Basketinside “Legadue Best Italian Race” – Gerarchie immutate, ma con qualche sorpresa

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Un pò in ritardo, è vero. L’Italia meriterebbe di più, ma facciamo del nostro meglio. E con l’anticipo già in corso, rinfreschiamoci la memoria dei fatti dell’ultimo turno, con i nostri occhiali tricolori.

Partiamo come sempre dall’anticipo. Scafati resta imbrigliata nel pantano della crisi, e il successo contro Trieste fa davvero scambiare lucciole per lanterne, in casa Givova. Illudono insomma i due punti ottenuti contro Trieste cinque giorni fa, mentre i due punti che Forlì raccoglie stasera sul parquet infuocato del PalaMangano, fanno a pezzi un’altra concorrente per la post-season dopo Ferentino, e lanciano sempre più i bianco-rossi nell’orbita dei play-off: inattesa. Come l’82-86 finale, in un match molto ad elastico, con break e contro break, tanti contatti, emozioni, fino all’aria tesissima , quasi da tagliarsi col coltello, vista negli ultimi ’10. Come è giusto che sia in una sfida dal sapore play-off, e che Forlì, con cinque uomini in doppia cifra e Musso a 9 punti, porta a casa nonostante i tanti falli sui lunghi nei primi due quarti, con un gioco più quadrato, più di sistema, più coriaceo. E dire che il match, dopo un avvio favorevole (2-11 a 4’25”dalla prima sirena), si mette male per la Le Gamberi, considerando soprattutto le forze in campo: Soloperto al 7′ esce avendo già due falli sul groppone, entra Tessitori, e lo stesso golden-boy classe ’94, in uno con l’ex compagno Simeoli, arrivano a tre falli sulla sirena del 20′ (38-38). Ma cosa succede? Slay non è mai coinvolto con continuità dei giochi, anche se viene allontanato a caro prezzo, e qui Dell’Agnello vince la sua scommessa. Pochi sussulti, per il coloured che chiude con 10 punti (8/9 dalla lunetta), e soltanto 3 rimbalzi, ma poco che incida tanto nell’economia del match. Match in cui Roderick, con il suo fisico e il suo atletismo, regala momenti di spettacolo in transizione e dal palleggio, senza lesinare vere e proprie delizie per Natali e Simeoli.Match in cui Borsato chiude immacolato al tiro e lasciando ilsegnodi una freddezza che in realtà marchia tutta Forlì: vedere il Soloperto dell’ultimo quarto, che giganteggia sotto arrivando fino a 13 rimbalzi con 6 falli subiti. E a proposito dell’ultimo quarto… con l’atmosfera incadescente, patron Longobardi infuriato, e le tribune del PalaMangano quasi pronte a cadere, i tifosi a bordo campo. Ma non basta: Scafati paga anche l’avventura tattica delle scelte individuali, la zona messa al meglio troppo tardi, e troppe le iniziative di firma singola: lodi a Bushati,che negli ultimi 10′ è l’unico vero condottiero della causa giallo-blu, e dal suo suo angolino destro, (superiore per gli amici della tv), mette all’angolo sia Roderick che Spencer, e chiude con 14 punti, 4/8dal campo, 5/6 dalla lunetta,6 falli subiti e 20 di valutazione in 22′; lodi a Sorrentino,che nel terzo quarto scalda la mano e olia al meglio le gambe, e chiude con 14 punti, 6 rimbalzi 5/12 dal campo. Ma si tratta di singoli, e di piccoli, soprattutto: il basket è gruppo. Così reintegro di Baldassarre, vispo e voglioso soltanto nei primi minuti, porta frutti a metà, e Ghiacci sparisce dopo un primo tempo acorrente alternata. E in questo vero e proprio tira e molla, che si chiude quando sull’ 82-83, di fioretto, c’è l’offensivo di Nicola Natali, il secondo fallo di Bushati, e Spencer fa 2/2: 82-85, timeout a 9”. Col quinto di Spencer, Mays tradisce: l’1/2 fatale, e la contesa sul secondo sbagliato, premia Forlì, con due liberi di Natali, anche per lui 1/2. Il time-out di Bartocci non serve a nulla. Saranno serviti questi giorni per evitare a Veroli il colpo di grazia alla sua gestione?

