin da subito ha imparato a gestire un gran numero di possessi in pick and roll, o comunque sfruttando i blocchi;

ma un’altra parte fondamentale del suo attacco (soprattutto nella seconda fase della carriera) è stato il gioco in post basso, affinato nel corso degli anni;

Il tutto unito ad un campionario di finte praticamente infinito, un sapiente uso del tabellone e un mid range game spesso sottovalutato. Ma oltre a sapersi creare i propri tiri, Wade è sempre stato il vero playmaker di Miami, gestendo un volume di possessi altissimo; 31,4% di Usage in carriera (per dare una dimensione, quella di LeBron è 31,5%), con un picco di 36,2% nella stagione 2008/2009 (molto probabilmente la sua migliore in carriera, al netto di un supporting cast che di “supporting” aveva ben poco).
Un’altra grande parte del suo attacco è stato il movimento senza palla, letteralmente vitale per quell’edizione dei Miami Heat in cui spesso e volentieri la palla stazionava nelle mani di James. Wade, essendo un tiratore sotto la media (in particolare in spot up), aveva bisogno di un’arma che permettesse a Spoelstra di tenerlo in campo anche insieme a LeBron.

Nell’altra metà campo il lavoro del 13 volte All Star è stato fondamentale soprattutto nei quattro anni dei Big Three, quando Miami adottava una difesa super aggressiva sui pick and roll avversari e ad aiutare in area dal lato debole arrivavano sempre James e Wade. Il nativo di Chicago è la guardia con più stoppate nella storia della NBA (sia in regular season che ai Playoffs), non a caso.
WADE COUNTY
Più difficile è parlare di quello che Wade lascerà all’NBA e in particolare ai Miami Heat da un altro punto di vista; la cosiddetta Legacy. Per la Lega ha rappresentato “semplicemente” la terza miglior guardia di sempre e per ben 13 anni ha condiviso il palcoscenico con la seconda miglior guardia di sempre, Kobe Bryant. I due si sono incontrati in 20 occasioni (11 vittorie Wade, 9 vittorie Bryant), con numeri leggermente favorevoli a Wade. L’ex Marquette ha rappresentato per tantissimi giovani un modello da seguire, e lo si è visto chiaramente in questa ultima stagione, quando gli avversari facevano a gara per poter scambiare la maglia con lui a fine partita. E se a volte, soprattutto a fine carriera, ha avuto comportamenti discutibili i sede contrattuale (un giorno forse sapremo tutta la verità riguardo a quell’estate 2016 che lo ha portato a Chicago), in campo la sua attitudine da vincente non è mai mancata. Pensiamo alle Olimpiadi 2008, quando partì dalla panchina per tutta la manifestazione, risultato poi il miglior giocatore di Team USA.
Quello che è stato per i Miami e per gli Heat è difficilmente spiegabile e allo stesso tempo quasi autoevidente. Per la franchigia della Florida Wade è primo in quasi tutte le voci statistiche: partite, minuti, punti (ne ha più del doppio rispetto al secondo), assist, recuperi, tiri segnati (e tentati), tiri liberi segnati (e tentati). E’ inoltre secondo per stoppate e quarto per rimbalzi. Ma le statistiche dicono comunque poco. La grandezza di Dwyane Wade è stato il trasformare Miami in una ‘basketball town’. Senza Wade Miami a livello cestistico non sarebbe nulla più di una New Orleans qualsiasi.
A Miami si è pianto dopo la partita con Philadelphia, e nessuno è andato via fino all’intervista finale ascoltata da tutto il palazzo. Come ultima domanda Jason Jackson gli ha chiesto se in occasione dell’ultima partita a Brooklyn avremmo visto qualcosa come 50 tiri e 60 punti (alla Kobe, per intenterci).
No. Lo sapete, per me conta il Gioco, il successo di squadra. Le notti nella mia carriera in cui ne ho fatti 50 è successo perché qualcuno mi aveva davvero fatto incazzare.
E allora all’American Airlines Arena si è cominciato a ridere, pensando alla grande fortuna di aver avuto Dwyane Wade per quindici stagioni di classe, eccellenza e vittorie.
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