La Portland vista nel primo tempo al Fiserv Forum sembrava stesse per deragliare, per l’ennesima volta in stagione, contro Milwaukee, forza assoluta ad Est. Damian Lillard out per problemi alla schiena, stessa sorte per Hassan Whiteside (anca), oltre al lungodegente Nurkic. Tutti fuori gioco. Prospettive scure, come le acque del vicino Oceano Pacifico.
I Blazers, in partenza, si sono schierati con un fantomatico starting five con Gary Trent jr da guardia, ed il ‘superato’ Anthony Tolliver da centro. Davide contro Golia, insomma, contro la Milwaukee lanciatissima del Dio Greco Giannis Antetokounmpo. Ed invece, contro ogni previsione, Portland ha lanciato la sfida ai ‘cervi’ giocandosi la vittoria fino alle battute finali della contesa, navigando nel quarto periodo fino al -2.
I Trail Blazers hanno lottato, i 18 rimbalzi offensivi catturati lo stanno a testimoniare. McCollum e soci hanno refertato 27 punti derivanti da seconde opportunità. “Dobbiamo ripartire dal modo in cui ci siamo battuti questa sera” ha asseverato coach Terry Stotts. “Loro sono un’ottima squadra, Giannis è un campione. Alla fine abbiamo commesso degli errori, qualcuno stupido, ma nel complesso mi è piaciuto il modo in cui abbiamo giocato”.
129, il massimo in stagione per punti segnati, di cui 37 di CJ McCollum, che si è caricato sulle spalle l’attacco della franchigia dell’Oregon, in assenza dell’alpha dog Dame. “Siamo stati in partita fino alla fine, ci è mancato poco per piazzare la zampata decisiva, peccato”, le parole pronunciate dal prodotto di Lehigh University ancora a caldo. Segnali incoraggianti da Melo, che si è districato meglio rispetto al debutto di New Orleans: 18 punti, conditi con 7 rimbalzi e 4 assist. Il plus/minus in 29 minuti di gioco è stato “soltanto” -1. Miglioramento si, ma di strada Melo ne ha ancora da fare, per ripulirsi della ruggine accumulata in un’anno di inattività.
Del periodo di magra, ne ha approfittato Skal Labissiere, che dopo la ‘pausa’ di Sacramento, è tornato ad essere giocatore di basket: devastante, dalla panchina ha scritto 22 punti, e 12 rimbalzi. Impatto immediato, lucido nelle letture, al contrario di Tolliver, utile come il sale nel caffè.
Aldilà della nona sconfitta nelle ultime undici gare disputate, coach Stotts ha qualcosa su cui aggrapparsi, ma la classifica è deficitaria, fa sanguinare gli occhi. Ma i prossimi quattro impegni sono morbidi: due volte i Bulls, inframmezzati dai Cavs in casa ed i Thunder fuori. Non sono più accettate pause, il 5-11 ‘concepito’ finora è troppo brutto per essere vero.