Morris Twins: brothers in arms

0

encrypted-tbn0.gstatic.com Campus della KU University, 2010-2011, Matt Kleinman, centro senior della franchicia NCAA dei Kansas Jayhawks, vede da solo (una volta tanto)Markieff Morris gironzolare: “Fermo, fermo che stavolta ti riconosco“. “Provaci pure” risponde il nostro “Sei Marcus” tenta Kleinman, ovviamente sbagliando. Scena ricorrente quando si incorreva nei Morris twins di KU; alti quasi uguale, lineamenti identici, tatuaggi negli stessi posti e con disegno uguale, stessi vestiti, insomma, come spesso si sono definiti loro “un’unica entità“. E allora sono partiti tentativi da parte degli ex compagni per trovare un modo di riconoscerli, modo che solo i 2 gemelli sanno, e non condividono. I due guidano letteralmente i Jayhawks, con Marcus che segna di più e Markieff miglior rimbalzista, battono il record di vittorie consecutive casalinghe registrandone 63, per arivare a fine anno con l’invidiabile record di 35-3, vincendo la Big 12 regular-season con i gemelli, ovviamente, sugli scudi. I due sono al terzo anno nel 2011 e decidono che è arrivata l’ora di fare il grande salto per l’NBA, con il rischio di separarsi per la prima volta nella vita. Così fu; vengono scelti uno dopo l’altro alla 13 e 14, Markieff con Phoenix e Marcus con Houston.  

encrypted-tbn2.gstatic.com
Markieff con i Suns parte bene ma non troppo, gioca sui 20′ di media nelle 2 prima stagioni, mettendo a segno statistiche normali ma accontentandosi troppo del tiro da fuori (che entra con percentuali diciamo non eccellenti). Marcus ai Rockets non inizia bene, giocando una manciata di minuti la prima stagione, migliorando decisamente la seconda, ma l’efficienza vistasi in NCAA non si mantiene minimamente. “Il successo di Markieff mi aiuta ad alzare il morale”dichiara Marcus, non proprio nel suo habitat a Houston. I Suns però erano rimasti impressionati dalle prestazioni “in coppia” dei gemelli nei Jayhawks, tanto da provare, dietro le quinte, a tradare per ottenere anche la scelta 14 del Draft 2011 da Houston e firmarli “in blocco”. Il tentativo andò a vuoto, ma le due franchigie non avevano ancora fatto i conti con la caparbietà di Markieff; “Mi ha detto ogni singolo giorno di prendere suo fratello“racconta Lon Babby, president of basketball operations, “volevano disperatamente giocare insieme“. Babby li accontenta, taglia Luke Zeller e manda una pick del secondo turno 2013 a Houston, riunendo la coppia.  La separazione tra di loro è durata un anno e mezzo solamente. Marcus (preso tra l’altro in uno dei momenti migliori in carriera)gioca pochino a Phoenix in un contesto non ideale, con Alvin Gentry via a fine stagione a lasciar spazio a Jeff Hornacek. La squadra sembra già sul trampolino del tanking, con un roster in apparenza perfetto per lo scopo. Non andrà così; i Suns partono in maniera spettacolare, grazie sì a Bledsoe e Dragic (protagonista di un’annata pazzesca), ma anche alla loro terribile second-unit, guidata da Gerald Green (mosso in quintetto dopo l’infortunio a Bledsoe)e, ovviamente, dai gemelli. La crescita dei due è evidente: Marcus in 22 minuti di media segna 10 punti con il 39% da 3, oltre ad avere una buona media rimbalzi e career highs per assist e % di tiri liberi. Dall’altro lato Markieff, 13.6 punti, 6 rimbalzi e quasi 2 assist in 26 minuti a partita, tirando con le migliori % della sua carriera ma soprattutto non accontentandosi più del tiro da 3 punti come nelle passate stagioni (lui, ovviamente, ha dato merito di questo al suo nuovo “mentore” Marcus). La correlazione tra la quantità di triple presa dal lungo dei Suns e la % di Field Goals realizzati è netta ed evidenzia una chiara proporzionalità inversa: più attacca il ferro (e se lo fa bene)più la sua % aumenta, come la sua efficienza. La soddisfazione è arrivata quando proprio lui è stato eletto “Western Conference player of the week“, grande soddisfazione per un bench player. Però, gran parte dei tiri presi dai Morris sono long-twos, ovvero tiri da 2 dalla media-lunga distanza; prendere questi tiri e realizzarli è un’ottima arma, ma è necessario, per essere più completi e quindi meno difendibili, che ci sia un’evoluzione vera e propria nell’inside game dei due. Un’altra questione da trattare, sicuramente, è quella del carattere; anche dalla panchina, i due gemelli, tendono al fallo tecnico. Un esempio è stata l’espulsione contro i Knicks, per doppio tecnico, di Markieff, il primo per proteste e il secondo per un’altercazione con JR Smith.
usatoday.com
In sintesi, nessuno dei due Morris è una star, e probabilmente nessuno dei due lo diventerà. C’è da vedere, però, fin dove riuscirà a spingerli il proprio potenziale, che deve però essere accompagnato da maggiore costanza. Difficile che Marcus riesca a prendersi un posto per la starting lineup (difficile per un tweener), mentre per Markieff le speranze sono leggermente maggiori (Frye è un veterano, non durerà in eterno), ma le garanzie sono sicuramente poche. Nel frattempo i Suns si preparano ad avere un finale di stagione di fuoco, nel tentativo di riprendersi la tanto agognata ottava piazza, distante solo 1 W, e forse i Morris potrebbero avere qualcosa da dire, anche in vista dell’estate nella quale entrambi i gemelli arriveranno alla scadenza del contratto e la franchigia dell’Arizona si troverà ad affrontare una situazione quantomeno peculiare, dovendosi mettere letteralmente a trattare con 2 giocatori anziché uno perché la priorità per i 2 di Philadelphia sarà sicuramente quella di cercare una nuova avventura insieme, che sia a Phoenix o altrove.