La storia del divino Dejan Bodiroga, "White Magic"

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source: elmundo.es Correva l’anno 1991 quando, nel tenersi informato sui Junior Worldcup Championships ad Edmonton in Canada, Bogdan Tanjevic si trovò tra le mani un articolo che, a sua detta, aveva osato fare un paragone davvero azzardato. “Boscia”, coach che ha fatto la storia del basket europeo (tra le altre cose, condottiero degli azzurri medaglia d’oro ad Eurobasket 1999, conquista avvenuta proprio di questi tempi ormai 15 anni fa), all’epoca, non potè fare a meno di aggrottare le ciglia nel constatare che il giornalista in questione aveva accostato un giovanissimo ragazzo della Yugoslavia (compagine che all’epoca era guidata dai ben più noti Mrsic, Rebraca, Loncar…) a Magic Johnson, soprannominandolo addirittura “White Magic”. Pur se con una buona dose di scetticismo, con la curiosità che lo ha sempre contraddistinto, Tanjevic volle togliersi lo scrupolo di andare a verificare di persona. Nell’estate successiva, partendo da Trieste (città in cui risiedeva) si diresse alla volta della costa della Dalmazia per assistere ad un incontro della compagine croata del KK Zadar. Nonostante la stella indiscussa della squadra fosse un certo Komazec, il coach notò quel qualcosa, e nella sua mente l’idea che l’affermazione di cui sopra non fosse poi cosi insulsa iniziò, seppur molto lentamente, a farsi strada. Nell’ultima stagione in cui ancora esisteva l’ex-Jugoslavia, Dejan era già protagonista in prima squadra allo Zadar. Di li a pochissimo però, la situazione politica lo avrebbe costretto a compiere delle scelte delicate: sebbene non avesse avuto problemi personali sul suolo croato, le sue origini serbe, alle porte della guerra che si stava scatenando, rendevano la sua permanenza in Croazia un’opzione non praticabile. Fu allora che una delegazione composta dal suo mentore Cosic, suo fratello maggiore Zeljko, ed un ex-giocatore dello Zadar spostatosi a vivere negli US (Nedeljko Ostarcevic) si recò alla volta di Trieste per convincere Tanjevic a firmare Dejan. La missione non era delle più semplici: all’epoca infatti, solo due stranieri potevano esser messi sotto contratto da ogni squadra, e gli slot in questione venivano usualmente riempiti con degli Americani. Firmare un giovane diciottenne semi-sconosciuto costituiva un rischio non da poco, ma nonostante ciò Cosic riuscì a convincere Boscia. Le difficoltà però non si erano esaurite lì: Dejan era ancora sotto contratto con lo Zadar, che non ne avrebbe voluto sentire di rilasciarlo. Il ragazzo quindi si trovò ad affrontare una dura stagione di soli allenamenti, senza poter disputare alcuna partita ufficiale. Fu solo nella stagione 1992-1993 che finalmente quel ragazzo yugoslavo di 2.05m. poté esordire nella massima competizione italiana. Nel video reperto che segue (all’interno del quale potete scorgere una prodezza dello stesso “Boscia” dinanzi agli occhi di un giovane Gregor Fucka sotto canestro), [youtube http://www.youtube.com/watch?v=aXU9HZih_aY] potete ammirare da voi quel giovane, la cui mimica facciale lasciava intuire come fosse già maturo e ben responsabile nonostante la sua giovane età, e come avrebbe giocato un ruolo decisivo per la Stefanel di Trieste prima e per le altre compagini che lo avrebbero potuto schierare in futuro. La sua maturità si confermò essere a dir poco disarmante: un vero e proprio diamante capace di giocare pressoché in qualsiasi ruolo (da 1 a 5), un team-player (si dice che non prendesse scientemente il suo primo tiro prima del settimo minuto dell’incontro, per avere una idea più chiara di come la squadra si stesse comportando e di cosa gli sarebbe stato richiesto in termini di apporto realizzativo) capace però allo stesso tempo di caricarsi la squadra sulle spalle e, se necessario, mettere a referto ben 51 punti in un unico incontro (contro la Reggio Calabria di Michael Young) oppure 38 con 10/10 dal campo nel faccia a faccia con Michael Ray Richardson. Negli anni di Trieste Bodiroga si trovò a perdere 3 finali di Coppa Korac, ma le meritate soddisfazioni sarebbero arrivate di lì a breve: quando la Stefanel, spostatasi da Trieste a Milano, si aggiudicò campionato e coppa Italia nell’annata 1995-1996.

Dejan a Milano
Dejan a Milano (source: xtratime.org)
Avuta gratificazione per quattro anni di duro lavoro, giunse per Dejan, che nel frattempo era riuscito (’95) ad esordire con la nazionale maggiore nonostante le sanzioni internazionali non gli avessero permesso di aggregarsi al gruppo delle Olimpiadi di Barcellona ’92 nel recente passato, il tempo di nuove sfide: cambiò nazione e si spostò in camiseta blanca alla corte del Real Madrid.
