Umberto Gandini vive da remoto la relazione con il nuovo mondo del basket che lo ha scelto come presidente e come prima cosa ha dovuto decretare la sospensione dei campionati assieme alla Presidenza Federale. Gandini è riuscito a visitare la sede della Legabasket ma la sua attività prosegue da remoto e ha iniziato a conoscere le persone della Lega esclusivamente virtualmente.
“Sto gestendo un’emergenza inaspettata, imprevedibile e imprevista, cercando di fare al meglio quello che puoi fare in queste circostanze. L’obiettivo primario resta quello di tutelare la salute di tutti quelli che sono toccati dalla nostra disciplina: dipendenti della Lega, delle singole società, atleti, allenatori, arbitri, collaboratori, chiunque è parte del mondo basket. Quello che troveremo quando riprenderemo una vita normale, per gradi, per settori e addirittura per regioni, come qualcuno sta pianificando, avrà un impatto pesantissimo su tutte le attività. Non ci saranno attività privilegiate: dovremo tutti fronteggiare la crisi. Crisi intesa come cambiamento e cambiamento spesso ha una commutazione negativa. Nulla sarà come prima ma non necessariamente peggio. C’è la possibilità di migliorare alcune cose, imparare dagli errori passati approfittando di questo periodo di riflessione. Se da un lato abbiamo paura e un sentimento di panico e incertezza, dall’altro stiamo avendo la possibilità di riflettere e di ragionare per cercare di capire quali siano effettivamente le priorità. La cosa più facile sia mettere al centro le persone. In questa situazione nessuno ce la può fare: è necessario lavorare insieme ma nello stesso momento lavorare insieme e condividere dal punto di vista fisico le esperienze ci viene detto che è pericoloso quindi per un certo periodo sarà necessario evitarlo. Anche questo è un conflitto che condizionerà moltissimo le scelte che ci saranno dopo”.
Alla domanda quale comunicazione verrà disegnata per lo sport del futuro, tenendo conto che vivrà in assenza di gioco in campo Umberto Gandini ha risposto che “per un atleta, che sia di basket o di altri sport, quello che conta è la sua performance sportiva che può essere estrapolata in altri contesti, come si sta facendo ora, ma molto fini a se stessi. I club dovranno pensare a contenuti che non siano solo legati all’attività sportiva ma dovrebbero essere sempre di più legati alla vita di tutti i giorni e al sociale e rappresentare quanto voglia dire appartenere ad una tribù, ad una squadra ad un territorio”.
Gandini ha elogiato l’attività della Roma Calcio definendola straordinaria. “Sono stati bravissimi e lo hanno fatto in maniera quasi inaspettata: hanno dimostrato un’attenzione al territorio straordinaria. C’è un legame molto forte tra Roma Calcio e Roma città. Questo collante è molto importante e l’attività verso il sociale è stata straordinaria in questo momento di emergenza nel quale tutti siamo stati chiamati a fare qualcosa”.
Gandini ha infine ipotizzato quello che succederà nel mondo sport con la ripresa delle attività.
“Andrà riscoperta la socialità quando la socialità sarà necessariamente a distanza. Ci sarà la necessità di superare la paura che è stata generata da questa emergenza sanitaria e dal contagio; la necessità di riscoprire piccoli gesti: noi siamo un paese abituati ad avere il contatto fisico con l’amico, il vicino di posto. Quante volte allo stadio o al palazzetto se la squadra vince la partita ti abbracci con il vicino anche se non sai chi sia? Questi sono tutti comportamenti istintivi che mi auguro e spero rimangano ma avranno bisogno di un periodo di adattamento. Probabilmente si riprenderà giocando a porte chiuse, applicare normative che cercheranno di impedire la ripresa del contagio. Ci saranno tutta una serie di variabili che porteranno conseguenze. Prima dell’emergenza non che non ci fossero altri rischi per noi ma eravamo protetti dai vaccini: non ci aspettavamo un nemico sconosciuto. Sarà difficile. Bisognerà ricominciare a vivere, scaglionati, a periodi e questa è una sfida molto importante”.
Sul tema eventi il presidente di Legabasket ha espresso tutta l’attenzione alle persone e al cambiamento che colpirà l’individuo dopo l’emergenza sanitaria.
“Bisognerà ripensare gli eventi in base alle limitazioni che dovremo subire. Guardare gli impianti a disposizione, capire quali saranno le limitazioni e iniziare a ragionare su cosa fare. Da un lato ci sarà la necessità di avere il pubblico presente al più presto possibile perché pensare che si riprenderà e lo si farà a porte chiuse è disarmante ma non dobbiamo dimenticare quello che abbiamo passato e che stiamo passando. Questa situazione ci segnerà parecchio e lo farà soprattutto nei confronti di chi ci governa. Ci vuole molta attenzione e creatività. Importante recuperare il contatto con le persone, cercare di fare nel digitale quello che per un po’ non potrai fare in presenza, lavorare su messaggi e valori rispetto a contenuti agonistici, scoprire e utilizzare di più i testimonial che hai all’interno di una disciplina, parlo in particolare nel basket, e cercare di costruirli come personaggi e utilizzare la loro immagine per stabilire una relazione sempre più intensa rispetto all’assenza dell’esperienza dal vivo. Alla fine di tutto è il mercato che fa le regole. Che mercato avremo? Che tipo di aspettative troveremo dopo l’emergenza? Queste sono domande che verranno fatte su macro temi e poi declinate nelle varie discipline. Sicuramente se oggi lo sport ha una determinata dimensione riguardo al calcio e al basket in Italia, bisognerà fare i conti su come il mercato, che è fatto di persone, reagirà a questa emergenza”.
Il futuro e gli eSport per Gandini sono una sfida aperta “sono sempre stato curioso, avendo fatto 30 anni di sport praticato e visto dal vivo. Ho scoperto questa dimensione importante, interessante e diversa: da attività ludica sta diventando un business ed è molto probabile che per via di quello che ci troveremo ad affrontare quando riprenderemo avrà un’ulteriore spinta in avanti. Già ora piloti di Formula 1 e Moto Gp si sfidano nel gran premio di eSports o i players NBA che giocano a NBA2k o l’idea delle Iene con i giocatori dl passato che giocano a FIFA. Sono idee creative e interessanti per creare nuovi contenuti”.
La frase di chiusura racchiude tutta l’essenza della situazione e la forza di ricominciare:
“Siamo esseri umani, persone. Abbiamo bisogno della presenza. Non tutte le attività che facevamo prima possiamo continuare a farle in smart working. Dobbiamo superare il momento e tornare a incontrarci il più presto possibile”.
La registrazione della puntata è raggiungibile all’indirizzo www.intervallolungo.com