Siamo oramai giunti all’atto finale di questo campionato di Serie A che ci ha appassionato per tutta la stagione. Sabato sera prenderà il via l’attesa e inedita finale scudetto tra due squadre che da anni fanno vedere ottime cose sui parquet nazionali e, all’occasione, europei. Trento e Venezia sono giunti a questo punto al culmine di un progetto che ha portato entrambe a crescere anno dopo anno e a giocarsi questo scudetto che rappresenterebbe una vera e propria impresa.
La Dolomiti Energia Trento arriva a questa finale dopo una seconda parte di stagione disputata in maniera sensazionale. La scorsa estate, in seguito alla forzata rinuncia alle coppe europee, il budget della formazione di coach Buscaglia era stato ridimensionato e gran parte del roster cambiato. La prima metà di stagione è servita da assestamento dopo la rivoluzione vissuta in estate, ma quell’idea di pallacanestro costruita con coraggio negli anni e la solita efficacia negli interventi sul mercato ha permesso a Trento di iniziare a correre fin dagli inizi del giorne di ritorno, inanellando ben tredici vittorie in regular season e una sola sconfitta ai playoff.
È superfluo ricordare quanto siano fondamentali negli equilibri di questa squadra giocatori come Forray e Craft che, soprattutto contro Milano in semifinale, hanno offerto prove nettamente superiori rispetto a quanto la mera lettura delle statistiche potrebbe portare a pensare. L’attitudine difensiva e la capacità di fare sempre la scelta giusta di questi due giocatori rappresentano la perfezione in un sistema così consolidato come quello di coach Buscaglia. Ovviamente c’è anche bisogno del talento che è messo a disposizione, seppure non con eccessiva continuità, da giocatori come Dustin Hogue e Dominique Sutton.
Dall’altra parte della barricata ci sarà una Reyer Venezia che, dopo anni di investimenti e inseguimento, è finalmente arrivata a giocarsi l’obiettivo che in tutti questi anni ha sognato. Dal punto di vista tecnico Venezia si fa certamente preferire per tasso tecnico ed esperienza e anche il gioco che Walter De Raffaele è riuscito a dare alla squadra è assolutamente di buon livello, come dimostra anche il raggiungimento delle Final Four di Champions League. Anche il fattore campo potrebbe essere decisivo in una serie del genere e questo è un ulteriore elemento a favore dei lagunari. Nella serie contro Avellino si è vista tutta la solidità di cui è dotato il roster a disposizione di coach De Raffaele, solidità frutto soprattutto dell’esperienza di giocatori del livello di Hrvoje Peric, Marquez Haynes ed Esteban Batista che, dopo un periodo di ambientazione non facile dovuto anche a qualche problema fisico, si è rivelato essere una pedina molto importante nello scacchiere veneziano.
La ragione dice che Venezia dovrebbe vincere in maniera sufficientemente agile, ma in playoff del genere in cui i pronostici hanno sempre lasciato il tempo che trovavano, è sostanzialmente impossibile non attendersi una serie ricca di emozioni e colpi di scena. Gli unici sicuri vincitori saranno i concetti di programmazione e continuità tecnica che troppo spesso vengono messi da parte in nome della voglia di avere tutto e subito.