Una gestione che comunque va avanti, anche se in ben altre condizioni, è quella di Eugenio Dalmasson. Portatele via gli americani, toglietele pure anche i due lunghi di riferimento Gandini e Fall, fuori per infortunio: l’AcegasAps, senza paura alcuna, continuerà a lottare sempre strenuamente, anche con solo le briciole in mano. I biancorossi giuliani si arrendono a 100 secondi dalla fine, con Pistoia che si stacca definitivamente solo dopo 38 minuti e mezzo: ma, ancora una volta, è una sconfitta che lascia un retrogusto dolciastro ma pur sempre almeno un minimo gradevole ai supporter di casa. Finisce 88-94 per la capolista Giorgio Tesi Group che, così come successo a Brescia qualche settimana fa, ha dovuto sudarsela copiosamente per riuscire a strappare i due punti a una Trieste che ha avuto la capacità sopraffina di riuscire a dare il massimo sino all’ultimo, sebbene la forza degli avversari capolista abbia la meglio. La “giovine Trieste” parte decisamente bene: l’asse Mescheriakov-Urbani funziona alla grande, con quest’ultimo che ne mette cinque di fila. Le due triple di Carra e Filloy spingono l’AcegasAps avanti di sei lunghezze al 5′ (17-11), la Giorgio Tesi dimostra di avere buon peso con Toppo che brucia la linea di fondo, non trovando però la giusta continuità offensiva. I giuliani la buttano sulla velocità, uccellando in un paio di occasioni Pistoia che non riesce a leggere le trame repentine triestina: i padroni di casa, con un “reverse” di Filloy, si ritrovano addirittura a +10 (21-11), gli avversari producono un parzialino di 5-0 con Toppo e la tripla di Meini, prima di subire un’altro missile terra-aria di Carra da lontano. Il punteggio sorride all’AcegasAps, avanti per 24-16 al 10′. I problemi di rotazioni per Trieste cominciano a intravedersi quando un 2 metri e 15 come Borra viene marcato da un 1 metro e 88 come Coronica: ma alla fine i biancorossi non pagano troppo pegno in tal frangente, perchè la squadra di Dalmasson continua ad avere un ottimo rendimento in attacco nonostante Pistoia stessa sia poi costretta ad “adeguarsi” ai pochi centimetri (e chilogrammi) messi sul parquet dai giuliani. I piccoli di casa fanno sfracelli, prima con Ondo Mengue e poi col già citato Coronica: tuttavia la Giorgio Tesi ricuce pian pianino tutto il gap, trovando sufficiente vita facile sull’altro lato del campo. Si svegliano Galanda, Rullo e Graves, con quest’ultimo che trova il pari sul 42-42: i toscani chiudono poi in crescendo la metà gara, trovando il massimo vantaggio del primo tempo con tre lunghezze da gestire alla pausa lunga. Alla ripresa delle ostilità, Pistoia tenta una prima prova di fuga piazzando due bombe con Rullo prima e Cortese poi (44-51), l’AcegasAps rimane però concentrata ad hoc con un buon Filloy che segna e dispensa assist a Urbani e Ruzzier: i giuliani rimangono agganciati sul -2 al 26′ (53-55), poi Pistoia trova quanto cercato da parecchi minuti: la verticalità dei propri lunghi. Borra si innesta finalmente con brillantezza, mettendo grossi disagi sotto i tabelloni, ancora Toppo (MVP alla fine, in doppia-doppia con 16 punti e 10 rimbalzi) è una sentenza per precisione e consistenza ai rimbalzi. Sono però anche i punti di Cortese a far male a Trieste, che chiude sotto di 8 lunghezze alla penultima sirena. Da quel momento in poi, uno “show” dietro l’altro del trittico arbitrale fa da scomodo contorno della gara: gli uomini in completo arancione non ne indovina una nemmeno per scommessa, specie ai danni di Trieste (chiamate lapalissiane non fischiate, altre dubbie invece sanzionate) che, su un tecnico inopinato fischiato a coach Dalmasson, rischia di veder conclusa anticipatamente la propria gara. Il +13 esterno, frutto del 2/2 di Rullo e della triplissima di Saccaggi, sembra consegnare le chiavi in mano alla Giorgio Tesi: niente di tutto questo, poiché un tarantolato Carra (che alla fine sfiorerà il trentello) si prende in mano la squadra e ispira anche i giovani, con Coronica e Urbani a mettere punti in cascina. Pistoia rischia di incepparsi sul più bello, e l’anti-sportivo a Galanda (anche in questo caso, fischio alquanto dubbio della terna arbitrale) sembra riaprire tutti i giochi. L’AcegasAps rimane incollata sino all’82-85 con poco meno di due minuti al termine, prima che la bomba di Rullo coadiuvata dallo schiaccione di Graves mettano al riparo il team di coach Moretti da qualche infida sorpresa finale.

