Ecco perchè la serie di Michael Jordan The last dance ha avuto tanto successo

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Molti non saranno nemmeno appassionati di pallacanestro, del resto in Italia questo sport non è considerato come meriterebbe, ma sicuramente chiunque di noi ha prima o poi sentito parlare di Michael Jordan e dei Chicago Bulls degli anni novanta. Non solo il più grande cestista della storia con il team più iconico che si ricordi, con Scottie Pippen e l’eclettico Dennis Rodman a fare da ciliegina sulla torta, bensì un’unione di intenti, un sogno condiviso da un’intera città che si è fatto realtà per ben tre volte consecutive e poi altre tre, come a dire che i sogni si possono realizzare e se ci si crede lo si può fare anche più di una volta.

La bella storia di Michael Jordan ed i Chicago Bulls comincia nel lontano 1984 quando il giovane e talentuosissimo ragazzo di Brroklyn viene selezionato per terzo al Draft NBA e fin da subito suscita non poco stupore tra il pubblico e soprattutto tra i suoi selezionatori, che non credevano di essersi aggiudicati un giocatore così forte e al tempo stesso così giovane. Non c’è nemmeno da chiedersi se Michael avesse faticato ad ambientarsi all’arrivo in NBA perchè già dalle prime partite fa capire a tutti che è lui il campione e che finchè sarà guidato dal coach Phil Jackson la sua incredibile carriera sarà legata alla aquadra di Chicago, con la promessa di portare a casa il primo tanto agognato titolo.

La stagione 1990/1991 è finalmente quella della rivincita, dopo tanti sacrifici e tantissime prodezze sotto canestro, il fenomeno Jordan e i suoi Bulls si aggiudicano le finali contro i LA Lakers e da lì non si fermano per altri due anni, portando a casa anche il titolo della stagione 1991/1992 battendo Portland in finale e nel 1992/1993 trionfando su Phoenix. Probabilmente molti scommettitori avrebbero sperato nell’avvento delle scommesse in tempo reale come quelle offerte da Bet Italia per provare ad aggiudicarsi la vittoria grazie ad una prodezza all’ultimo secondo di gioco del grande ed imbattibile Michael .

Le stagioni si susseguono e Michael Jordan si afferma come uno dei più grandi sportivi della storia, conquista per sei volte il titolo MVP delle finali, per ben dieci volte è incoronato miglior marcatore, cinque volte MVP della regular season. Come se non bastasse Jordan ottiene anche tre MVP dell’All-Star Game e un titolo NBA Defensive Player of the Year. Tra i suoi incredibili record la media punti più alta nella storia della regular season con uno score di 30,12 punti ad incontro, suo anche il recordo di marcature nella storia dei playoffs con un’incredibile media di 33,45 punti a partita.

Un gigante della pallacanestro e dello sport in generale, capace di arrivare ad essere paragonato a Babe Ruth e al grandissimo pugile Muhammad Ali grazie alle sue capacità cestistiche inimmaginabili, la storia di Michael Jordan è stata racconata innumerevoli volte, a noi italiani il ricordo più simpatico forse arriva dal film d’animazione del 1996 “Space Jam” in cui Jordan aiuta Bugs Bunny e i suoi amici cartoni animati a vincere una sfida di basket contro un gruppo di perfidi alieni mutanti.

La serie The Last Dance diretta da Jason Hehir e co prodotta da ESPN Films e Netflix è arrivata in Italia solo da poche settimane e sta già spopolando tra gli appassionati di pallacanestro e non solo. Sarà che a tutti piacciono le storie di campioni, anche se spesso ci si dimentica il sacrificio a cui vanno incontro per ottenere il successo, questa storia è sicuramente degna di essere raccontata a tutti coloro che si avvicinano ad uno sport per la prima volta e vogliono capire cosa vuol dire lavorare duro per essere il migliore.