The Last Pick

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rantsports.com 23 giugno 2011, Newark. NBA Draft. Uno strano Draft. Alla numero 1 finisce Kyrie Irving, alla 2 Derrick Williams, alla 3 Enes Kanter. Alla 6 Vesely, alla 7 Biyombo, alla 10 Fredette. Finiscono alla 15 e alla 16 due che si riveleranno ottimi giocatori, Leonard e Vucevic. Viene scelto Nikola Mirotic (pick numero 23, subito dopo Kenneth Faried). Alla 28 l’unico campione NBA (finora) del lotto, Norris Cole (bi-campione, a dirla tutta). Il secondo turno ci lascia Chandler Parsons. Di storie da raccontare ce ne sarebbero tante già così, ma il giocatore che ci interessa non fa parte di quelli citati. I Kings hanno la scelta numero 60, l’ultima. Non è loro, in realtà. È di Chicago, via Milwaukee, una di quelle scelte messe lì in qualche trade di basso livello, tanto per “riempire”. Sacramento la spende su un ragazzo da Washington, Isaiah Thomas. Il nome viene da una scommessa persa dal signor Thomas, costretto poi a chiamare il figlio come l’ex play dei Pistons, ma aggiungendo una vocale in più per avvicinare il nome a quello biblico. 18 maggio 2014, Sacramento, California. Sacramento Kings-Washington Wizards 117-111, dopo un overtime. DeMarcus Cousins chiude a 24 punti e 14 rimbalzi, Isaiah Thomas firma la sua prima (e, per ora, unica) tripla doppia in carriera, scrivendo 24 punti, 10 assists e 11 rimbalzi. È solo l’ultima delle sue grandi prestazioni nel corso della stagione (in precendenza ne aveva messi 38, con 1118 al tiro a OKC, bissando 5 giorni dopo contro Indiana), che lo vede come uno dei candidati al premio di Most Improved Player (che andrà poi a Goran Dragic). Al termine della Regular Season le sue cifre parlano di 20,3 punti, 6,3 assists, 2,9 rimbalzi e 1,3 recuperi, con il 45,3% dal campo (e uno straordinario 46% dal mid range), tutti career high, a cui aggiunge un 35% da 3 su oltre 5 (!) tentativi a partita e l’85% ai liberi. Isaiah è palesemente uno dei giocatori più esaltanti prensenti attualmente sulla scena NBA. Per esaltanti intendiamo gli Stephen Curry, i Kyrie Irving, i Damian Lillard, quei giocatori che ti fanno saltare sulla sedia ad ogni partita. Thomas forse non sarà forte come quelli citati (o magari lo è?), ma di sicuro ha qualcosa in più a livello emozionale, almeno per chi scrive. Un ragazzo di 1 metro e 75, snobbato al draft, ritenuto troppo piccolo per l’NBA, che ce la fa e gioca alla pari (e, spesso, anche meglio) di gente fisicamente strabordante, merita grandissimo rispetto e ammirazione. IT22 è un ragazzo senza paura, con attributi da vendere. Va in lunetta 5,7 volte a parita.  Irving? 4,8. Lillard? 5,2. Curry? 4,5. Inoltre le cifre dei primi due sono perfettamente comparabili con quelle del nostro. Certo Lillard e Curry le realizzano in dei contensti vincenti, ma questo non basta per escludere Thomas dall’elitè delle giovani point guards. Ma perché è così sottovalutato? Forse perché Sacramento è un piccolo mercato, forse perché i Kings sono una delle squadre più fallimentari degli ultimi anni. Per chi lo ama (alzo la mano), in ogni caso, tutto questo resta inspiegabile. Questo video dovrebbe farvi innamorare di lui, se non siete già cotti.

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  Come si nota bene anche dal video, Thomas è un eccellente giocatore di P&R, bravissimo ad effettuare lo split tra i due difensori. Ppint guard da palleggio-arresto-tiro se ce n’è uno, l’ex Huskies è, con Cousins, il giocatore del futuro dei Kings, che dovranno rinnovarlo in offseason. È restricted free agent, il che significa che i Kings possono pareggiare qualunque offerta e fare del piccolo-grande uomo da Washington il play a cui affidare le sorti future della franchigia. Se DMC lima quei “piccoli difetti” caratteriali, Ben McLemore diventa il giocatore che tutti si aspettano e Rudy Gay non rovina tutto con la sua inguardabile selezione di tiro, magari potremmo vedere i Kings ancora in campo verso aprilemaggio, già dalla prossima stagione. Ora a Sacramento la parola Playoffs non rappresenta più qualcosa di impossibile. Dopo aver salvato la squadra, i tifosi non aspettano altro che qualche vittoria. E Isaiah Thomas è l’uomo giusto per sognare. Eccolo ai tempi del College: Video 1. Video 2. College dove, in tre anni, ha fatto registrare 16,4 punti, 4 assists e 3,5 rimbalzi di media. Ma non erano abbastanza, per gli scout NBA. Troppo piccolo, troppo basso. Ancora oggi, c’è chi non lo considera “abbastanza” per la NBA. Eppure è lì, a fare cose così contro quelli che sono “abbastanza”. Most exciting player in the league?