“Le giocatrici sono prima di tutto delle persone”. Ce lo ripetiamo spesso, ma a volte non abbiamo il tempo di approfondire e ci fermiamo ai numeri e alle prestazioni che ci fornisce il campo. Per questo motivo abbiamo colto l´occasione per fare due chiacchere con Giulia Rulli, che in questo mese di dicembre ha raggiunto un´importante traguardo conseguendo la laurea in Psicologia. E´ stata un´importante occasione per guardare dentro la vita di un atleta, per capire cosa sta dietro a successi e sacrifici.
1. Ciao Giulia, un altro obiettivo raggiunto sul finire di un 2017 direi ricco di emozioni. Ci vuoi raccontare quest´ultima?
Dire che sia stata una singola emozione credo che non renda l´idea. E´ stato un mix variegato di emozioni di ogni sorta. Finalmente il tanto agognato alloro in testa, che non è niente affatto un punto di arrivo, ma un punto di partenza. In questi anni ci sono state diverse difficoltà, tra cambi di squadre, quindi città e sedi universitarie, che hanno rallentato il mio percorso. Importante però è stato non arrendersi e proseguire, “against all odds”.
2. La vita da giocatrice-istruttrice e al tempo stesso studente è possibile, e ormai sempre più diffusa tra l´altro. Giocatrice e studente è un binomio possibile quindi?
Ormai credo che il binomio giocatrice – studente sia una necessità, oltre che una scelta. Nel periodo storico in cui ci troviamo, giocare a pallacanestro e costruirsi parallelamente un futuro sul quale puntare una volta appese le scarpette al chiodo, credo sia di importanza vitale. Se poi si vogliono “complicare” ancora di più le cose, si inserisce anche il voler fare l´istruttrice di minibasket, tanto per non annoiarsi!
Ho iniziato a fare l´istruttrice di mini basket 3 anni fa. Inizialmente forse ero un po´ scettica, ma pian piano è diventato un ruolo di cui non son riuscita a fare a meno. Le emozioni che regalano i bimbi sul campo di gioco sono impagabili, soprattutto quando imparano a fare qualcosa, che sia arrivare a fare canestro quando mesi prima non riuscivano a toccare neanche il ferro o finalmente un terzo tempo con i piedi giusti, cosa che qualche tempo prima consideravi quasi insperata.
3. Ora, terminata l´università, si aprono nuovi spazi nella tua vita. Cosa pensi di fare?
Purtroppo non è ancora giunto il momento di iniziare a fare qualcosa di “concreto”. Ho terminato la triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche, ma son attualmente iscritta ai corsi singoli della laurea magistrale in Bicocca, a Milano. Dal prossimo ottobre mi iscriverò ufficialmente al primo anno di corso, cosa che fino alla seduta di laurea non mi era possibile fare. Inoltre dalla scorsa stagione che mi sto informando su dei master in Psicologia dello Sport e ultimamente sto valutando di frequentare un corso di inglese per ottenere un´altra certificazione, oltre a quella basica presa qualche anno fa.
4. Sei da poco più di 12 mesi a Costa Masnaga. Quanto ti senti diversa e quanto invece sei sempre la stessa di prima?
Dopo 12 mesi a Costa, devo parlare di una differenza fondamentale: prima mi sembrava strano essere qui, senza un filo di traffico e in questo paesino tranquillo; ora invece, quando torno a Roma e malauguratamente arrivo in stazione all´ora di punta e impiego un´ora per arrivare a casa, penso che alla fine i piccoli paesini della Brianza non siano poi così male! A parte gli scherzi, credo di essere la stessa dello scorso anno, forse con un pochino di diffidenza in meno. Soprattutto nei confronti delle persone. Che siano gli allenatori o le compagne di squadra, così come gli abitanti di Costa. Inizialmente per me era strano avere un allenatore che cercasse costantemente un confronto, mentre ora ho capito che può essere uno strumento per crescere e migliorarsi. Allo stesso modo ho imparato a spendere qualche momento in più con le persone. Vivendo in una metropoli, dove si è perennemente in ritardo e non si ha tempo per l´altro, è difficile scambiare due parole anche con i propri vicini di casa. Qui ho imparato a guardare e a dare ancor più attenzione all´altro, che sia per due chiacchiere sulla partita del sabato sera, o per dire semplicemente “Buongiorno”. Sono piccole cose che fanno piacere.
5. Un punto sulla stagione in corso. Come la stai vivendo?
La nostra stagione credo che fino ad ora possa considerarsi positiva. Ne parlavamo la settimana scorsa, dopo la bruciante sconfitta con Sanga. Rispetto alla scorsa stagione siamo migliorate sotto molti aspetti, sia come giocatrici che come gruppo. E´ stata integrata una sola giocatrice nuova rispetto all´organico dello scorso anno e questo credo ci abbia concesso di riuscire a giocare bene insieme, senza quei primi mesi di rodaggio di cui necessitano squadre che cambiano 3/4 giocatrici ogni stagione. Purtroppo però dei cali di tensione e alcuni errori in momenti critici ci sono costati due sconfitte. Credo comunque che saremo in grado di imparare dai nostri errori e proseguire per la nostra strada. Per quanto mi riguarda quest´anno sto iniziando a giocare allontanandomi sempre un po´ di più da canestro. E´ una scommessa che ho voluto fare con me stessa e che Gabriele ha condiviso con me, puntandoci altrettanto. Il cambio di dimensione non è da poco, in difesa soprattutto. Le cose che danno soddisfazione però costano fatica, che sia una laurea o una scommessa da vincere con se stessi.
Uff.Stampa Basket Costa