Memphis Grizzlies preview: now or never

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CONFERMATI:
Jordan Adams, Tony Allen, Vince Carter, Mike Conley, Marc Gasol, JaMychal Green, Jeff Green, Courtney Lee, Zach Randolph, Russ Smith, Jarnell Stokes e Beno Udrih.

ACQUISTI: Matt Barnes (LA Clippers), Patrick Christopher (Free Agent), Jarell Martin (Louisiana State) e Brandan Wright (Phoenix Suns)

PARTENZE: Nick Calathes (Panathinaikos), Kosta Koufos (Sacramento) e Jon Leuer (Phoenix).

È ripetitivo dirlo, ma anche questo sembra l’anno giusto per i Grizzlies. In alternativa, e anche questa sarebbe una ripetizione, bisognerebbe dire che per età e rodaggio di questo gruppo siamo al classico “ora o mai più”. La verità è che da troppi anni Memphis sembra essere la potenziale mina vagante, la squadra che in effetti tutti vogliono evitare, tranne poi sciogliersi come neve al sole quando nel mirino si intravede la possibilità di raggiungere un traguardo storico. La scorsa stagione fu 4-2 dai Warriors in semifinale, due stagioni fa 4-3 al primo turno dai Thunder, e le speranze di Finals 3 anni fa furono brutalmente stroncate dagli Spurs.

Passiamo al roster: importante aver aggiunto dal mercato un lungo atletico come Wright, che dalla panchina porta oltre a una discreta esperienza una mole di fisicità e abilità anche a correre in campo aperto anomala per un giocatore della sua stazza. Non da sottovalutare nemmeno la firma di Matt Barnes, che aggiunge la sua maestria difensiva a quelle di Conley, Allen, Gasol, Lee, per una squadra che nella difesa ha sempre trovato manforte quando la palla, ed é capitato spesso, faticava ad entrare. Il problema, appunto, resta segnare, come da anni a questa parte, dato che il roster resta comunque palesemente sbilanciato verso il pitturato, dove la coppia Gasol-Randolph (Duncan, Aldridge, West e Diaw permettendo) resta la migliore della Lega in quanto a tecnica e conoscenza del gioco. Dal perimetro arrivano le note dolenti: la scorsa stagione i Grizzlies sono stati penultimi per triple segnate, un dato allarmante per chi, senza mai sbandierarlo, punta all’anello e ha i mezzi per farlo. In più, i 6 anni di militanza comune dell’asse Conley-Zeebo-Gasol sono un’arma da non sottovalutare perché, in una stagione così lunga, capiteranno di certo momenti di appannamento e avere tanta leadership e esperienza così compatta può solo aiutare a superarli in fretta.

Le perplessità restano le stesse della passata stagione: quanto reggerà fisicamente il 34enne Randolph? Jeff Green farà mai il salto di qualità, assolutamente nelle sue corde, diventando un giocatore finalmente continuo e non da apprezzare solo a sprazzi? Quanto porteranno dalla panchina Carter e i sophomores Adams e Smith?

Possibile sorpresa: Brandan Wright.

La certezza di partire dalla panchina dietro i due leader Gasol e Randolph toglie molta pressione al giocatore, in passato già ottimo back-up di Chandler in quel di Dallas ma non concretissimo a Phoenix, dove spesso ha deluso partendo dallo starting-five. Wright ha sufficiente anni di esperienza alle spalle ma ancora un atletismo che, in una squadra di età media abbastanza alta e con scarsissimo feeling con le giocate ad alta quota, (compensate da tecnica e tattica fuori dal comune) potrebbero rivelarsi fondamentali. In second’ordine mettiamo Barnes, nomade se ce n’è uno in questa Lega. Il suo, il buon Matt, lo ha sempre fatto, aggiungendo però qualche comportamento sopra le righe che non gli ha permesso di restare mai a lungo in una franchigia. Memphis però è un posto che sa ovattare e coccolare i suoi giocatori, vedi Randolph, ragion per cui è lecito attendersi una solida annata dall’ex Clippers.

Pronostico Basketinside: 51-31.

Secondi, dietro gli Spurs, nella SouthWest. Quinti, dietro anche a Clippers, Thunder, Warriors, oltre alla citata San Antonio, nella Western Conference. Anello? Difficile da pronosticare ora, ma se arrivano integri ai Playoffs possono ambire, con incroci favorevoli, alla Finale di Conference. Si, questa l’avete già sentita…