La Virtus Bologna espugna il Forum e conquista la vetta della classifica. I bianconeri hanno dominato per un tempo, poi hanno subito la reazione di Milano, ma negli ultimi minuti hanno fatto quel tanto che bastava per portare a casa la vittoria e il primo posto in classifica.
La partita è stata condizionata dal fatto che troppo pochi sono stati i giocatori che hanno reso al meglio e dal fatto che, mentalmente, entrambe le squadre sono state molto ondivaghe. Se si dovessero guardare le cose dal punto di vista della pura analisi cestistica, la Virtus ha molte più armi rispetto a Milano, si vede che è una squadra più coerente e lineare. Però, quando gli uomini di Messina hanno messo la loro miglior fiducia in se stessi in campo, la Virtus ha subito e ha vinto solo perché, nel finale, ne aveva giusto un pochino di più dal punto di vista prettamente atletico.
Difficile vedere questa gara come una possibile fonte di indicazioni pr un’eventuale finale scudetto. I roster dovrebbero essere molto diversi e non è prevedibile quale sarà la condizione fisica di entrambe le squadre. Intanto la Virtus incassa la vittoria che probabilmente le darà il fattore campo: l’anno scorso non le è servito, ma non è che possono vincere sempre le squadre che giocano in trasferta.
Quintetto Milano: Melli, Baron, Napier, Ricci, Voigtmann
Quintetto Virtus: Mannion, Belinelli, Bako, Shengelia, Abass
C’è il clima delle grandi occasioni al Forum, con l’impianto di Assago tutto esaurito in prevendita. Peccato per le assenze importanti, da una parte e dall’altra. A Milano mancano Pangos, Shields, Datome e Biligha, mentre Bologna è priva di Teodosic, Ojeleye, Cordinier e Pajola. Inoltre, per il turnover a cui è costretto Messina, non sono della partita nemmeno Luwawu-Cabarrot e Thomas. L’esclusione del francese potrebbe sorprendere, visto che all’andata era stato un rebus irrisolvibile per la difesa virtussina, ma evidentemente il coach milanese preferisce un roster più profondo tra i portatori di palla e sotto canestro. Milano inizia in difesa con Melli su Shengelia e Voigtmann su Bako, mentre Scariolo sceglie di mettere il suo peggior difensore, Belinelli, su Ricci, nonostante la differenza di taglia fisica, probabilmente immaginando che l’ex di turno non sia comunque così pericoloso in attacco e ritenendo più importante che Abass oscuri la vallata a Baron. Gli ospiti iniziano meglio portandosi subito sullo 0-5 perché Milano non riesce a sviluppare i propri giochi e deve accontentarsi di tiri da fuori, che non entrano. Scariolo, però, deve fare i conti con due falli di Bako e deve sostituirlo con Jaiteh, ma comunque Milano continua a fare molta fatica in attacco e il vantaggio esterno aumenta ancora sul 2-9. Milano segna solo dalla lunetta e non è già sotto in modo importante solo grazie ad alcune buone giocate difensive a protezione del canestro. Messina, allora, capisce che finora non è la partita di Ricci e al suo posto mette Tonut, coi risultati che si vedono subito. L’attacco milanese può aprire molto meglio il campo e avere più spazi e maggior pericolosità, e il ritardo si assottiglia. Dall’altra parte, però, Belinelli ha la mano bollente e solo grazie a lui le V nere tornano a un discreto vantaggio (10-18). Negli ultimi 3’ del quarto, si avvia una vera e propria girandola di sostituzioni per entrambe le squadre, e nessuno dei nuovi entrati fa niente di rilevante, ma l’attacco di casa continua ad avere grossi problemi, così, fisiologicamente, arriva la prima doppia cifra di vantaggio per la Virtus sul 13-24. Il quarto si chiude con un eloquente 15-26 e Milano appare letteralmente soggiogata da una Virtus che non fa nulla di particolare dal punto di vista tattico, ma è più fisica e più convinta.