Nel finale invece nulla di più sicuro che il successo, per la truppa del Poz. E sale come un diesel l’Orlandina, che lavora ai fianchi la ferrea difesa di Verona per operare il sorpasso, dopo essere stata sotto anche di nove, aumentando lo scarto e perdendosi solo a buoi scappati: il ritorno alla vittoria contro gli scaligeri, in un match dove le infermerie sono piene di italiani (Ghersetti, Ganeto, Passera e Benevelli), che però viene macchiato solo dagli ultimi, scellerati, 60 secondi che non hanno permesso, dal +12, di capovolgere lo scarto subito all’andata (-10) e così Verona rimedia in Sicilia la seconda sconfitta nel giro di sette giorni e quarta complessiva, viene raggiunta a 16 punti dai biancazzurri ma conserva lo scarto della differenza canestri nel caso di un eventuale arrivo a parità di punti per un posto nei playoff. Verona, in partenza trova l’uomo giusto dalla panchina per l’allungo: Boscagin. Insieme a De Ros (per l’ex barcellonese 16 punti, 7 rimbalzi), l’ex reggiano porta punti in dotazione e Verona allunga (19-24 a 7′), che diventa +7 poco dopo. Nel finale di frazione però Poletti griffa 4 punti preziosi di rabbia (29-33 a l’48”), Torna il convincente “bisonte” di avvio 2013 con una prova, di fosforo e forza, ma Verona trova un mini-break di 0-5 (tabella di Da Ros e granata di Chessa) per il suo massimo vantaggio (29-38). Per scrollarsi di questo equilibrio a sfavore, nel terzo quarto, serve per l’Orlandina una “bomba” di Portannese, che apre la difesa veneta, prendendosi subito uno sfondo in difesa a 3’14”, per poi rifirmare il sorpasso definitivo con i liberi del 48-47 a 2’18”. L’Upea inoltre , con Palermo preferito allo statico Mathis, ubriaca la Tezenis con una serie di siluri dai 6,75 metri che risulteranno decisivi: in serie Portannese e due di George per il 57-49 a 8’24”, quindi anche Palermo (60-51 a 705″). Ancora, Battle innesca Poletti per un 2+1 del 65-54 a 5’40”, Westbrook esala le ultime speranze ospiti (66-59) ma la tripla di Palermo vale il +10 e un contropiede di Battle il 71-59. A 2’43” quinto fallo di Chessa, l’Orlandina mette in saccoccia la vittoria ma nell’ultimo minuto subisce 6 punti che non gli permettono di ribaltare lo scarto dell’andata. Da sottolineare ancora le prestazioni di Palermo e Portannese. Il primo è la piacevole sorpresa della serata. Senza Passera e con Mathis opaco, il “Poz” lo lancia dentro e non lo esce più. Matteo se la gioca da pari a pari, annulla McConnell in difesa, trova coraggio, corsa e grinta in attacco. Portannese invece gioca una delle migliori gare in assoluto con grande energia in difesa e punti chirurgici in attacco (80% dal campo), conditi anche da 4 rimbalzi e 3 assist: dei numeri importanti.