Bodiroga al Real Madrid
Bodiroga in camiseta blanca (source: corazonblanco.com)
I due anni nella capitale spagnola non furono entusiasmanti (nonostante un titolo di MVP della Liga), e, dopo essersi aggiudicato la seconda medaglia d’oro consecutiva ad Eurobasket nel 1997, Dejan cambiò nuovamente casacca e nazione, andando ad aprire insieme a coach Obradovic l’epoca d’oro del Panathinaikos. Nei suoi anni “in verde”, Dejan vinse ben tre campionati greci e due Euroleghe da totale protagonista, meritandosi un posto d’onore nel cuore dei calorosissimi tifosi ateniesi, che di li in poi gli avrebbero sempre riservato accoglienze a dir poco da brividi ogni qualvolta le loro strade si fossero trovate ad incrociarsi nuovamente.
Tributo Pana a Bodiroga
Tributo Pana a Bodiroga (source: 3-ponto.blogspot.com)
Dopo aver vinto in terra americana un Mondiale (Indianapolis 2002), Bodiroga rientrò in Spagna, stavolta sponda blaugrana, dove Pesic lo aveva immediatamente richiesto come a suo tempo aveva fatto Obradovic, per realizzare il sogno catalano di aggiudicarsi una Eurolega. Neanche a dirlo, la missione fu portata a termine, con la ciliegina sulla torta degli onori di MVP per la seconda stagione consecutiva nella massima competizione continentale. Nel suo triennio a Barcellona Bodiroga vinse anche per due volte la Liga ACB, piu’ una Copa del Rey ed una Supercoppa.
Bodiroga in canotta blaugrana
Bodiroga in canotta blaugrana (source: blaugranas.com)
Per chiudere il cerchio, la sua carriera (nella quale si e’ affermato come campione nazionale in quelli che erano all’epoca i tre campionati più significativi e competitivi: italiano, greco e spagnolo), si è chiusa con un biennio a Roma, precisamente con questi emozionanti secondi che seguono, a quali ho assistito di persona al palazzo all’epoca, e che vi lascio giudicare senza ulteriore indugio o tentativo di commento. [youtube http://www.youtube.com/watch?v=Hga_ltf8s9s] Questa è la storia di Dejan Bodiroga, giocatore dal QI cestistico sovraumano che, in un basket sempre più volto alla predominanza atletico-fisica, e’ sempre riuscito a portare a scuola tutti con i suoi fondamentali e con un livello di comprensione del gioco davvero senza uguali. Quante volte, nel guardarlo, avete avuto per una frazione infinitesimale di secondo l’impressione che in fondo non fosse abbastanza esplosivo da poter concludere con successo la giocata per poi essere immediatamente smentiti da un lampo di pura poesia cestistica? Poco fa ho usato non a caso l’espressione “portare
a scuola”: scelto con la chiamata 51 al secondo giro dai Sacramento Kings, Dejan non ha mai compiuto il salto oltreoceano. Qualche soddisfazione nei confronti degli Americani, però, se la è tolta lo stesso, scrivendo un vero e proprio libro il cui titolo potrebbe essere “Bodiroga schools…X” dove X=giocatore NBA. [youtube http://www.youtube.com/watch?v=QtgfPe0eeuM] Negli esempi a corredo i malcapitati risultano essere Penny Hardway e Carmelo Anthony. [youtube http://www.youtube.com/watch?v=DQEzmPKdqt4] Come sapevate già, o come avrete capito leggendo delle sue gesta, stiamo parlando di uno dei giocatori FIBA più rappresentativi e vincenti di sempre: tre ori all’Europeo, due al Mondiale ed un argento alle Olimpiadi, tre Euroleghe e numerosi campionati nazionali vinti (Italia, Spagna, Grecia), nonché insignito di innumerevoli riconoscimenti personali (tra cui, oltre ai svariati award di MVP, troviamo l’inclusione nei 50 Greatest Euroleague Contributors e nell’Euroleague 2001-2010 All Decade Team). In aggiunta a dati e palmares, una curiosità della quale forse non tutti di voi sono a conoscenza è che egli avesse un grado, seppur non estremamente stretto, di parentela con Drazen Petrovic: Gospava, nonna di Dejan, da nubile faceva di cognome Petrovic, e suo fratello era il nonno del compianto Drazen. Quest’ultimo e Bodiroga, quindi, erano cugini di secondo grado.
Drazen Petrovic
Drazen Petrovic
Quanti giocatori di basket di area FIBA possono dire di essersi visti dedicare una canzone? Nessuno, o quasi. Per chi di voi non l’avesse ancora mai sentita, ecco una hit che vi resterà nel cuore: [youtube http://www.youtube.com/watch?v=ZcDf-XlM7vg] Semplicemente, Dejan.   di Valerio D’Angelo