espn.com Fama, attenzioni mediatiche, interviste, pressioni: tutti aspetti che per un giocatore arrivano, se arrivano, dopo qualche anno tra i professionisti, dopo che si è già qualcuno. O meglio, per la stragrande maggioranza dei giocatori: per una ristretta cerchia di questi però tutto questo arriva molto prima, quando forse non sono ancora pronti. L’esempio che a tutti viene in mente può essere LeBron James, sulle copertine di Sports Illustrated già a 16 anni; sulla copertina di SI Andrew ci è andato qualche anno più tardi, a 18 compiuti, ma le pressioni su questo ragazzo non sono state e non sono tutt’ora inferiori a quelle che aveva il Prescelto. Il percorso cestistico di Andrew non è stato però sempre facile e sereno. Il padre lo inserisce nel mondo del basket fin dai 2 anni di età, allenandolo personalmente nei suoi primi anni quando la famiglia vive in Grecia. Tuttavia, il fisico di Andrew non sembra essere perfetto per questo sport: ” A 11 anni era basso, magro, scoordinato “ dichiarò Mitchell Sr.: ” Gli allenatori lo facevano sedere alla fine della panchina, pensavamo avrebbe smesso a 18 anni “. Ma Andrew non si arrende, continua ad allenarsi duramente e ad inseguire quel sogno che al tempo sembrava impossibile. E madre natura, come prevedibile, lo ripaga degli sforzi fatti nei momenti difficili, il fisico inizia a venire su in maniera prorompente e a quello si uniscono un atletismo e una velocità illegali che fanno di Andrew un atleta senza eguali nella sua zona. Beh certo, essere solo atleti non basta, di giocatori atleticamente dominanti che poi si sono persi è pieno il mondo, ma Andrew anche a 16 anni era qualcosa in più di un semplice atleta. “Ci sono un sacco di ragazzi che possono correre e saltare bene, ma non ci sono molti ragazzi che possono correre e saltare bene e pensare a una o due giocate davanti a loro, vederle e capire cosa succederà. Andrew è quel tipo di giocatore” disse il padre qualche anno fa.
La scelta del college ricade su Kansas. Viene accolto come pochi altri giocatori nella storia dell’NCAA, Sports Illustrated gli dedica una copertina e in generale la sua stagione è una delle più attese degli ultimi tempi. Tutti o quasi si aspettano grandi cose. A questo punto le prestazioni sarebbero state relative, il rendimento suo e degli altri prospetti sarebbe stato molto relativo rispetto alla sua posizione al Draft. Andrew era arrivato ad un tale livello di fama e popolarità che sarebbe stato, comunque ed inevitabilmente, la prima scelta al Draft. Anche se soprattutto gli scout e gli esperti del settore non si aspettano una super stagione da Wiggins; talentuoso come pochi, ma di giocatori di quel tipo dominare in NCAA, tra l’altro a 18 anni e da freshman, se ne son visti pochi. La stagione alla fine è discreta, ma le critiche di chi si aspettava subito i fuochi d’artificio sono inevitabili; critiche che però si placano per qualche giorno dopo una fantastica e irreale prestazione da 41 punti, 8 rimbalzi, 4 stoppate e 5 rubate contro Virginia State. Dopo qualche giorno, Kansas viene prematuramente eliminata dalla March Madness, e ripartono critiche e dubbi sul giovane canadese.
La sua avventura si chiuderà qui, come previsto, dopo una sola stagione a 15.3 punti e 4.3 rimbalzi di media.
La prima scelta al Draft la ottiene a sorpresa Cleveland, che seleziona naturalmente Andrew.
Un coach giovane e nuovo, una squadra piena di superstar giovani con una delle prime scelte più attese degli ultimi anni e in generale un contesto senza aspettative che può crescere insieme senza troppe pressioni. Cleveland è diventata una delle realtà più intriganti della lega, cosa ci può essere di più intrigante? Il ritorno di LeBron James E questo cambia un attimino le cose.
LeBron nelle cinquanta interviste dopo l’annuncio del “ritorno a casa” non fa mai il nome di Andrew, che viene scambiato qualche settimana dopo per Kevin Love. I Timberwolves sono più o meno quello che erano i Cavs prima dell’arrivo di LeBron: tanti ragazzi giovani, nessuna aspettativa da Playoff, quasi nessuna pressione. Per Andrew è un ottimo, ottimo posto per crescere e per svilupparsi, forse anche meglio rispetto a Cleveland. E ovviamente, Wiggins è il rookie più atteso di tutta l’NBA.
23 Febbraio 2015.
Andrew Christian Wiggins compie oggi 20 anni. Il suo percorso nell’NBA è appena iniziato, non senza dubbi (iniziali) e non senza complimenti e aspettative. Nel suo palmares ha già 3 premi di “rookie del mese” , l’MVP del Rising Star Challenge e l’ormai imminente e scontato premio di Rookie of the Year, tappa obbligata e riconoscimento importante per chi si vuole iscrivere alla storia di questo sport. A 20 anni può diventare tutto ed il contrario di tutto. Può diventare il giocatore più forte della lega come può diventare un bust, una delusione. E adesso sta a lui dimostrare che tutte le aspettative, le pressioni e le esaltazioni sono giustificate, sta a lui dimostrare di poter diventare quello che tutti si aspettano possa diventare. Good Luck Andrew!