L’importante invece per Brescia era ritornare subito al successo dopo la sconfìtta rimediata di misura a Casale Monferrato la scorsa settimana, possibilmente senza snaturare le proprie qualità di squadra che vince e diverte. E la Centrale del latte non ha fallito contro Veroli, che pur comportandosi da squadra pimpante, pronta a gettarsi con lo spirito battagliero su ogni pallone, e che si adatta bene al gioco delle rondinelle, non riesce a incamerare i due punti. Le condizioni non sono mancate: Juan Fernandez ricade nell’errore di farsi fischiare due ingenui falli nei primi due minuti della sfida, costringendo Martelossi richiamarlo subito in panchina, mentre dall’altra parte si fanno intravedere sprazzi di ottima pallacanestro. Jurevicus e Rinaldi si fanno trovare pronti sugli inviti dei compagni Però all’inizio del secondo periodo la Centrale rientra completamente in partita, esibendo un Cuccarolo tuttofare. In difesa recupera due palloni sopra la testa di un paio di avversari, in attacco tramuta in punti due suggerimenti di Jenkins e Fernandez e quando torna in difesa spazza via una palla ospite destinata a depositarsi nella retina. Con le giocate del gigante di Asolo, una ritrovata voglia difensiva e quattro punti di fila messi nel cesto avversario da Jenkins, la Centrale completa la rimonta sul 21 a 21 (13′). Per accelerare ci penseranno gli americani, anche se Brkic, che ha interpretato alla perfezione la gara dell’ex, è onnipresente sui due lati del campo e così una Veroli quasi «suonata» da una Leonessa ormai entrata completamente in sintonia con la gara, è costretta a cedere il campo ai biancoazzurri. Perfetta par tita da ex per il totem David. Nei primi minuti è lui che tiene a galla la Centrale quando Veroli vorrebbe scappare via subito. Il 30 di valutazione è lo specchio reale della sua nuova grande performance.

