NBA Recap Inside: LeBron dominante, San Antonio mette la sesta

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Orlando Magic @ Indiana Pacers 86-118 (28-26; 47-59; 70-86) Partita che dura sostanzialmente un quarto, poi Indiana mette la freccia nel secondo periodo chiudendo a +12 la prima parte di gara (18-0 a cavallo dei due periodi), grazie ad uno scatenato Stuckey da 25 punti in 18′. Tuttavia al rientro in campo Orlando non crolla, ma non fa nemmeno nulla per recuperare, trascinata dal solo Tobias Harris. Il crollo è solo posticipato di 12′, poiché Indiana infila in 32-16 che rende davvero pesante il risultato finale. Magic (21-44): Harris 22, Payton 14, Vucevic & Oladipo 13 Pacers (29-34): Stuckey 34, Rudez 17, Scola 15 (10 rimbalzi), Hill 13 MVP: Rodney Stuckey. 34 punti, 6 rimbalzi e 7 assist. 6/9 da 3 per lui. I punti sono record stagionale, a soli 6 dal suo career high. Le triple segnate sono record in carriera. Key stat: 17/34 da 3 per Indiana: 17 segnate pareggia il record di franchigia. Solo 4/17 per i Magic. Losing Factor: La panchina dei Magic: togliendo quelli entrati in piro garbage time, ha prodotto solo 7 punti, a differenza dei 67 di marca Pacers. http://2odti53knmc93mydi047hcrn17m7.wpengine.netdna-cdn.com New Orleans Pelicans @ Brooklyn Nets 111-91 (23-27; 55-46; 78-61) Doveva essere una partita fondamentale, o comunque molto importante, per le rispettive corse ai playoff delle due squadre. È New Orleans, forte di un apporto decisivo da tutti i membri della squadra – non solo Davis – che hanno spinto NOLA ad un facile successo. I Nets non hanno saputo porre resistenza soprattutto nei quarti centrali quando Pondexter e Cole hanno spinto la squadra anche al +17 di fine terzo quarto. Classica passerella finale negli ultimi 12′. Pelicans (36-29): Pondexter & Ajinca 17, Gordon & Cole 16, Davis 15, Asik 12 (15 rimbalzi) Nets (25-37): Jack & Lopez 15, Bogdanovic 12, Young & Johnson & Williams 10 MVP: Alexis Ajinca. Lo diamo a lui perché segna 17 punti – 7/14 al tiro in 23′ – partendo dalla panca, coprendo i problemi al tiro di Davis (5/16). Key Stat: Quasi 52% al tiro per gli ospiti contro il 42% dei Nets. In favore dei Pelicans anche le percentuali da 3 – 57% vs 38% – e dai liberi (82% vs 65%) Losing Factor: Gli infortuni. I Nets riescono a perdere 3 guardie su 3 per infortunio: prima Markel Brown, poi Alan Anderson, infine Sergey Karasev. Per i primi due dovrebbe essere nulla di grave, per il russo bisogna aspettare il verdetto della risonanza.   Cleveland Cavaliers @ Dallas Mavericks 127-94 (26-31, 67-53, 99-76) Torna a dominare in maniera roboante LeBron dopo due partite così così con Atlanta e Phoenix e lo fa mentre i suoi Cavs strapazzano i Mavericks che si trovano a gestire il “problema Rondo”, anche oggi poco aggressivo ed evanescente. Prima frazione equilibrata, nella seconda LeBron, Smith e Irving combinano per ben 34 punti dei 41 segnati e indirizzano la gara. Nel frattempo LBJ sorpassa Mark Price come maggior numero di assist All-time per la franchigia dell’Ohio con un bullet pass dal post alto. Anche nella ripresa non c’è storia con i Cavs che vincono, convincono e si divertono in Texas. Cavaliers (41-25): James 27, Irving 22, Love 21 + 14 rimbalzi, Smith 21, Mozgov 17. Dallas (41-25): Parsons 18, Ellis 17, Stoudemire 15, Nowitzki 13. MVP: LeBron gioca senza fascia ma domina la partita, specie con velocissime transizioni che permettono ai Cavs di cogliere di sorpresa la difesa Mavericks. Il record conquistato è la ciliegina sulla torta della tipica gara del LeBron MVP; 27 punti con il 70%, 7 rimbalzi, 8 assist e 2 soli turnover. Losing Factor: Dallas ha un Rondo di troppo. Il sistema offensivo Mavs è snaturato e non di poco con la presenza del play ex-Boston sul campo. L’upgrade difensivo non è abbastanza per giustificare i problemi offensivi che il play da Kentucky ha portato con sé nella trade con Boston, oltre ad aver privato i texani di buoni giocatori di rotazione che permettevano alla panchina Mavs di tenere botta. Key Stat: nel secondo periodo da 44 punti Cleveland tira 15/23 (65.2%)e 6/8 da 3 punti, seminando Dallas e ponendo le basi per una grande vittoria.   