NCAA Recap: Due Wiggins in mostra!

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Il sabato è senz’altro il giorno da dedicare al college basketball, perché ci sono sempre una serie di gare che attraggono i fans di tutto il mondo, o quantomeno quelli appassionati alla NCAA. Il match di giornata non poteva non essere il derby del Michigan, ovvero Wolverines contro Spartans, oltre ad altre gare che vedevano impiegate l’imbattuta Wichita State, e quella inarrestabile Kansas. Cliccando sul risultato potrete visualizzare il box score completo.

Gary Harris

MICHIGAN STATE- MICHIGAN 75-80 Il big match della Big Ten è andato di scena a East Lansing, tra le due formazioni che si contendono il primato in conference. Pronti, partenza e via, e sono gli ospiti ad allungare grazie ad un perfetto 4/4 al tiro. Ovviamente, quando Michigan tira con questa perfezione, grande protagonista è il cecchino canadese Nik Stauskas. Gli Spartans, orfani ancora di Adreian Payne out da cinque gare a cui si è aggiunto Brendan Dawson che dovrà rimanere fermo per 4-5 settimane, ci mettono un po’ a carburare. Il primo a scuotersi è, neanche a dirlo, Gary Harris, che tra l’altro schiaccia in contropiede portando i suoi sul -2. Nell’azione successiva gli ospiti rispondono con la stessa moneta, e ci pensa Jon Horford ad affondare con una bimane il pallone nel canestro avversario su illuminazione di Stauskas. I ragazzi di coach Tom Izzo, però, prendono sempre più possesso del campo, trovando prima la parità sul 16-16 con la prima vera azione offensiva di Keith Appling, e poi addirittura il vantaggio. I Wolverines sembrano in balia dell’avversario, per svariati minuti mandano in aria soltanto dei tiri sterili, senza riuscire a portare avanti una vera e propria controffensiva. I primi segnali di ripresa arrivano da Caris LeVert, che manda a segno due triple quasi consecutive. Quando Michigan State è in trans agonistica, però, è difficile contenerla, e trovando punti importanti dalla panchina, con una bomba anche di Travis Trice, riallunga poco prima del riposo lungo. Gli squilli dei freshman Zak Irvin, dalla lunga distanza (6/11 di squadra all’halftime), e Derrick Walton, in contropiede per un gioco da tre punti, permettono ai gialloblu di chiudere inseguendo sul 36-30. Al rientro dagli spogliatoi il leit movit della gara, ma soprattutto i protagonisti non cambiano. Da una parte Harris continua a bombardare il canestro avversario, con i vari Matt Costello e Gavin Schilling che si rivelano efficaci sotto le plance. Dall’altra palla ogni attacco vede come primo terminale offensivo Stauskas, che di certo non si fa trovare impreparato. Nonostante i ragazzi di coach John Beilein non demordano, sono sempre i biancoverdi a condurre nel punteggio, fin quando LeVert non insacca per i Wolverines la bomba del 53-53. L’inerzia della gara sembra essere sempre in favore Michigan State, eppure gli ospiti prima impattano il punteggio, e poi addirittura passano in vantaggio sul 68-60 grazie all’ennesima tripla di Stauskas e ai cinque punti consecutivi di Walton. Le ultime speranze degli Spartans sono affidate ai canestri di Alvin Ellis III, e alla difesa pressing che permette di recuperare qualche pallone. Con l’acqua alla gola, i padroni di casa ricorrono al fallo sistematico, mossa che si rivela ininfluente contro i glaciali tiratori avversari, e così Michigan espugna per 80-75 il Jack Breslin Student Event Center, dal quale in stagione è già uscita indenne North Carolina.

Derrick Walton Jr.
Derrick Walton Jr.

COSA VA MICHIGAN – Finalmente il gruppo, cosa che è mancato evidentemente ad inizio stagione, quando i Wolverines hanno abbandonato mestamente il ranking top 25 a suon di prestazioni sottotono. Adesso però, è partita la scalata, e i freshman finalmente rispondono presente. COSA NON VA MICHIGAN – Con l’infortunio di Mitch McGary coach Beilein ha perso tantissimo nel pitturato, e il duo Morgan-Horford non è che faccia tanto bene. Fortuna che tra le fila dei padroni di casa mancava il duo Payne-Dawson, perché se Costello e Schilling a tratti sono sembrati irresistibili, non oso immaginare cosa avrebbero combinato i due assenti. COSA VA MICHIGAN STATE – Questa squadra è forgiata decisamente sulla determinazione. Il big match con Michigan non si presentava nel migliore dei modi, con due assenze di spessore e un Appling in continua via di recupero. Nonostante ciò la squadra ha saputo reagire all’iniziale allungo degli avversari, per lunghi tratti ha controllato il match, poi però causa assenze varie e rotazioni corte, il fiato è venuto a mancare e la vittoria è sfumata. COSA NON VA MICHIGAN STATE – Le troppe assenze hanno sicuramente influenzato sulla prestazione, però nonostante questa epidemia che ha contagiato la squadra di coach Izzo, il roster degli Spartans potrebbe essere più corto di quanto in realtà sembri.

