ACQUA VITASNELLA CANTU’ (a cura di Stefano Marzorati) JOHNSON-ODOM 8 – Serie giocata al massimo dal Robocop canturino. Sceglie gara 1 e gara 2 in quel di Mestre per mettere in evidenza tutto il repertorio offensivo portando alla causa 23,5 punti di media e cercando di trascinare una squadra ben poco tonica nella brutta doppia trasferta. In gara 3 e gara 4 la combo biancoblu si cala in panni completamente diversi: talentuoso ed elegante, veste il suo miglior smoking per mostrare al caldo tifo del Pianella quanto possa essere importante. Fa quasi sempre la cosa giusta, smazza per i compagni 3,5 assist di media in due gare e pigia il ferro finché è caldo (roba da dunk contest). Nella sfida decisiva del Taliercio resta moltissimo sul parquet ma subisce la guardia superefficace di Stone che riesce a limitarne la classe concedendogli solo qualche sprazzo nel primo tempo (chiuderà comunque con 14 punti). FELDEINE 8 – Insieme a DJO aggredisce il Taliercio in gara 1 mostrando il carattere e la classe richieste per lasciare il segno nei playoff. Ma quest’anno la laguna è cosa dura per Cantù e gara 2 assume i connotati del peggior film horror. Il dominicano però disputa un ultimo quarto da grido (19 punti in 10 minuti con 5/6 da 3 ) ergendosi a protagonista della clamorosa e quasi completa rimonta biancoblu. La serie si sposta sul colle di Cucciago e la mira del dominicano sbarella leggermente (1/9 in totale da dietro l’arco), forse per colpa del magnitudo 7.0 costantemente inscenato dai supporters di casa. Ma non c’è terremoto (così come statistica) che sia in grado di discuterne la leadership. Comincia gara 5 come se dovesse dominarla. E per un tempo è così. Ma il Taliercio ribolle di passione e la mira del dominicano perde colpi, così come la sua Cantù. Nulla è però in grado di rovinare il giudizio su una serie giocata con intensità e concentrazione. ABASS 7,5 – Il capitano biancoblu approccia la serie con grande intensità difensiva e battendosi come un leone sotto canestro (6 rimbalzi di media a gara) ma soffre la disorganizzazione e la non costruzione di gioco. Risultato? Pessime percentuali, soprattutto dalla lunga, e difficoltà a entrare nel tema (rigorosamente non tattico) della partita. Abbracciato dal calore del suo pubblico Abi scalda la mano e in gara 4 gioca per la prima volta dall’inizio dell’anno una partita da Capitano: nel momento del bisogno diventa glaciale, spietato e trascinatore. La standing ovation all’uscita dal parquet ricorda tanto quelle concesse al buon vecchio Mazza. In gara 5 riprende da dove aveva lasciato. Il Capitano canturino è di gran lunga il migliore in campo per gli ospiti. Il primo a gettare il cuore oltre l’ostacolo, l’ultimo a mollare. JONES 5.5 – La laguna non fa per lui. Minutaggio risicatissimo e contributo degno di nota (piccola però) solo per quanto concerne l’ambito difensivo. Spesso si incaponisce, testa bassa e dritto al ferro, senza però far caso ai corpi umani che si interpongono. Forse eccessiva la punizione riservatagli in gara 2 da coach Sacripanti, 3 soli minuti di gioco e tanta tanta rabbia. Ma come tutte le bombe è destinato a brillare e in gara 3 al Pianella regala 12 punti di pura grinta. Come se non bastasse in entrambe le sfide disputate tra le lamiere del Pianella, l’agente speciale Jones si cala alla perfezione nella missione “Phill Goss”: è superbo nel ruolo difensivo che gli viene ritagliato riuscendo spesso e volentieri a limitare il peggior pericolo per la difesa biancoblu. Indiana Jones. Si torna in laguna e l’apporto offensivo del grillo canturino persiste nel latitare. Meno incisivo anche nella guardia a Goss. Insomma, non è il Jones di gara 3 e i brianzoli pagano dazio. SHERMADINI 6.5 – Inizia forte la sua serie playoff ma si perde presto così come la maggior parte dei compagni. La coperta difensiva è troppo corta e subisce pesantemente il pick ‘n pop di Nelson. Venezia impatta la sfida e poi scappa vincendo sul velluto gara 1. In gara 2 il ruolo del big man è di semplice comparsa e Venezia va via in scioltezza. Per lui il Pianella è una spugna d’acqua gelida sulla nuca dopo una brutta botta in testa. Sherma domina gara 3. 30 di valutazione complessiva e ottima prestazione difensiva sul pick ‘n pop dei mobili lunghi lagunari. E’ addirittura commovente su un cambio difensivo quando piegato sulle ginocchia riesce a contenere in scivolamento il naniforme Goss: è l’immagine emblema della riscossa brianzola. Da rivedere solo l’esultanza. In gara 5 regala 6 punti e 6 rimbalzi in poco più di 20 minuti effettivi, purtroppo non abbastanza per trascinare la squadra in semifinale. BUVA 7 – In perfetta linea con le prestazioni di squadra, la serie di Ivan Buva ha due volti. Bruttino quello della doppia sfida a Mestre in cui tira male, difende maluccio ma si eleva per prestazione a rimbalzo (7,5 di media). Sarebbe servito un grande Buva per girare la serie e