Momenti di Basket/2 – Italia: buona la prima, ottima la seconda

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Io comincerei dall’affermazione di Pianigiani dopo le sconfitte post Trentino Cup: “noi siamo questi”; come dire non possiamo fare di più, mentre mi ero permesso di ribadire alcune mie convinzioni sul possibile “vantaggio” offerto dalle assenze eccellenti se avessimo cambiato il modo di giocare.

Il debutto a Capodistria contro la Russia ed il rilancio 20 ore dopo contro la Turchia, complici anche i risultati provenienti dagli altri campi, mi hanno dato ragione e ci hanno detto che non siamo gli ultimi e che possiamo dire la nostra.

Certo la Russia è sembrata una Squadra mediocre aggrappata a Shved ed in attesa degli acuti di Monia e Fridzon, per il resto nulla, mentre la Turchia di Tanjevic è apparsa ancora più ferma e slegata, vittima delle giocate di un arrugginito Turkoglu ed alla ricerca di qualche occasionale spunto sotto canestro.

Due Nazionali, la Russia e la Turchia, anch’esse comunque falcidiate dagli infortuni, forse più che l’Italia, ma colpevolmente ancorate al basket omologato degli utlimi anni.

L’Italia, al contrario, ha fatto virtù della situazione causa le assenze e forse si è avvantaggiata proprio dalla consapevolezza di essere “orfana” di almeno 3 Giocatori importantissimi (Gallinari, Bargnani ed Hackett) ed ha trovato Il Gallo in Datome e Gentile, il Bargani che vorremmo dal tandem Cusin-Melli ed un Hacket meno eplosivo, ma più pensante in Travis Diener.

La nostra nazionale ha dovuto (o voluto ?) cambiare il suo modo classico di giocare, ha abbandonando il basket del solo pick and roll ed ha cominciato a servirsi di un maggiore movimento di uomini a palla, ha ricorso più spesso all’uno contro uno ed ha attaccato il canestro con entrate proposte da uomini sempre diversi.

La scorsa estate, durante le qualificazioni, l’assenza di Bargnani e Belinelli avevano fatto crescere e responsabilizzare di molto Datome, ora le ricordate assenze hanno dato respiro, fantasia e libertà ai nostri ragazzi, facendo emrgere il Gentile, l’Aradori e lo stesso Cusin.

Non a caso, al superlativo Datome contro la Russia, ha fatto da contraltare il coriaceo ed imprevedibile Gentile anti Turchia, con Belinelli ed Aradori sempre al pezzo, un Diener in costante crescita e Melli imprendibile dai lentissimi turchi.

Un cambiamento che è avvenuto anche in difesa, con i vari quintetti azzurri meno spinti all’aggressività assoluta, ma capaci di valutare la pericolosità dei singoli giocatori e di leggere le diverse soluzioni che solo una difesa elastica può facilmente produrre.

La difesa è stata forse più “obbligata”, che “convinta”, dovendo mascherare la fragilità sottocanestro e risparmiare Cusin, ma il cambio di passo e di strategia ci ha “avvantaggio” e ci ha fatto sfruttare i nostri centri atipici o le ali forti che siano, chiamandole a tamponare, tagliare fuori e ad andare più agilmente a rimbalzo.

Il risultato è sotto gli occhi di tutti, nella speranza che questi cambiamenti non siano sfuggiti agli osservatori più attenti, convincendoli che il pragmatismo del basket moderno, ormai omologato ai centimetri ed ai muscoli, al pick and roll ed al tiro da 3 ed alla spasmodica aggressivi in difesa, non è il solo modo per primeggiare.

Il merito è certamente di tutti, di un Gruppo unito, pronto a scambiarsi ruoli e proscenio e capace di sperimentare e di capire, con lo stesso C.T., che il basket è uno, ma può essere giocato in mille maniere.

E’ una bella Italia che fa piacere veder giocare e che potrà dire la sua anche nella 2^ fase ormai acquisita (basta battere la Finlandia), avendo la possibilità di crescere, di visionare gli avversari e di mettere in campo altri protagonisti di giornata e diverse facce tattica della nostra difesa. (oltre la uomo).

Bravissimi Ragazzi e Forza Azzurri.