Tredici punti (con tre triple) nel solo primo quarto per tracciare la via maestra ai compagni più esperti. E’ stato Fabio Mian, con un inizio di partita quasi perfetto, a dare il là alla settima vittoria esterna stagionale della sua Moncada in quel di Bari, consumando la più classica delle vendette di un ex che aveva cominciato lo scorso anno, proprio con la maglia biancorossa, la sua carriera in Dna. Va quindi all’ala della squadra siciliana la palma di Man of The Week in uno scontro diretto che rilancia ulteriormente la squadra di Ciani (peraltro già qualificata per le Final Four di Cecina) in classifica, anche per merito di un ventenne in attesa della definitiva consacrazione (10.6 di media) ma già ben più maturo e concreto di quanto la carta d’identità(classe 1992) non dica.
Fabio, a Bari un’altra vittoria esterna contro la tua ex squadra.
Si, abbiamo avuto il merito di partire subito forte (0-9 con due sue bombe, ndr) la gara e poterla gestire per tutto il resto della contesa. Siamo stati bravi e concentrati nel controllare la partita e sappiamo quanto sia importante vincere in trasferta.
Sette vittorie esterne come Torino, nessuno meglio di voi.
Si, paradossalmente il nostro momento più negativo è coinciso con più partite giocate in casa (tre sconfitte consecutive tra le mura del PalaMoncada) mentre in trasferta siamo riusciti ad esprimerci con più tranquillità ed ad esaltare meglio le nostre qualità. Ma sappiamo che questo per noi è un dato importante per proseguire con fiducia il resto della stagione.
Rotazioni a 10 come sistema scelto dal coach Ciani: ognuno ha la sua chance.
Si, ma è soprattutto un grosso beneficio anche per la preparazione e la disputa degli allenamenti settimanali, che avvengono sempre al massimo della concentrazione. Ognuno è nelle condizioni di dare qualcosa di importante, che giochi 5 o 30 minuti, ma la forza del nostro gruppo è proprio questa e sono ben contento di aver accettato la proposta in estate della società e di coach Ciani.
Quanto incide l’innesto di Chiacig in una squadra già forte di suo?
Sicuramente tanto e ben più di quanto la sua carriera abbia espresso. Per lui e per quello che ha fatto può essere un livello anche ancora basso, ma al di là del suo valore tecnico, ci aggiunge esperienza e fisicità laddove non l’avevamo avuta in maniera continua in tutte le partite.
Secondo anno in Dna per te, dopo quello di Bari. Che tappa è Agrigento nella tua carriera?
E’ un’esperienza che mi sta servendo tanto a livello mentale e di sicurezza. Riesco ad avere un ruolo più da protagonista rispetto all’anno scorso in una squadra che sta anche facendo bene e lotta per i primi posti, ma piuttosto che pensare a lungo termine preferisco continuare a lavorare duro ed a pensare, una alla volta, alle partite di quest’anno.