Performance invece che è piena di rimorsi, quella della FMC Ferentino. Che proprio sul più bello, quando la rimonta sembrava possibile, è probabilmente emersa la maggiore lucidità della Sigma Barcellona e la profondità del roster di Perdichizzi. In casa ciociara qualche rimpianto per ciò che poteva essere e non è stato, però la rincorsa playoff continua. Anche perchè ci sono dei punti fermi come un monumentale James e un eccellente Guarino. Per la cronaca Gramenzi lancia Casini che esordisce dinanzi ai suoi nuovi tifosi. Completano il quintetto, decisamente “pesante”, Guarino, James, Pongetti ed Ekperigin. Dall’altra parte Perdichizzi si affida ai suoi “litolarissimi” Green, Thomas, Sanders, Callahan e Cittadini. Capitan Bucci suona la carica da tre e subilo dopo Cittadini porta Barcellona al primo allungo sul +7 (17-24). Time-out Gramenzi, e Ferentino si scuote, grazie anche all’ingresso in campo di Gurini ed in pochi minuti si costruisce la sua rimonta (23-25 al 17′). Ecco quindi che due liberi di auarino riportano avanti Ferentino (30-29). Il tira e molprosegue fino all’interino lungo con Barcelloia che in volata chiude sul 39 a 44. Nella ripresa botta e risposta tra Guarino e Thomas all’uscita dagli spogliatoi. Servirebbe un consistente contributo della panchina, per la FMC, ma nonostante tutto al 24′ è 46-47. Barcellona però cerca di scappare ancora e da tre Thomas e Callahan fanno male. Gli fanno eco Parrillo e Guarino. Un paio di palle perse malamente dai ciociari però consentono ai giallorossi un piccolo ma significativo allungo fino al 57 a 64. Non succede nulla per oltre tre minuti, eccezion fatta per due punti di Allegretti e un canestro da sotto di Mocavero. La cosa fa il gioco di Barcellona che a metà ultimo quarto è ancora a +8 (60-68), ma un paio di giocate di Tomassini e il primo guizzo di Casini riportano Ferentino sotto (68-70). Nel frattempo la situazione falli barcellonese è tuff altro che rosea: Cittadini, Mocavero e Sanders sono a quattro. La rimonta amaranto però non si concretizza, anche per via di due falli sanzionati a Guarino (il primo dei quali tecnico) in prossimità dell’ultimo giro di lancette. Barcellona non sbaglia mai dalla lunetta e chiude sul 71 a 79. Sul risultato, che pure sembrerebbe influenzato dalla precisione al tiro della Sigma, influiscono comunque le torri del reparto lunghi: Cittadini soffre in avvio e fa bene il coach a richiamarlo in panca. Torna sul parquet nel secondo quarto ed è decisivo per arrivare all’intervallo sul +5, ricacciando i tentativi di rimonta amaranto. Mocavero quindi offre un ottimo apporto offensivo. Nel momento di massima difficoltà, a inizio gara, subentra a Cittadini e si fa apprezzare per i movimenti in post basso e l’impegno. Insieme a Callahan poi cambia l’inerzia dell’incontro proprio sotto le plance, dove si pensava che Barcellona potesse pagare di più.

Paga invece, e tanto, il coraggio di Imola, il desiderio di lottare, nonostante tutto. E sotto sostanzialmente, per 39’39”, l’Aget conquista una vittoria incredibile, frutto della propria voglia di non arrendersi al destino e alla forza di Trento, a lungo superiore. L’Andrea Costa così conferma di avere ritrovato il carattere messo in mostra prima della pausa. Grande protagonista Rudy Valenti, autore di 21 punti a coronamento di una prova da leone sotto canestro. Ottime anche le prove di Gay e Foiera. E dire che la Bitumcalor, nel secondo quarto, si impone nettamente, e Umeh, un po’ in proprio un po’ costruendo per gli altri, scava il primo strappo vero: 20-31 al 12′. Imola si avvicina fino al 30 a 36 e coach Buscaglia richiama Spanghero (importanti le sue due triple) per Forray. In questa prima fase della partita, Trento ha tenuto in panchina Dordei, facendo giocare solo sei minuti a Garrì, a conferma di una Bitumcalor per certi versi sperimentale, ma che chiude in vantaggio anche la seconda frazione e va al riposo in vantaggio per 37 a 48, frutto di un pirotecnico finale. Trento tira con l’80% da 3 (8/10) al 14′ e diventa difficile muovere qualche rimprovero all’Andrea Costa, che ha in Foiera l’unico riferimento offensivo vero, mentre Frassineti fatica più del solito e Maestrello si conferma “sterilino”. Una perla di Gay prima e una di un Turel deciso e voglioso poi evitano guai peggiori, moltele triple. Spanghero da tre e canestro di Fojera, per un prolungato canestro contro canestro, fermato dalla sirena: 54 a 64 all’ultima pausa e per l’Aquila sono ancora dieci punti di vantaggio. Gli ospiti hanno più energie, quella a rimbalzo di Pascolo vale il 54-67 del 32′ e una situazione da spalle al muro per l’Aget. Ecco però il ribaltone di Rudy. Un 10-0 improvviso di Imola riaccende il Pala Ruggì, e Valenti è ancora perfetto dalla lunetta. Lo sarà fino alla fine, forse oscurando il capitano ,e simbolo di questa squadra, che entra con Imola a terra e la risolleva. E il tecnico “strappato” a Elder vale 1/3 di partita. 6 rimbalzi, 5 falli subiti e 19 di valutazione. Poco altro da aggiungere.

