La partita vista da…Varese
È una Cimberio che non smette mai di sorprendere quella di quest’anno. 15 vittorie e primo posto in classifica dopo 18 giornate di campionato. E ora le due vittorie nei primi due turni di Coppa Italia contro Milano e Roma per arrivare in finale, contro la Montepaschi Siena. I supporters biancorossi hanno dovuto aspettare quattordici lunghissimi anni prima di rivedere la propria squadra nell’atto finale della coppa nazionale. È facile viaggiare quindi indietro con la memoria, perché l’ultima Varese ad arrivare in finale era stata proprio quella del ’99, i Roosters guidati da Carlo Recalcati. Veljko Mrsic e Daniel Santiago al fianco di un clamoroso gruppetto di italiani composto da Pozzecco, Meneghin, Vescovi, Galanda e De Pol. Quella Varese perse la finale di Coppa, uno sciagurato 63-65 contro la Kinder Bologna di Abbio e Rigaudeau, ma vinse poi lo Scudetto a maggio contro la Benetton Treviso. L’ultimo campionato vinto finora da Varese, il più bello, il decimo della storia biancorossa.
I ragazzi capitanati da Ere hanno quindi sulle spalle un’eredità pesante: l’ultima Varese ad essere arrivata in finale è forse una delle edizioni più amate della storia biancorossa, mentre l’ultima ad averla vinta è addirittura quella del 1973, con Dino Meneghin e Bob Morse sugli scudi. Per riportare la Coppa Italia nella Città Giardino dopo 40 anni, Frank Vitucci ha bisogno di una prestazione sontuosa da parte di tutti gli elementi della squadra. Bisogna lasciarsi alle spalle non solo la difficile trasferta di Siena di una settimana fa, ma anche la prestazione di ieri contro l’Acea. Sì, perché nonostante il risultato favorevole Varese non può certo dire di aver espresso un buon gioco per i primi tre quarti. Contro la squadra di Luca Banchi, sicuramente non sarà sufficiente giocare ad alti livelli solamente il quarto periodo. Ere, ieri inarrestabile pur davanti ad un fuoriclasse come Datome, quest’oggi dovrà misurarsi con David Moss, che con i due sopracitati completa il podio delle migliori ali piccole del campionato. Banks, che contro Roma ha chiuso con 2/9 dal campo, deve ritrovare fiducia. L’esito della partita è incerto, ma a Varese c’è un pensiero diffuso: comunque vada sarà un successo, perché il progetto che ha portato questa squadra dalla Legadue alla finale di Coppa Italia in quattro anni è già abbastanza per riempire d’orgoglio l’intera città.
La partita vista da…Siena
È cambiato l’allenatore, sono partiti quasi tutti i giocatori del precedente ciclo di Siena, ma la sostanza è invariata: la Montepaschi rimane al vertice del nostro campionato e si prepara a disputare la quinta finale di Coppa Italia consecutiva, la sesta della sua storia. Siena ha perso, al supplementare, quella del 2002 contro la Kinder Bologna di Ginobili e David Andersen, poi ha vinto consecutivamente le edizioni 2009, 2010, 2011 e 2012. Non bisogna però pensare ad una squadra appagata, dal momento che la Mens Sana desidera questa vittoria tanto quanto Varese. All’inizio di questa stagione ha infatti inaugurato una squadra completamente nuova, con lo storico vice Luca Banchi che è passato alla posizione di capo-allenatore. Per lui, comunque protagonista delle grandi vittorie senesi nello staff di Simone Pianigiani, sarebbe la prima vittoria da head coach e di certo non ha nessuna intenzione di lasciarsela sfuggire.
Se i ragazzi di Vitucci hanno sulle spalle un’eredità pesante, quella della Grande Ignis prima e dei Roosters poi, lo stesso vale anche per i biancoverdi: giocatori come Terrell McIntyre, Romain Sato, Shaun Stonerook e Bo McCalebb, che tanto hanno vinto con questa maglia, non sono più in squadra. Hackett e compagni vogliono vincere per continuare la tradizione di questa Siena e per dimostrare che non valgono meno dei loro titolatissimi predecessori. Bobby Brown è in linea teorica la stella di questa squadra e in diversi frangenti della stagione è riuscito a non far rimpiangere McCalebb, ma giocatori altrettanto decisivi sono Daniel Hackett, incontenibile nei quarti quarti contro Reggio Emilia e Sassari, e David Moss, perno difensivo della squadra e sapiente attaccante. Nonostante un roster sulla carta di minor livello rispetto alla Siena versione Pianigiani, questa squadra ha comunque le carte in regole per continuare a vincere in Italia e per provare ad ottenere un successo europeo che persino all’attuale coach della nazionale è sempre sfuggito. C’è qualcosa di meglio rispetto all’inaugurare questo nuovo ciclo con una vittoria in Coppa Italia? Decisamente no. Tutta Siena è convinta di poter continuare a dominare.