RPI, BPI, KenPom, Sagarin…i ranking del college basket

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Il 5 Novembre è iniziata la stagione e quasi subito sono usciti i primi ranking settimanali perché, in un campionato dove ognuna delle 353 squadre ne affronta solo 20-22 delle altre, è evidente che il semplice record vinte-perse non consente di valutare i rapporti di forza.
Per avere una risposta a questa domanda gli americani che amano le statistiche si sono sbizzarriti nello studiare formule per arrivare ad una classifica oggettiva e quelle principali, anche se non le uniche, sono: Rating Percentage Index (RPI), NCAA Evaluation Tool (NET), College Basketball Power Index (BPI), Sagarin e KenPom.

NCAA.com

L’RPI è quello più conosciuto anche perché fino al 2018 era uno dei parametri che il Committee doveva considerare per attribuire gli at-large-bid la cui semplicità è stata forse il suo principale difetto  in quanto la formula considera per ogni squadra il record (WP, Winning Percentage), quello degli avversari affrontati (OWP, Opponents Winning Percentage) e quello degli avversari affrontati dagli avversari (OOWP, Opponents Opponents Winning Percentage) con la formula
(WP x 0,25) + (OWP x 0,50) + (OOWP x 0,25)
In questo algoritmo l’unica ponderazione nel calcolo riguarda il WP dove le partite in campo neutro pesano 1 mentre in casa le vittorie pesano 0,6 ed in trasferta 1,4 ed inversamente le sconfitte in casa pesano 1,4 ed in trasferta 0,6.
 
Il BPI viene creato nel 2011 dalla ESPN per avere un’alternativa all’RPI e correggere le sue presunte imprecisioni.  Di fatto il BPI non fa altro che aggiunge un grosso numero di variabili dai giorni trascorsi tra una partita e l’altra, alla lunghezza del viaggio per arrivare al campo di gioco ed altre ancora oltre a calcolare diversamente la SOS e la Strenght of Record (SOR).
 
Jeff Sagarin è uno statistico che non ha mai divulgato la formula ma il suo Sagarin è stato utilizzato in passato dal Committee; attualmente la classifica viene stilata considerando 3 diversi metodi di calcolo creati con principi di calcolo leggermente diversi.
 
Ken Pomeroy è un altro statistico statunitense nel cui KenPom per ogni squadra vegnono considerate l’efficenza offensiva e difensiva sue e quelle derivanti dalla SOS, il suo stile di gioco e la SOS delle partite di non-Conference con ponderazioni anche qui diverse.
 
 
Questa tabella consente di avere un confronto immediato tra i Top10 dei vari ranking oggettivi ed il più noto tra quelli soggettivi, quello che l’Associated Press crea prendendo i voti attribuiti da giornalisti del settore.
 

ASS.PRESSRPIBPISAGARINKENPOM
DukeWest VirginiaMichigan StateKansasMichigan State
LouisvilleUTEPDukeDukeLouisville
Michigan StateKansasVillanovaGonzagaVirginia
KansasVirginiaVirginiaOhio StateDuke
MarylandTempleGonzagaOregonOhio State
North CarolinaOhio StateOregonVirginiaGonzaga
VirginiaMarylandFloridaAuburnKentucky
GonzagaColoradoKansasBaylorKansas
KentuckyAuburnLouisvilleMarylandPurdue
Ohio StateArkansasAuburnMichigan StateBaylor

 
 
E’ vero che siamo solo alla 4^ settimana ma le Top10 di tutti questi ranking offrono spunti curiosi:
–  la classifica RPI sta prendendo forma con una incidenza sempre maggiore della schedule al punto che Louisville (6-0), nonostante sia imbattuta, è alla posizione 54 in quanto la sua SOS è la 254^ della nazione mentre Texas Southern (1-5) è al n.67 in quanto la SOS è la 9^ della NCAA;
–  nel BPI troviamo in terza posizione Villanova (4-2) che sfrutta la sua produttività offensiva e difensiva, concretizzate nelle 3 vittorie con ampi scarti (43, 24 e 29), per scalare la classifica nonostante abbia perso le uniche 2 partite giocate con squadre tra le prime 50 RPI;
–  nel Sagarin evidentemente pesano molto le sconfitte perché nelle prime 10 squadre solo Michigan State ne ha subite 2 anche se con squadre tra le Top60;
–  il Kenpom è quello più strano perché oltre ai nomi già presenti negli altri ranking compare un Purdue (3-2) che viene premiata per i contenuti margini delle sconfitte (4 e 10 punti) con squadre tra le prime 50RPI e quelli elevati nelle 3 vittorie (22, 44 e 32 punti) con avversari talmente deboli da generare la 270^ SOS.
 
 
Oltre a questi la NCAA ha creato il suo “NCAA Evaluation Tool”, un algoritmo che ha sostituito l’RPI negli strumenti a disposizione del Committee durante il Selection Sunday, del quale sono stati resi noti i principi generali e rispetto all’RPI, oltre ad alcuni piccoli aggiustamenti, ha 2 grosse differenze:  considera l’efficienza offensiva e difensiva delle squadre ma anche i punti di margine nelle vittorie.
L’esigenza di questo nuovo algoritmo non c’era e forse il suo unico scopo è stato quello di far riprendere alla NCAA la centralità anche nei ranking e forse in questo sarò in conservatore ma l’RPI continuo a giudicarlo quello più attendibile in un campionato dove Stephen F.Austin può battere Duke espugnando il Cameron Indoor Stadium.
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