Chiudiamo come sempre offrendovi il meglio della giornata. E in questo meglio, lottato e sudato, è sempre la Novipiù a lasciare il segno. Con le unghie e con i denti. Avanti una sola volta in 40 minuti, la Junior acciuffa il pari nel finale e all’overtime supera 94-90 una mai doma Fileni Jesi. Che cuore la squadra di Griccioli: sa vincere anche quando non è la serata giusta. Nulla da fare nemmeno stavolta, per la Fileni Jesi. Noe basta un Maggioli in stato di grazia (33 punti a referto) per interrompere la striscia negativa di risultati. Gara «inceppata» all’inizio, i rossoblu sprecano sotto le plance e il canestro sembra stregato: 3-11 al 5′ con una tripla di Ware e il nulla. Hoover ha la mano molto calda e la difesa marchigiana è a tratti invalicabile. Serve una doppia magia di Green a riportare fiducia, ma dall’altra parte del campo Maggioli fa il diavolo a quattro da ogni mattonella (11 punti). Pressione e pressing danno ottimi risultati: 11-25 alla prima sirena. Ci vuole il capitano a dare la scossa della rimonta. Palla rubata in difesa e subito mattone da tre punti per Pierich. La Junior tira fuori gli artigli e inizia a menar fendenti. Sul pitturato, però, non si riesce a fermare l’azione di un Maggioli che ha ritrovato spazi e punti. Più roccioso Butkevicius che difende alla meraviglia su Maggioli, la Novipiù nel secondo tempo risale fino a -2. Dalla lunetta Casale non perdona, ma l’ antisportivo fischiato a Ferrerò blocca la Novipiù. Quando tutto sembra perduto arrivano, due triple siderali di Pierich (record di 2004 punti fra A e Legadue) che valgono il -1 a 25 secondi dalla fine. Il duello si sposta ai liberi. Casale ha la mano più ferma e si va all’overtime sul 76-76. E se per 40 minuti non ne prende una dalla distanza, (0-4 da tre) poi all’overtime piazza le due triple che uccidono la partita e dalla lunetta chiude i conti. Così il cecchino per eccellenza in casa monferrina spiana la strada per un trionfale 94-90. Dove conta anche Simone Pierich: Griffa la vittoria con 6 triple, su altrettante conclusioni, che segnano la rimonta e poi si prende la soddisfazione di tagliare quota 2000 con la canotta della Junior nei due più importanti campionati nazionali.

E fatte come al solito le nostre premesse, nominations, voti, classifica…e restate in città!

I NOSTRI “DE LUXE” ITALIANS (6 PUNTI)
Marco Carra (AcegasAps Trieste)
Michele Maggioli (Fileni Jesi)
Fiorello Toppo (Giorgio Tesi Group Pistoia)
Matteo Palermo (Upea Capo d’Orlando)
Marco Portannese (Upea Capo d’Orlando)
Francesco “Charlie” Foiera (Aget Imola)
Simone Pierich (Novipiù Casale Monferrato)

I NOSTRI “SPECIAL” ITALIANS (4 PUNTI)
Jacopo Borra (Giorgio Tesi Group Pistoia)
David Brkic (Centrale del Latte Brescia)
Francesco Guarino (FMC Ferentino)
Andrea Coronica (AcegasAps Trieste)
Stefano Borsato (Le Gamberi Foods Forlì)
Nicola Natali (Le Gamberi Foods Forlì)
Matteo Da Ros (Tezenis Verona)
Amedeo Tessitori (Le Gamberi Foods Forlì)
Stefano Simeoli (Le Gameri Foods Forlì)
Roberto Rullo (Giorgio Tesi Group Pistoia)
Marco Spanghero (Bitumcalor Trento)
Matteo Malaventura (Novipiù Casale Monferrato)
Emanuele Mocavero (Sigma Barcellona)
Alessandro Cittadini (Sigma Barcellona)
Giovanni Tomassini (FMC Ferentino)

