NCAA Final Four, le quattro pretendenti al titolo 2022

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Nel corso del Tournament le sorprese sono state tante ma la Big Dance si avvicina all’atto finale comunque con squadre di alto lignaggio tra le quali la meno attesa si chiama North Carolina.

UNC era al #8 dell’East Regional per colpa della sconfitta casalinga subita il 16 Febbraio contro Pittsburgh, una squadra del Quadrant 4, senza la quale sarebbe stata molto più in alto nel ranking.

Dopo aver superato agevolmente Marquette al primo turno, ha dovuto poi recuperare in OT la partita già sostanzialmente vinta con Baylor e superare UCLA grazie ad un parziale negli ultimi 2′.

Alle Elite8 si è poi trovata ad affrontare Saint Peter’s, Cenerentola delle Cenerentole, la prima nella storia NCAA ad arrivarci con il #15 in un match che è durato pochi minuti, il tempo necessario a demoralizzare una squadra molto più debole.

Al primo anno da head coach dopo 9 come assistente di Roy Williams c’è Hubert Davis, tornato alla sua alma mater dopo aver giocato per 12 stagioni in NBA ed aver fatto per altri 8 anni l’analista per la ESPN.

Miglior marcatore dei Tar Heels è Armando Bacot un’ala grande che in stagione ha già messo a segno 29 doppie-doppie e nel Tournament sta viaggiando con 16 punti e 16 rimbalzi di media ma il vero ago della bilancia dei Tar Heels è Caleb Love.

L’unico dei tre recruit 5 stelle di coach Roy Williams nel suo ultimo anno sulla panchina rimasto a UNC, quando in stagione regolare Love ha segnato meno di 10 punti i Tar Heels hanno avuto un record di 1-4 ed è stato lui con 2 triple consecutive a fare il break contro UCLA.

A completare il quintetto abbiamo Brady Manek, senior transfer da Oklahoma che nel Tournament è oltre i 21ppg, R.J.Davis, capace di accendersi all’improvviso, e Leaky Black, lo specialista difensivo.

Simile il percorso di #2Duke che ha sbrigato la formalità CSU Fullerton per poi doversela sudare con #7Michigan State e #3Texas Tech mentre la partita contro #4Arkansas è stata quella vinta più agevolmente.

I record di Coach K si conoscono, 1.202 vittorie (1.129 a Duke), 13 apparizioni alle Final Four, 101 vittorie al Tournament, 5 titoli NCAA, quello che è meno noto è che in passato per almeno 5 volte ha rifiutato il ruolo da capo allenatore NBA anche quando lo stipendio offerto era il doppio di quello che allora percepiva a Duke (quest’anno incasserà fra i 7 e i 9mln).

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Il miglior marcatore e miglior giocatore è il nostro Paolo Banchero a cui viene data la palla soprattutto in post basso per sfruttare il suo movimento di piedi e la mano delicata quando c’è bisogno di mettere a segno dei punti.

Marc Williams, il centro titolare, in questo Tournament sta dimostrando la sua importanza in difesa con le 16 stoppate già distribuite senza cadere mai nel problema dei falli così da poter essere in campo nei momenti che contano.

Wendell Moore Jr e AJ Griffin hanno fatto la loro parte per i Blue Devils con regolarità ma senza mai spiccare mentre Jeremy Roach ha avuto alcuni sprazzi in momenti importanti.

Nel suo percorso nel South Regional, #2Villanova è stata favorita dagli upset che l’hanno vista affrontare #7Ohio State, #11Michigan che aveva battuto #3Tennessee e poi #5Houston che aveva superato prima #4Illinois e poi la #1Arizona. Ma questo non vuol dire che sia stato facile perchè ogni volta che i Wildcats hanno mollato un po’ nel secondo tempo, gli avversari si sono fatti pericolosamente sotto: da +15 a +2 con i Buckeyes, da +9 a +4 con i Wolverines e da +11 a +2 con i Cougars.

Guardando le statistiche delle Final Four coach Jay Wright andrebbe considerato il miglior coach del gruppo visto che su 3 apparizioni ha vinto 2 titoli ed a maggior ragione lo si dovrebbe considerare tale se confrontassimo i recruit di Duke, Kansas o UNC rispetto a quelli di Villanova.

