Perché Anthony Davis non dovrebbe andare ai Lakers

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USA Today

La notizia del giorno (forse dell’anno) ha scosso l’intero mondo NBA: Anthony Davis, superstella dei New Orleans Pelicans, ha chiesto ai Pelicans di essere ceduto.

La richiesta è avvenuta tramite il suo agente, Rich Paul, tra gli altri agente anche di LeBron James: questo fa pensare, dopo tanto chiacchiericcio, che l’ex Kentucky abbia una preferenza verso la città degli angeli, sponda gialloviola. I Lakers sono gli unici papabili al momento che possano prenderlo entro il 7 di febbraio, data della scadenza NBA per gli scambi, poiché i Celtics sono bloccati dalla “Rose rule” con cui hanno firmato Kyrie Irving, mentre gli altri sembrano non avere al momento assets appetibili, oltre che un mercato o uno status non di gradimento.

Ma farebbe bene Davis, e farebbero bene i Pelicans, a cederlo ai Lakers?

La risposta è “no”. Andiamo ad elencarne i motivi:

  1. Chi e cosa dare ai Pelicans? Innanzitutto dei giovani, di cui i Lakers sono pieni: Brandon Ingram, Lonzo Ball, Kyle Kuzma, Josh Hart, Ivica Zubac… almeno due/tre tra questi, oltre che svariate scelte. Non avrebbe però più senso per i Pelicans aspettare l’estate e poi sentire se i Celtics trattino i vari Tatum, Brown, Rozier (anche se probabilmente sarà free agent), Smart, oppure i Raptors i vari Siakam, Anunoby, VanVleet, ecc. per dirne due? Ricordiamo che se per Garnett sono partiti 5 giocatori in direzione Minneapolis più tanto altro, per uno con lo status di Davis i Pelicans dovrebbero pretendere se non altro l’equivalente di quanto chiesto per il Bigliettone.
  2. In caso di cessione di uno/due/tre dei sopracitati, giocherebbero Davis, LeBron e altri tre che potrebbero essere da ricercare tra Caldwell-Pope (favorito però a partire verso la Louisiana per pareggiare i conti salariali dell’eventuale trade), Hart, Beasley e Rondo in quintetto base, per dire tre nomi: non proprio il massimo della vita se vuoi vincere un anello.
  3. I Lakers si vantano tanto e dicono di avere un progetto: in realtà, non hanno una guida tecnica di spessore (come ogni squadra LeBroniana che si rispetti) e non sono in grado di capitalizzare il talento dei propri giocatori (vedere il rendimento di Lonzo Ball o Brandon Ingram, oppure l’esplosione di D’Angelo Russell una volta scappato da LA). Con Davis e LeBron dovrebbe essere tutto più semplice, ma il supporting cast potrebbe non essere dei migliori, almeno inizialmente.
  4. LeBron ha 34 anni, è mostruoso, ma quanto potrà ancora durare a questo livello? Sicuramente le spalle di Davis lo aiuterebbero a compensare tutto il carrozzone gialloviola, ma da soli, contro tutta la Lega, sebbene siano due giocatori molto più che straordinari, rischia di non bastare.
  5. Golden State rimane due spanne sopra i Lakers con AD, attualmente; restano ritenuti i migliori sulla carta anche se mancassero uno/due tra Cousins, Thompson e addirittura Durant, tenendo conto che Curry è la chiave di volta della squadra e Green il padrone della difesa.
  6. Davis è, notoriamente, un giocatore dall’infortunio facile. Dovrebbe riuscire a trovare una certa continuità, soprattutto nei momenti che contano – in post-season ha ancora poca esperienza – dal punto di vista fisico.
  7. Il ruolo di Davis (centro, perché è sostanzialmente un’ala forte trasformata in centro dalla pallacanestro moderna), è forse quello più facilmente difendibile o sostituibile a livello NBA, ma c’è da dire che lui è di un livello nettamente superiore dei propri pariruolo, su entrambi i lati del campo.
  8. Rimanere nella competitivissima Western Conference sarebbe la cosa giusta? Perché anche in futuro sembra promettere battaglia…

Ma allora, come far saltare il banco?

Il modo in cui i Lakers potrebbero trasformarsi in una seria contendente per il titolo sarebbe firmare un giocatore del calibro (se non proprio lui) di Klay Thompson in estate. Con un terzetto Thompson/LeBron/Davis, anche con una guida tecnica mediocre, si andrebbe a creare un core che almeno per due/tre anni dovrebbe garantire una pallacanestro di un altissimo livello. In caso di un arrivo immediato di Davis, prepariamoci a vederne delle belle: con i vari Rondo, Stephenson, Beasley, McGee… e non stupitevi se vedete arrivare pure un Carmelo Anthony e un JR Smith selvatici…

Per quanto riguarda altri sogni più o meno irrealizzabili, sarebbe bello vedere Davis a Boston, sarebbe una sorta di premio alla virtuosità manageriale e tecnica mostrata dai biancoverdi in questi anni, oppure a Milwaukee, dove con Giannis andrebbe a formare il duo cestistico del futuro per eccellenza, guidato dal maestro Budenholzer. Altri posti? Sognate pure qualsiasi squadra del mondo, perché Anthony Davis rimane e rimarrà uno spettacolo per gli amanti della palla a spicchi, ovunque vada.