È stata una annata molto difficile e piena di luci e ombre per la Pasta Reggia Caserta che, se nella prima parte di campionato aveva illuso tutti che fosse l’anno buono per fare qualcosa di importante, dalla decima giornata in poi ha dato davvero una brutta immagine di sé e si è salvata praticamente solo in virtù dei risultati di inizio stagione. Gli infortuni, i tanti finali buttati al vento e, collegato a ciò, l’assenza di un vero playmaker, sono stati i principali responsabili di questo crollo che ha portato la compagine casertana all’ennesima salvezza che però quest’anno, pur essendo arrivata con tre giornate di anticipo, non ha il sapore di quelle passate.
EDGAR SOSA 7
Sul talento c’è poco da discutere: è stato per ampi tratti della stagione una vero e proprio flagello per le difese avversarie costrette a subire i suoi strepitosi numeri offensivi. Uno dei peccati originali di questa squadra è stato quello di credere che Sosa potesse avere tutti i canoni classici del palymaker, ma in realtà lui è un attaccante puro in grado in determinati momenti della partita di caricarsi la squadra sulle spalle e prendersi responsabilità al limite della forzatura. In molti hanno sostenuto nel corso della stagione che la Juve giocasse meglio senza di lui, ma non è certo ascrivibile al giocatore l’errore di aver creduto che sarebbe potuto essere quello che per caratteristiche e indole non è. A conti fatti, nonostante il precoce e burrascoso addio, è risultato essere uno dei migliori esterni del campionato e, se avesse trovato un contesto diverso probabilmente la squadra avrebbe non poco giovato delle sue prestazioni.
Probabilmente, nonostante l’età e un ruolo che a inizio stagione non sarebbe dovuto essere da protagonista, è stato l’eroe della salvezza bianconera: infatti, lui è stato l’mvp della partita contro Torino che, di fatto, ha regalato la permanenza nella massima serie alla compagine campana. Per moltissimo tempo è stato l’italiano più incisivo del campionato, poi è stato un po’ trascinato dalla squadra in un momento buoi, ma alla fine, prima di salutare tutti e volare a Bologna per aiutare la F a tornare nella massima serie, ha, con le sue triple e la sua esperienza, permesso a Caserta di fare l’ultimo passo verso il raggiungimento dell’obiettivo. Soprattutto dopo l’addio di Sosa e con un Bostic a mezzo servizio, serviva l’aiuto di tutti tra gli esterni e il fratello maggiore di Andrea non si è fatto quasi mai trovare impreparato.
MARCO GIURI 5,5
Anche per lui annata di luci e ombre: avvio di stagione importante con anche la tripla decisiva nella prima partita contro Reggio Emilia, poi un lento declino e la perdita di efficacia. Nelle prime dieci partite era riuscito a svolgere al meglio il suo ruolo di alternativa al playmaking più anarchico di Sosa e la squadra aveva trovato una doppia dimensione offensiva che aveva portato a dei risultati importanti, poi,un po’ il calo di rendimento collettivo e un po’ la pressione di vivere tutto ciò da capitano, la grinta ha iniziato talvolta a lasciare spazio al nervosismo e ad alcune brutte prestazioni. Nelle ultime partite c’è stato un notevole e non scontato scatto d’orgoglio, ma se voleva dimostrare di essere un giocatore potenzialmente importante doveva farsi trovare pronto in fasi molto più decisive della stagione.
La sua è stata una stagione caratterizzata da numerosi infortuni che lo hanno tenuto lontano dai campi da gioco per un notevole numero di partite. Nei piani iniziali sarebbe dovuto essere, insieme a Gaddefors, ”l’equilibratore” difensivo della squadra, cosa riuscita molto bene prima dello sfortunato infortunio muscolare occorsogli contro Pesaro. Dopo un stop di un paio di giornate è tornato a disposizione contro Reggio Emilia e ha fatto la differenza sostituendo l’espulso Sosa, ma di lì a poco è arrivata la ricaduta che lo ha fermato praticamente per tutto il resto della stagione. Le sue prestazioni non corrispondono di certo al voto assegnatogli, ma la sua fragilità fisica ha penalizzato non poco la squadra che si è trovata in troppe situazioni a dover sopperire all’assenza della sua guardia americana.
DARDAN BERISHA 7
Arrivato all’ombra della Reggia a fari spenti, si è rivelato un giocatore di assoluto affidamento come da prassi per la scuola balcanica. Le sue triple hanno messo un tassello importante per la salvezza e le buone prove offerte nel finale di campionato che hanno leggermente riscattato l’immagine di Caserta dopo la difficile fase centrale del campionato. Nel corso della sua esperienza casertana ha fatto vedere di essere un eccellente tiratore di striscia e di essere dotato di ottime doti caratteriali. Se saranno risolti i problemi che in questo momento tengono occupati mente e cuore di tutti coloro che tengono ai colori bianconeri, sarà certamente uno dei primi da contattare per provare a inserirlo nella Juve che verrà.
Anche lui arrivato a stagione in corso e anche lui molto importante per il raggiungimento della salvezza. Quando il pomeriggio del 31 dicembre è arrivato il comunicato stampa che annunciava il suo arrivo a Caserta per dare una mano negli allenamenti, in molti avevano storto il naso, ma, nonostante l’età e il periodo di inattività, l’ex Miami Heat ha dimostrato tutta la classe di cui è dotato. Anche fuori dal campo è entrato nel cuore dei tifosi anche grazie alla sua convinta partecipazione alla marcia di poche settimane fa in favore della Juve. Probabilmente non si è trattato della migliore annata della sua carriera, ma il suo contributo, soprattutto dal punto di vista del carisma, non è mai mancato e, in una squadra che a un certo punto si è mostrata molto scoraggiata dagli eventi, queste sono doti più che mai preziose.
