Boston Celtics @ Indiana Pacers 110-106 (21-23; 47-49; 73-72)
Serie 4-0
Win or go home a Indianapolis per i Pacers di coach McMillan, vittime di un punteggio eccessivamente puntitivo per quanto ha raccontato il campo, ovvero tre sfide all’interno dell’equilibrio sostanzialmente decise dalla maggior cifra tecnica dei singoli dei Boston Celtics.
Come da copione, quarto d’apertura all’insegna di un ritmo camminato. Boston mette alla prova i nervi di Indiana con un 8-0 iniziale firmato Irving, ma i Pacers non sembrano avere intenzione di salutare la stagione con una sconfitta davanti al proprio pubblico, così rimettono in equilibrio il punteggio con un contro-parziale tutto difesa ed energia nel pitturato.
Stessa sceneggiatura dei primi 12′, addirittura in questo secondo periodo il tentativo d’allungo di Boston sembrava ancor più deciso, con le iniziative di Rozier a caratterizzare il parziale di 13-2 che regala il massimo vantaggio agli uomini di coach Stevens. L’attacco di Indiana è asfittico come pochi ma quando riesce a forzare cattivi accoppiamenti per gli avversari trova il modo di sbloccarsi, portando sette giocatori sui nove schierati tra i 5 e gli 11 punti. Un impressionante highlight di Myles Turner che schiaccia in testa a Gordon Hayward ha messo definitivamente in partita il pubblico della Bankers Life Fieldhouse. Percentuali pessime da ambo le parti, ma in questa serie non rappresenta una novità.
Dinanzi agli occhi interessati della leggenda dello stato dell’Indiana e dei Boston Celtics Larry Bird, le due squadre agiscono in controtendenza rispetto agli altri episodi della serie: nel secondo tempo sembra essere la squadra di casa ad avere maggior abbrivio per provare a scappare. I Pacers cavalcano la scia energetica lasciata da Turner a fine primo tempo ma ad ogni tentativo di allungo i Celtics trocano le soluzioni giuste per rimanere a contatto, punendo puntualmente il bersaglio difensivo designato di nome Bogdanovic. Se sarà necessario tornare a Boston per chiudere la pratica è sentenza che spetta agli ultimi 12′.
Le due squadre sembrano quasi fare melina in vista del serrate finale, in vista del quale i Celtics provano a mettere in partita un disastroso Al Horford poco al di sopra del 20% dal campo. Evans carica a testa bassa ed è quello che Boston vuole, visto che si parla di uno dei peggiori giocatori della lega per percentuali al ferro contro una delle difese più preparate, ma l’energia dell’ex Sacramento viene spesso premiata. I Celtics aumentano i giri del motore una volta scollinata la metà quarto, cominciando a muovere meglio la palla e gli uomini coinvolgendo Horford nella mansione che meglio gli riesce, quello di direttore d’orchestra che genera opportunità per gli altri: è lui ad armare la mano di Morris per lo strappo firmato dal gemello più Hayward, entrambi molto produttivi dalla panchina. Proprio l’ex Butler ad ispirare il primo vantaggio in doppia cifra della partita dei verdi, diabolici a punire i mismatch favorevoli. La hero ball di Evans funziona a fasi alterne ma sembra essere l’ultima freccia nella faretra dei Pacers, troppo poco per frenare la corsa degli uomini di coach Stevens lanciati verso uno sweep che in una serie playoff mancava dal 2011 (4-0 ai Knicks). Per Indiana ennesima stagione inespressa, ma la sensazione che in contumacia Oladipo non potesse ambire a niente di meglio.
Celtics: Tatum 18, Horford 14 (12 rimbalzi), Baynes 2, Irving 14, Brown 13, Morris 18, Hayward 20, Theis, Rozier 11.
Pacers: Young 9, Bogdanovic 22, Turner 13, Collison 19, Matthews 3, Sabonis 14, Holiday, Joseph 5, Evans 21.
MVP: L’aria dell’Indiana deve avere componenti che ispirano particolarmente il talento di Gordon Hayward che, dopo un anno e mezzo a dir poco travagliato, si prende la scena e sigla gran parte delle giocate che decidono la contesa.