Quest’anno sarà necessario un mezzo miracolo visto che dovrà fare a meno di Justin Moore, una guardia titolare da quasi 15ppg, che si è rotto il tendine di Achille nel finale di partita con Houston.

La sua perdita potrebbe non essere devastante in quanto i Wildcats non vincono le partite segnando un punto in più ma concedendone uno in meno tant’è che in stagione sono stati la 19^ miglior difesa della nazione con 62,2 punti concessi a partita che nel Tournament si è ulteriormente migliorata limitando gli avversari a 55 di media.

Il miglior giocatore è Colin Gillespie, un ragazzo entrato dalla porta di servizio visto che era stato unanimemente considerato un giocatore da 3stelle, che al suo quinto anno con Nova deve riscattare la scorsa stagione finita a Marzo quando si è rotto il legamento mediale. E lui il titolo 2018 l’ha vinto anche se da riserva.

Il quintetto esperto comprende i senior Jermaine Samuels, Brandon Slater e Caleb Daniels al posto di Moore ai quali si aggiunge il sophmore Eric Dixon, il più giovane dei 5 ma quello che può accendersi in ogni partita.

Kansas è la favorita delle Final Four in quanto l’unica #1 ad esserci arrivata ma al pari delle altre finaliste ha avuto un primo turno con Texas Southern ed una Elite8 con Miami facili mentre prima con Creighton e poi con Providence ha dovuto lottare.

Coach Bill Self, alla 19^ stagione sulla panchina dei Jayhawks, deve dimostrare di meritarsi il contratto a vita firmato nello scorso Aprile e si gioca molta della sua credibilità visto che a parte il titolo del 2008 e la finale del 2012 troviamo un’altra Final Four e tante, troppe eliminazioni prima delle Elite8.

Questo anche tenendo con del roster che si ritrova che vede come punta di diamante quel Ochai Agbaji da quasi 19ppg e come degni gregari Christian Brau che tira col 40% da 3pti, la coppia di ali Jalen Wilson e David McCormack e lo specialista difensivo Dajuan Harris Jr.

Aggiungi poi che nel Tournament Remy Martin ha messo in mostra quello che si è visto negli ultimi anni ad Arizona State e nelle prime tre partite viaggiava a quasi 20 di media.

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Quello che manca a KU è la tranquillità ai tiri liberi in quanto nessun giocatore è oltre l’80% per cui manca l’uomo a cui dare la palla a fine partita per portare a casa un due-su-due e nelle quattro partite del Tournament sta viaggiando col 67%.

Tatticamente le sfide dovrebbero essere completamente diverse.

Il fatto che Duke e North Carolina si incontrino per la prima volta nella storia del Tournament è spiegato dal fatto che il Committee normalmente distribuisce nei Regionals le squadre della stessa Conference.

Entrambe le squadre amano i ritmi alti e quindi ci si può aspettare un punteggio alto.

Duke punterà molto sul gioco dei lunghi in quanto gli accoppiamenti Banchero-Manek e Martin-Bacot sono sulla carta a suo favore mentre UNC deve sperare che Love continui ad essere ispirato ed R.J.Davis riesca a mettere in difficoltà un Roach che non ha mai trasmesso sicurezza alla squadra.

Come abbiamo spiegato in un precedente articolo l’NCAA ha deciso di accantonare l’RPI in favore del suo NET ma i risultati di quest’anno dimostrano che è stato più preciso l’RPI in quanto alle Final Four troviamo Kansas e Villanova, rispettivamente n.1 e 2, oltre alla 11 e 17 (per il NET sono n.6, 8, 12 e 31).

In questa partita è probabile che il ritmo lo detterà Villanova, una squadra che difende bene ma comunque preferisce le partite controllate, a maggior ragione adesso che è senza Moore.

Kansas deve riuscire ad alzare il numero dei possessi, cosa difficile ma necessaria anche perchè Nova quando in stagione ha concesso più di 70 punti ha un record di 5-5, e deve sfruttare la superiorità fisica di McCormack per segnare canestri facili ed in termini di rimbalzi.