L’inizio del secondo quarto conferma ciò che si è visto nel primo. Il problema di Milano è che certamente non può competere con la Virtus in termini di impatto fisico e deve quindi lavorare su spaziature, velocità e reattività, ma siccome questo assetto l’aveva trovato con Pangos e Napier in campo assieme, e Pangos non c’è, non appare esserci un’alternativa, e questo si traduce anche nel fatto che i bianconeri mettono le mani su quasi ogni palla vagante o rimbalzo. Melli e Baron provano a metterci tutta la leadership che hanno per dare la scossa al resto della squadra, ma gli ospiti arrivano addirittura al +16 (18-34). Messina ha bisogno di minacce dal perimetro e prova addirittura con Alviti, ma poi la palla deve anche girare velocemente, e quando non c’è Napier, che non può certo giocare 40 minuti, questo non succede. I padroni di casa piazzano sì un 8-0 di parziale, ma non danno la sensazione di aver davvero invertito la tendenza, e infatti un 3+1 di Mannion rimette la doppia cifra di vantaggio. Per ogni assetto proposto da Messina, Scariolo ha sempre la soluzione giusta, quantomeno sulla carta, e l’unica speranza che può avere Milano è quella di gettare il cuore oltre l’ostacolo e augurarsi che i meccanismi mentali bolognesi si inceppino, perché se il campo restituisse semplicemente i risultati della pura analisi cestistica, non ci sarebbe proprio partita. Per ora, i vari Mannion, Belinelli e Shengelia si mantengono lucidi quanto basta, e, anche se il pubblico di casa alza il volume del tifo e Napier attacca con costrutto la difesa avversaria in penetrazione, il vantaggio ospite non è mai in discussione. Si va all’intervallo lungo sul 36-49. Milano ha un improponibile 2/10 da 3 ed è sotto 15-10 a rimbalzo e, ripetiamo, se non trova il modo di darsi una spinta dal punto di vista mentale, andrà incontro a una sconfitta di proporzioni importanti.

Davies e Napier ci provano subito, a dare una scossa, e Scariolo capisce che c’è il rischio di un’inversione di tendenza e chiama time out dopo meno di un minuto. Il coach virtussino prova anche lui ad alleggerire il quintetto per non permettere a Davies di sfruttare il suo raggio di tiro, ma così fa in modo che la difesa avversaria sia più adatta a marcare i suoi, e la reazione milanese è servita, accompagnata da un tifo molto caldo. La Virtus prova a rallentare i ritmi, ma l’inerzia è tutta per Milano che inizia il quarto con un 11-0 e riapre i giochi. Scariolo insiste con un quintetto perfettamente marcabile dalla difesa di Messina e non lo cambia nemmeno quando arriva un solo punto per i primi 5’ del quarto. Anche quando, finalmente, viene rimesso Jaiteh, Milano continua ad avere tutta l’inerzia del mondo, e solo un paio di errori di esecuzione in attacco non le permettono un vantaggio più ampio rispetto al 51-50, che comunque è un risultato già notevole, essendo frutto di un 15-1. I padroni di casa hanno la colpa di non aumentare ulteriormente il divario a proprio favore e gli errori di esecuzione offensiva iniziano a diventare troppi. Scariolo rimette anche Mannion, che era stato molto positivo nel primo tempo, e Weems, che il suo l’aveva fatto, ma i punti segnati dal suo attacco sono solo 3 in 8 minuti prima che Weems ne metta 5. Il quarto si chiude sul 55-57, e nonostante il parziale di 19-8, è un affare per la Virtus, per quanto si è visto in campo.
L’inizio dell’ultimo quarto vede Milano nuovamente in difficoltà, perché il quintetto in campo per la Virtus (Mannion, Weems, Lundberg, Shengelia e Jaiteh) è proprio quello che ci vuole per dare fastidio all’attacco di casa. Gli uomini di Messina in difesa tengono discretamente, ma ora sono loro a non riuscire a segnare, soprattutto perché Napier deve riposare e la regia di Mitrou-Long è inesistente. Dopo 2 minuti e mezzo, il coach di casa decide che Napier ha riposato abbastanza, ma il fuoco offensivo non si riaccende e la Virtus mantiene sempre un leggero vantaggio. Baron e Napier non ci stanno e riportano la propria squadra a un solo punto, sul 64-65 a meno di 4’ dalla sirena finale, e in realtà entrambe le squadre arrivano al finale di gara col fiato corto e con scarsa lucidità nelle giocate. Alla Virtus bastano due liberi di Hackett e una tripla di Lundberg per scavare un solco che appare incolmabile sul 64-70 a poco più di 2’ dalla fine. Una tripla di Napier che potrebbe riaprire tutto gira beffardamente sul ferro, e dall’altra parte Shengelia cattura un rimbalzo in attacco e segna quello che sembrerebbe il canestro decisivo sul 66-72 a 1 solo minuto dal termine. Baron è l’ultimo ad arrendersi ma non basta. Finisce 69-75.
EA7 EMPORIO ARMANI MILANO – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 69-75
TABELLINO MILANO: Davies 4, Mitrou-Long, Tonut 7, Melli 9, Rapetti ne, Baron 20, Napier 16, Ricci, Baldasso ne, Alviti 2, Hines 9, Voigtmann 2
TABELLINO BOLOGNA: Mannion 11, Belinelli 12, Bako 2, Jaiteh 3, Lundberg 8, Shengelia 11, Hackett 9, Menalo ne, Mickey 6, Camara ne, Weems 10, Abass 3
PARZIALI: 15-26, 21-23, 19-8, 14-18
PROGRESSIVI: 15-26, 36-49, 55-57, 69-75
BASKETINSIDE MVP: Marco Belinelli