Toronto Raptors @ San Antonio Spurs 110-117 (17-28, 41-61, 71-85) Continua la striscia di vittorie dei San Antonio Spurs che vede i Texani toccare la sesta W in altrettante gare, 4 proprio dopo il termine del consueto “Rodeo Trip” della franchigia dell’Alamo. Ginobili non gioca a causa di un problema allo stomaco ma ci pensano Parker, Leonard e Green a mettere la gara sui giusti binari. Il primo, in stato di grazia, aggredisce il canestro con continuità ed efficacia, mentre Leonard mette in mostra le sue doti di Freak atletico, ormai quasi date per scontate, difendendo con successo sugli esterni avversari (5 stl). Il 16-4 con cui San Antonio chiude la prima frazione, insieme a un secondo quarto sugli scudi grazie alla Second Unit (oltre al 4/4 da 3 di Green nei primi 24’)permette a San Antonio di avere un vantaggio confortevole. Lowry e DeRozan però non stanno a guardare e solo il dagger dall’angolo di Danny Green permette ai padroni di casa di fermare il parziale dei canadesi, guidati dal loro ottimo backcourt. A un minuto dalla fine del match Duncan lascia la gara per un problema al gomito che Pop ha voluto subito minimizzare nel dopo-gara. Raptors (38-26): Lowry 32, DeRozan 21, Johnson 16 + 14 rimbalzi, Williams 11. Spurs (40-23): Leonard 24 + 11 rimbalzi, Parker 23, Green 19, Duncan 12 + 13 rimbalzi, Belinelli 10. MVP: Kawhi Leonard, ormai di diritto una delle prime opzioni offensive del sistema offensivo Spurs, segna 24 punti in 19 tiri, aggiungendo il solito contributo sotto i tabelloni e realizzando nel frattempo 5 steals. Non sarà facile trasformarlo in una prima opzione offensiva ma il pacchetto completo Leonard è veramente tanto ricco, e gli Spurs possono sorridere per la 6° consecutiva. Key Stat: San Antonio tira 11/18 dalla lunga (61.1%)di cui 5/7 dagli angoli. Difficile espugnare l’Alamo se le percentuali dalla distanza sono queste.

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New York Knicks @ Utah Jazz 82-87 (20-24, 35-43, 65-65) Difesa e Favors sono la ricetta degli Utah Jazz per sbarazzarsi dei Knicks e vincere l’8° delle loro ultime 10 gare; contro la franchigia della Big Apple manca Gordon Hayward ma ci pensa il lungo dei Jazz a tenere in piedi la baracca segnando 29 punti conditi da 12 rimbalzi. Buona partita anche per il rookie Rodney Hood, autore di 17 punti, oro colato per una squadra che è riuscita a costruire una difesa elite dalla trade Kanter ma che fa fatica a convertire i propri possessi offensivi. Nonostante i 20 punti di Bargnani e Shved (ottima gara per il russo)NY si arrende quindi ai mormoni che si prendono la terza vittoria consecutiva. Knicks (12-50): Shved 21 + 10 rimbalzi, Bargnani 20, Aldrich 17 + 13 rimbalzi. Jazz (27-36): Favors 29 + 12 rimbalzi, Hood 17, Gobert 10 + 14 rimbalzi, Ingles 12. MVP: un Favors responsabilizzato sostituisce egregiamente Hayward con un ottimo 11/17 dal campo e visibili progressi (19 + 7.8 reb + 1.6 stp nelle ultime dieci)sia col jump shot che spalle a canestro si prende sulle spalle la squadra e porta Utah a un’altra vittoria, stavolta contro i derelitti Knicks. Losing Factor: Galloway + Lance Thomas, 2/14, 5 punti 4 turnover. Che per i Knicks sono giorni piuttosto bui è evidente, e anche a non voler mettere il dito nella piaga… Key Stat: dopo essere arrivati 65 pari al 4° periodo, Ingles e Favors combinano per 15 punti (9 e 6 rispettivamente)e permettono ai Mormoni di scappare e vincere la gara.   Detroit Pistons @ Los Angeles Lakers 85-93 (20-25, 50-49, 61-67) Lo sforzo di squadra dei Lakers e la pessima notte di Reggie Jackson permettono ai Lacustri di liberarsi di Detroit. La buona prova dei lunghi di MoTown non basta per evitare la sconfitta in un punto della stagione in cui i Pistons sembrano aver mollato o per lo meno tirato il freno a mano. La partita si gioca sull’onda dell’equilibrio per tutto l’arco dei 48’ con momenti di basket non necessariamente da ricordare. Drummond e Monroe aggrediscono con successo i tabelloni (21 e 9 rimbalzi rispettivamente)ma i Lakers mandano tutto il quintetto più Davis e Lin in doppia cifra. Proprio Monroe sbaglia due liberi cruciali in crunch time permettendo ai californiani di interrompere la striscia di 5 sconfitte consecutive. Pistons (23-40): Monroe 24, Caldwell-Pope 15, Drummond 14 + 21 rimbalzi, Meeks 12. Lakers (17-46):Hill 16, Davis, Johnson 13, Lin 12, Ellington 11, Black, Clarkson 10. MVP: difficile trovarne uno, ma lo sforzo corale degli angelini è coordinato e coronato da un Jordan Clarkson che offre un contributo all-around di 10 punti, 8 assist e 4 rimbalzi. Una delle poche note positive della stagione, Clarkson sta consolidando la sua posizione di Starter nei disastrati Lakers. Losing Factor: Registrare 2 punti, 3 assist e 2 rimbalzi con i Lakers non è da tutti. Se ci si aggiunge l’1/9 dal campo e i 5 TO, la partita di Reggie Jackson è un incubo. Voleva una squadra dove essere titolare e l’ha avuta, se vuole essere valorizzato in Offseason deve dare segnali diversi.