Il 5 giugno 1991 è una data importante nella carriera di Michael Jordan e per i Chicago Bulls, sicuramente fondamentale per la storia delle Finals di quell’anno. Gara-2, i Bulls ospitano di nuovo i Los Angeles Lakers dopo la vittoria della squadra di Mike Dunleavy in gara-1. Chicago già con le spalle al muro. Andare al Forum sullo 0-2 sarebbe una prima sentenza nella serie. Ma in quella partita viene sprigionato il talento di MJ che segna 33 punti con un 10/13 dal campo.
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Prestazione maiuscola del #23 di Phil Jackson, primo violino di un’orchestra di altissimo livello. Scottie Pippen chiude a 20 (8/16 dal campo) e 10 rimbalzi, Horace Grant 20 punti (10/13 al tiro), John Paxson 16 punti e 8/8, Bill Cartwright 12 punti ottenuto con un più che eccellente 6/9. Chicago vince 107-86, pareggia la serie in una partita che sarà il trampolino di lancio verso il primo titolo dei Bulls. L’Anello infatti arriva dopo la quinta partita, con 4 vittorie di fila dei rossoneri di Jackson partendo proprio da quella del 5 giugno.
Chicago in quella gara-2 tiene una percentuale dal campo irreale. 61.7% fatto da quel 50/81 che rappresenta un record per le Finals. Così come entra nei libri di storia quell’8/8 di Paxson che resta dietro soltanto all’11/11 tenuto da Scott Wedmann in Gara-1 della Finale ’85 tra i suoi Celtics e i Lakers.
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