È ormai notizia di qualche tempo fa quella riguardante l’addio di Amedeo Della Valle al mondo NCAA e all’America.

Il tweet ha suscitato diverse reazioni: chi lo rimprovera per la sua poca pazienza, chi invece apprezza il gesto considerando assurdo che l’MVP degli ultimi europei U-20 venga lasciato a fine Rotazione. Entrambe le considerazioni, di per sé, non sono errate. È vero che quando sei europeo hai sempre meno chance degli altri considerato il tipo di gioco completamente diverso, e che quindi non puoi aspettarti molti minuti, ma è pur vero che il talento di Amedeo è innegabile e che il coach non può considerarlo solo per il cosiddetto “Garbage Time”.
Parallelamente un altro nostro connazionale si trova nella medesima situazione. Mi riferisco a Datome che a Detroit sta facendo molta panchina. Però è diverso: se è inutile continuare a “giocare” in NCAA avendo poche possibilità di entrare via-Draft dato lo scarso utilizzo, non è cosi per “Gigione”, che in NBA si trova già e che si deve abituare a ritmi e ruoli diversi da quelli che ha vestito in Italia.
Ma, tornando sulla avventura di Della Valle negli States, secondo voi questi numeri sono normali? 501 minuti giocati in due anni, con una media di 9.5 minuti a partita. A mio parere sono pochini, e di conseguenza le altre statistiche non possono che essere a loro volta basse: 3.3 PPP/FG% 57.9, 1.7 RPP, 0.3 APP complessivi nei suoi 2 anni in America.
In ogni caso noi tutti auguriamo ad Amedeo per la sua nuova avventura (Serie A/Reggio Emilia?) e di poter raggiungere in un futuro prossimo quel traguardo tanto ambito al quale ci si è avvicinato davvero tanto!