il croato risponde presente. Gomiti larghi sotto canestro, piazzati, triple (tra cui quella di peso specifico enorme sulla sirena del terzo quarto in gara 3, capace di ricacciare Venezia a debita distanza), accademico nell’attacco alla zona. In gara 5 è troppo spesso dimenticato in panchina da coach Sacripanti ma riesce comunque ad incidere e in appena 16 minuti non sbaglia praticamente nulla. Forse meriterebbe più fiducia, World Peace permettendo. GENTILE 6 – Che non sia la sua serie si capisce subito da gara 1. Il figlio di Nandokan ha voglia di lasciare il segno ma si incarta e sparacchia dall’arco. In gara 2 nel deserto della prestazione canturina scivola e riporta un trauma contusivo alla spalla sinistra. Gara 3 è decisiva e la cazzimma non gli manca. Non brilla ma d’altra parte cosa gli si può chiedere oltre al già immenso sacrificio nel concedere minuti di riposo ai compagni? In gara 4 tira meno ma si cimenta in una difesa ferrea (apprezzabile la “veloce” al malcapitato Ruzzier) e sulla sirena del terzo quarto regala un buzzer beater da nove metri dopo step back. Se la serie è nata male, si conclude ancora peggio. Poco dopo essersi iscritto alla contesa con un bel “arresto e tiro” accusa un piccolo acciacco ed è costretto ad uscire. Ma quando manca la benzina, la miccia che Ste aveva provato ad accendere non può che spegnersi. WILLIAMS 5.5 – Nasce come un serie non adatta alle sue caratteristiche. Troppo poco tattico e troppo pivot per sacrificarsi sui piazzati dei lunghi veneziani. E infatti nelle prime tre uscite più che lupo pare agnello. Non ne combina una giusta e soffre tremendamente il gioco lagunare. Gara 4 è luna piena e Williams torna lupo. Mannaro. Prestazione efficace in attacco (grazie al post) e adeguata in difesa. Doppia cifra in punti e valutazione e un paio di ululati che fanno vibrare ancora di più le lamiere del Pianella. Carica i suoi sui social prima di gara 5. “Il lupo è affamato” pensano a Cantù. Peccato che finisca come il leone nella celebre canzone dei “The Tockens”: addormentato. E non si sveglia più. Un applauso comunque per la stagione sopra le aspettative. WORLD PEACE 6.5 – Male al Taliercio forse perché troppo preso a mostrare a Tomas Ress che anche a 35 anni si può dominare. Peccato che il risultato sia opposto. Non è il vero World Peace e il 4/14 dall’arco è indicativo delle sue prestazioni. Ma quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Il Pianella è una bolgia e Metta cambia registro anche perché ormai non c’è più margine d’errore: si iscrive praticamente subito alla contesa e guida i suoi all’impresa. Gare come la “bella” al Taliercio sono pane per uno con il suo pedigree. Eppure Metta si intestardisce, segna 10 punti ma sceglie male le conclusioni dal campo. Come se non bastasse cade nelle provocazioni del pubblico di casa e finge di rilanciare verso le tribune una bottiglietta finitagli addosso. La terna non fa sconti e Ron Ron finisce anzitempo il suo campionato. Incorreggibile giocherellone. UMANA REYER VENEZIA (a cura di Andrea Ferronato) STONE 8 – Chiude la serie con l’ennesima prestazione “totale”. Un vero fattore, leader emotivo (e non solo) di questa Reyer. GOSS 7.5 – Il capitano orogranata ha recuperato la forma nel momento più importante della stagione. Quando vede Cantù, si accende e diventa implacabile. VIGGIANO 6.5 – L’italo-americano gioca una positiva serie proseguendo sulla falsariga dell’ottimo finale di regular season. Decisivo in Gara 1. PERIC 4,5 – In grave difficoltà contro l’esperienza e la fisicità di Metta World Peace. Da ritrovare in vista della semifinale contro Reggio. ORTNER 7 – Un diesel. Parte a rilento, poi si scatena nelle ultime due gare risultando determinante anche in fase offensiva (high di 21 punti in gara 4). RUZZIER 5 – Con l’arrivo di Aradori a farne le spese è soprattutto l’ex triestino. Recalcati prova a dargli minuti ma non viene assolutamente ripagato. JACKSON 6.5 – Gregario sottovalutato e poco “pubblicizzato”. Fondamentale per aprire la difesa canturina con le sue incursioni, reattivo e incisivo anche nell’altra metà campo. DULKYS 5 – Vedasi Ruzzier. Il lituano ha poca fiducia nei suoi mezzi e non riesce ad accendersi. Molto impreciso dall’arco dei 6.75 (23%). ARADORI 6 – È al 50% della condizione fisica a causa di un problema alla caviglia e di più non gli si può chiedere. Ottimo esordio in gara 1, si perde nelle sfide del Pianella salvo poi dare un contributo importante nell’ultimo atto. NELSON 5 – Si salva solo in Gara 1 dove risulta l’MVP della partita. Giocare ad alti ritmi ogni due giorni sembra un’impresa per l’Ammiraglio. RESS 7.5 – Giocatore con il DNA vincente e non si scopre di certo oggi. Minutaggio centellinato per l’ex senese a causa di alcuni acciacchi fisici, ma è l’emblema di questa Reyer: sacrificio, sangue e sudore. In Gara 5 piazza il break decisivo con 10 punti in 7′ d’impiego. Immortale.