VIKTOR GADDEFORS 6
Il suo ruolo era chiaramente quello di specialista difensivo e, pertanto, poco gli si può imputare relativamente a suo scarso rendimento offensivo. Anche se da lui non ci aspettavano assolutamente percentuali da top scorer, a deludere un po’ sono stati i tantissimi tiri rifiutati che lo hanno portato spesse volte a chiudere partite giocate con un buon minutaggio con davvero un numero irrisorio di conclusioni tentate. Rispetto alla passata stagione si è notato un passo indietro dal punto di vista caratteriale, ma non è stata completamente negativa la sua stagione perché. come detto, le sue principali responsabilità erano difensive e a quelle non si è di certo sottratto. Nelle ultime partite ha preso anche maggiore coraggio in attacco e, se mai si dovesse puntare ancora su di lui, sarebbe un buon punto di partenza per migliorare il prossimo anno.
È stato uno degli acquisti accolti con maggiore entusiasmo in estate e a inizio campionato ha dimostrato che questo entusiasmo era del tutto giustificato. Arma tattica molto importante nelle mani di Sandro Dell’Agnello, nelle prime dieci giornate è stato fondamentale sia in fase offensiva che difensiva, poi il ginocchio ha iniziato a dargli fastidio e a incidere sulle sue prestazioni fino alla decisione di fermarsi. Il suo campionato è durato molto poco e, pertanto, dovendo valutare l’apporto dato alla squadra nel corso della stagione, non possiamo sbilanciarci più di tanto nel voto da assegnargli, ma possiamo serenamente dire che sarebbe potuto essere un’arma potentissima per questa squadra nella sua rincorsa ai playoff.
RAPHIAEL PUTNEY 6
Come prima stagione da questa parte dell’oceano non c’è male: infatti, l’ala americana ha fatto vedere buone cose dal punto di vista tecnico e atletico e, almeno nella fase iniziale della stagione, ha dato il suo bel filo da torcere agli allenatori avversari. Ovviamente l’adattamento dal basket molto libero della D-League a quello abbastanza intenso europeo non è facile e, per questo motivo, non è riuscito a essere incisivo come avrebbe potuto a causa di ingenuità come quella di commettere fin da inizio partita falli stupidi che lo condizionano poi nello svolgimento del match. Deve ancora crescere tanto dal punto di vista mentale e tattico, ma la sua stagione, tutto sommato, può essere ritenuta sufficiente.
Arrivato a Caserta con un discreto bagaglio d’esperienza europea, si è subito dimostrato giocatore di grande affidamento e solidità. Nonostante una stazza non enorme, con i suoi movimenti e le sue doti tecniche ha dato tantissimo a Caserta e a tutto il campionato. In alcune fasi della stagione ha subito un po’ dal punto di vista psicologico l’andamento della squadra, ma nel momento chiave si è fatto trovare pronto e ha dato il suo importante contributo. Probabilmente è lui l’mvp stagionale della Pasta Reggia Caserta che ha potuto contare su di un lungo che non può di certo essere estromesso dall’elenco dei migliori di questo campionato per completezza.
LINTON JOHNSON 6
In estate, per motivi anagrafici, non era stato confermato, ma l’andamento difficile della stagione ha spinto, complice anche i bassi costi dell’operazione, la dirigenza casertana a richiamarlo per mettere sotto canestro grinta e presenza a rimbalzo. Non ha di certo fatto la differenza, ma non è stato chiamato di certo per questo: infatti, il suo ruolo era quello di giocatore esperto in grado, soprattutto dal punto di vista mentale, di dare una scossa alla squadra. Nonostante l’età, non ha mai sfigurato in tutte le sue apparizioni in campo e, pertanto, merita assolutamente una sufficienza piena.
SANDRO DELL’AGNELLO 5
Non è stata una stagione facile per lui: infatti, aveva a disposizione un roster decisamente più competitivo di quello della scorsa stagione e, visti anche i primi risultati, qualcuno aveva iniziato a sperare in qualcosa di più di una striminzita salvezza. Il mancato accesso alle Final Eight di Coppa Italia, dopo le prime straordinarie dieci giornate, rappresentano un vero e proprio fallimento, mentre, viste le vicissitudini della seconda metà di stagione, il non aver mai neanche lottato per la post season non risulta particolarmente grave. Molti allenatori hanno visto le proprie panchine saltare per risultati molto meno deludenti di quelli ottenuti dalla Pasta Reggia Caserta nella seconda metà di stagione, ma il patron Iavazzi, dopo la sconfitta interna contro Cantù, ha deciso di accordargli fiducia e alla fine lui, facendo appello alle sue doti caratteriali, ha portato la squadra fuori dalla palude, trascinandola all’obiettivo minimo della salvezza.
Altri protagonisti della stagione di Caserta sono stati giocatori come Jackson e Metreveli che, nel corso della loro esperienza all’ombra della Reggia, non hanno mostrato cose esaltanti. Tyler Bergantino, giovane centro ingaggiato con contratto triennale, ha calcato il parquet per poche partite di pre season prima di tornare in America per problemi fisici e, pertanto, non è valutabile. Una menzione speciale va fatta per Dario Cefarelli che, nonostante i pochi minuti a lui concessi, non si mai fatto trovare impreparato e a Vincenzo Ventrone, giovane aggregato dal settore giovanile che ha mostrato grande personalità nei pochi minuti in cui si è affacciato al basket professionistico.