I NOSTRI “WELL DONE” ITALIANS (2 PUNTI)
Giacomo Galanda (Giorgio Testi Group Pistoia)
Guido Meini (Giorgio Tesi Group Pistoia)
Marco Giuri (Sigma Barcellona)
Mirco Turel (Aget Imola)
Franko Bushati (Givova Scafati)
Gennaro Sorrentino (Givova Scafati)
Massimo Chessa (Tezenis Verona)
Davide Pascolo (Bitumcalor Trento)
Gino Cuccarolo (Centrale del Latte Brescia)
Lorenzo Saccaggi (Giorgio Tesi Group Pistoia)
Riccardo Cortese (Giorgio Tesi Group Pistoia)
Andrea Coronica (AcegasAps Trieste)
Emanuele Urbani (AcegasAps Trieste)
Mattia Soloperto (Le Gamberi Foods Forlì)

Tommaso Rinaldi (Prima Veroli)

LA CLASSIFICA

40: Fiorello Toppo (Giorgio Tesi Group Pistoia).


34: Francesco Guarino (FMC Ferentino).
32: Michele Maggioli (Fileni Jesi) .
28: Nicola Natali (Le Gamberi Foods Forlì), Francesco “Charlie” Foiera (Aget Imola).
26: Michele Vitali (Biancoblù Basket Bologna).
22: Marco Carra (AcegasAps Trieste), Giacomo Galanda (Giorgio Testi Group Pistoia).
20: Luigi Dordei (Bitumcalor Trento), Patrick Baldassarre (Givova Scafati), Niccolò Martinoni (Novipiù Casale Monferrato), Davide Pascolo (Bitumcalor Trento), Guido Meini (Giorgio Tesi Group Pistoia).
18: Matteo Frassineti (Aget Imola), Andrea Ghiacci (Givova Scafati), Matteo Da Ros (Tezenis Verona), Simone Pierich (Novipiù Casale Monferrato).
16: Giacomo Gurini (FMC Ferentino), Matteo Chillo (Aget Imola), Marco Giuri (Sigma Barcellona), Amedeo Tessitori (Le Gamberi Foods Forlì), Marco Portannese (Upea Capo d’Orlando).
14: Riccardo Cortese (Giorgio Tesi Group Pistoia), Alessandro Cittadini (Sigma Barcellona).
12: Giancarlo Ferrero (Novipiù Casale Monferrato), Donato Cutolo (Biancoblù Basket Bologna), Emanuele Mocavero (Sigma Barcellona).
10: Luca Garri (Bitumcalor Trento), Giovanni Pini (Biancoblù Basket Bologna), Mirko Turel (Aget Imola).
8: Federico Loschi (Centrale del Latte Brescia), Matteo Montano (Biancoblù Basket Bologna), David Cournooh (Biancoblù Basket Bologna), Jacopo Valentini (Fileni BPA Jesi), Franko Bushati (Givova Scafati), Massimo Chessa (Tezenis Verona), Andrea Coronica (AcegasAps Trieste), Marco Spanghero (Bitumcalor Trento), Mattia Soloperto (Le Gamberi Foods Forlì).
6: Diego Monaldi (Novipiù Casale Monferrato), Luca Infante (Prima Veroli), Lorenzo Saccaggi (Giorgio Tesi Group Pistoia), Matteo Palermo (Upea Capo d’Orlando).
4: Giacomo Eliantonio (Sigma Barcellona), Luca Conte (Bitumcalor Trento), Simone Berti (Prima Veroli), Emanuele Urbani (AcegasAps Trieste), Giovanni Tomassini (FMC Ferentino).
2: Giacomo Sabattani (Aget Imola), Gabriele Ganeto (Tezenis Verona), Davide Bruttini (Prima Veroli), Marco Rossetti (Prima Veroli), Gennaro Sorrentino (Givova Scafati).