ed il nostalgico ricordo di Marko Jaric (attraverso un intervista del Resto del Carlino) dei suoi anni bolognesi che lo hanno visto crescere sia come uomo che come professionista. Partiamo dal presidente Sabatini che attraverso un comunicato sul sito ufficiale della società ha esortato i componenti del Gruppo per il bene della Virtus, 27 persone, a manifestarsi nel pre-gara del match con Siena per rendere pubbliche di fronte al pubblico di Casalecchio le proprie rimostranze. Infatti per il patron virtussino spetta al pubblico che paga il biglietto ed è abbonato giudicare il contenuto delle critiche mosse dal gruppo di tifosi in protesta. Poi per quanto riguarda le critiche del gruppo mosse allindirizzo degli imprenditori bolognesi tacciati di scarso amore verso la Virtus, in merito a ciò Sabatini ha proposto un premio in provvigioni ai protestanti se riuscissero a smuovere dalle loro posizioni gli imprenditori della città delle due torri. Infine Sabatini ha rinnovato linvito ai componenti del gruppo a palesarsi, se saranno bravi saranno applauditi dalla folla oppure in caso contrario passeranno per asini, ma meglio asini che conigli.
Passando allintervista di Jaric rilasciata al Resto del Carlino, lasso montenegrino ha fatto un salto nel passato per ricordare i suoi 4 anni bolognesi divisi tra Fortitudo e Virtus. Tante le curiosità svelate dal buon Marko, dalla Crovette rossa lho usata solo per sei mesi, ai tanti flirt allombra dei portici bolognesi è una leggenda, avevo solo tante amiche, tutto qui non fatemi aggiungere altro. Poi lasso serbo si è soffermato ai suoi ricordi in Virtus: Mi torna in mente la mia prima Virtus, un gruppo giovane, io Smodis Ginobili e Andersen, poi la vittoria di 37 con la Fortitudo nel derby e li ci fu la svolta della stagione. Quella stagione nel 2001 che portò in dote il grande slam ai virtussini con campionato, coppa Italia ed Eurolega in bacheca. Quando gli si chiede di un possibile grande slam con Siena questanno risponde: Quello che sto cercando di spiegare ai miei compagni, è che un grande slam non si può pianificare ma bisogna provarci. Poi, infine, alle domande sul suo futuro risponde: Non so potrei giocare ancora per un anno o per cinque, quello che conta è farlo ad alto livello. Per il fisico devo ringraziare mamma e papà, io ci metto tanto lavoro in palestra, in giro vedo tanti ragazzi di talento che non lo sfruttano e non lo coltivano. Infine, se rimarrò o no a Siena? sono concentrato solo sul finale di stagione.