Cleanthony Early
Cleanthony Early

DRAKE- WICHITA STATE 61-78 La corsa degli Shockers verso l’imbattibilità passava per il Knapp Center di Des Moines, capitale dello Stato dell’Iowa, ospiti dei modesti Drake Bulldogs. I primi 5′ di gara sono parecchio noiosi, con le squadre che mettono insieme un pessimo 2/6 al tiro e ben 4 turnovers (2 per parte). Il primo a svegliarsi da questo torpore è Ron Baker, che realizza sei punti consecutivi portando la propria squadra in vantaggio. All’improvviso, però, la partita diventa spumeggiante, le due formazioni si rispondo colpo su colpo, e contemporaneamente si esaltano. Tutto ha inizio dalla bomba segnata da Richard Carter, seguita da quella di Aaron Hawley, alle quali prova a tamponare Cleanthony Early, sempre dalla linea dei 6.25, per gli Shockers. Al festival delle triple s’iscrive anche Chris Caird dei padroni di casa, che tengono duro nonostante la coppia Baker-Early inizi a macinare gioco e soprattutto punti (già entrambi in doppia cifra poco prima del 15′). Nel momento in cui i punti degli ospiti sono arrivati da altri giocatori, Wichita State ha allungato inesorabilmente il passo, e Drake non è riuscita a stare al passo, chiudendo la prima frazione in svantaggio 37-29. Il secondo tempo si gioca sulla falsariga di quello precedente, infatti i ragazzi di coach Gregg Marshall non smettono di premere sull’acceleratore, così da allargare sempre più la forbice con gli avversari. Mentre però gli Shockers sfruttano Fred VanVleet per tagliare la difesa in due, e soprattutto il loro peso specifico nel pitturato per vincere la sfida a rimbalzo; i padroni di casa si affidano semplicemente, e costantemente, al tiro pesante. Hawley e Caird continuano ad avere una buona mira, e a loro si aggiunge Jordan Daniels. Ma oltre a loro, per i Bulldogs è il nulla. Wichita State allora si limita a svolgere il compitino, batte il ferro sui punti deboli di Drake, e trova punti importanti da Darius Carter e soprattutto Nick Wiggins, il fratello maggiore del ben più noto Andrew di Kansas. La schiacciatona a rimbalzo offensivo di Early, poi, evidenzia la difesa piuttosto impalpabile degli avversari, che si arrendono con il risultato di 78-61.

Coach Gregg Marshall
Coach Gregg Marshall

COSA VA WICHITA STATE – Grande organizzazione offensiva per gli Shockers, che gli permette di avere un’ottima circolazione della palla, innescare i tiratori appostati sull’arco dei tre punti, e servire i tagli al centro dell’area. Il tutto rendendo pericolosi tutti e cinque i giocatori impiegati sul parquet. COSA NON VA WICHITA STATE – Se l’attacco funziona alla perfezione, non si può dire lo stesso della difesa. Certo, ci sono senz’altro tutte le attenuanti del caso: livello degli avversari in primis, e pochezza degli stessi nel pitturato. Però certi movimenti sono sembrati quasi naturali, e siccome ciò significa che i giocatori fanno sempre così, bisognerà valutare Wichita State contro una grande. TEXAS CHRISTIAN- KANSAS 69-91 Sfida che rappresentava un degno testa-coda nella Big 12, tra i capolista Kansas Jayhawks, con un record di 5-0, ed il fanalino di coda dei Texas Christian Horned Frogs, con un record di 0-6. Sin dalle prime battute si è capito che i rispettivi record si sarebbero riflessi anche sul parquet. I Jayhawks hanno dominato in lungo e in largo, anche e soprattutto perchè le due stelline Andrea Wiggins e Joel Embiid hanno sfornato delle prestazioni super. Mentre l’esterno è stato a dir poco perfetto al tiro, una minaccia costante per la difesa avversaria; il secondo ha trovato davvero pochi ostacoli nell’area pitturata, grazie al fisico da corazziere e a quei movimenti leggiadri che spesso traggono in inganno il difensore. I padroni di casa degli Horned Frogs sembravano quasi degli spettatori non paganti, con il solo Amric Fields a segnare con una certa continuità, e Karviar Shepherd che si è giocato un paio di post riuscendo quanto meno a farsi fischiare qualche fallo. Il passivo del primo tempo, comunque, recitava un netto 53-32. Nulla è cambiato al ritorno in campo, con Kansas sempre a dettar legge e ad avere il pallino della situazione in mano. Per un Wayne Selden Jr. che ha aggredito il match e sistemato soprattutto il proprio bottino, per Texas Christian è spuntato Brandon Parrish, il quale è riuscito ad impensierire in più d’una occasione la retroguardia avversaria. Ciò comunque non ha cambiato l’andamento generale della gara, visto che i ragazzi di coach Bill Self, che si è permesso anche delle rotazioni più ampie, non hanno mollato di un centimetro il parquet, avuto sempre alta la concentrazione e soprattutto sciorinando una pallacanestro bella da vedere. Da rivedere l’alley-oop di Wiggins per Jamari Traylor.

Andrew Wiggins
Andrew Wiggins

COSA VA KANSAS – Prendere come testo questa gara per fare un’analisi precisa sulla squadra è davvero molto difficile. Per questo ci soffermiamo sui due giovani talenti, Wiggins ed Embiid. Il primo non ha sbagliato quasi nulla, convinto dei propri mezzi, presente a rimbalzo e in fase di assistenza. Il secondo ha avuto inizialmente un impatto devastante in difesa, con le solite stoppate, mentre in attacco non è stato proprio efficace, ma quanto basta per reputarlo un campione in crescita. COSA NON VA KANSAS – Come già detto, questa gara potrà servire a tutto, tranne a fare una reale valutazione dello stato dei Jayhawks. Due i dati sui quali mi focalizzerei più di tutto: la percentuale ai liberi (65.8%) e le palle perse (10). Per il resto sembra tutta normale amministrazione.   FONTE: SPORTH24.IT