Vite da Nba: Dirk Nowitzki

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Quella faccia soddisfatta e felice, mostrata dopo aver vinto il titolo NBA 2011, la ricordiamo tutti. La ricordano i tifosi di LeBron, che dopo il famoso ‘’The Decision’’ vedono il loro idolo crollare a terra battuto da un europeo, cosa ancora più umiliante visto la considerazione(bassa, molto bassa) che gli americano hanno nei nostri confronti. La ricordano molto bene i VERI tifosi di Dallas che erano ancora dietro a leccarsi le ferite per la sconfitta nelle Finals 2006. E infine la ricordano bene anche tutti i famosi ‘’haters’’, coloro che hanno come unico obiettivo tifare contro il ‘’prescelto’’, diventati nell’occasione tifosi di Dallas. La storia di questo immenso giocatore nasce da più lontano, però. E io vorrei raccontarvela un po’, oggi che è il suo compleanno, giusto per ricordare a tutti il suo percorso e la sua determinazione.

Dirk nasce a Wurzburg, piccolo paesino della Bassa Franconia (parliam di Germania per chi non lo sapesse) famoso poichè lì Roentgen inventò i Raggi-X, da una famiglia di pallamanisti. Nowitzki era alto fin da ragazzo, molto magro e longilineo, ma con piedi estremamente veloci per la sua altezza. Inizia a giocare a basket nella squadra locale, nei Raggi-X di Roentgen, ma i risultati iniziali non sono ottimali e la squadra non ha troppa visibilità. Ora entra in gioco un personaggio a cui Dirk, e di conseguenza il mondo della pallacenestro, deve tantissimo: Holger Geschwinder, capitano della nazionale tedesca di basket alle Olimpiadi di Monaco 1972. In Germania, prima della partita della prima squadra era abitudine far giocare gli Juniores. La partita tra gli Juniores di Dirk e i rivali finisce al supplementare e Holger decide di rimanere a guardarsi la fine della partita prima di tornare negli spogliatoio. Ed è qui che Geschwinder si ‘’innamora’’ del tedescone e ne vede le grandi possibilità. Decide di prenderlo sotto la sua ala e di allenarlo personalmente promettendo che ne avrebbe fatto il più grande giocatore tedesco di tutti i tempi. I risultati parlano da soli.

I metodi di allenamento sono strani, la palla Dirk la vede molto poco, Holger si concentra su esercizi di equilibrio, gli fa praticare la scherma e diversi esercizi di aerobica (spesso lo fa tirare mentre fa la spaccata), lo fa lavorare su delle palle mobili per cercare di dargli degli equilibri diversi.

Questi metodi gli permettono di prendersi tiri atipici, anche fuori equilibrio, classico è il tiro del tedesco su una gamba sola buttandosi all’indietro. Geschwinder porta il ragazzo al draft nel 1998, nel quale viene scelto con la nona scelta assoluta dai Milwaukee Bucks, che lo girarono subito (secondo un accordo anteriore che coinvolgeva anche i Phoenix e Nash) ai Mavericks di Don Nelson. A Dallas è cresciuto ed è diventato quello che tutti sappiamo, uno dei 30-40 giocatori più forti di tutti i tempi e uno degli europei più dominanti di questo gioco. Ha subito parecchie delusioni, come la sconfitta da favorito nelle Finals 2006 contro gli Heat di Dwayne Wade, dopo la quale si recò nel deserto australiano, presso la roccia di Uluru, nota come Ayres Rock (ci sono stato e, fidatevi, ne vale la pena), per una sorte di ‘’viaggio spirituale’’. Affermò di essere tornato cambiato e pronto per vincere. Lo fece 5 anni dopo, andando contro tutti e tutto, battendo il ‘’Prescelto’’ da sfavorito.

E’ attualmente 10° nella classifica ALL-TIME per punti segnati, con 26786 punti segnati. Grazie WunderDirk, grazie per quello che hai dato a questo sport. I miei più sentiti auguri. We are all Nowitnesses.