L’ultimo, storico exploit di Luka Dončić ha impressionato Roberto Carmenati, che però non si è scomposto troppo. “Se lo vedevi giocare da ragazzino si capiva che era un predestinato”, ci ha confidato Carmenati, facendo intendere che record e imprese sono alla portata dell’asso sloveno.
Ci racconti di quella volta in cui il Real Madrid puntò i fari sull’astro nascente sloveno…
Ancora giovanissimo, Luka partecipò al torneo giovanile internazionale di Ostia con la squadra giovanile dell’epoca – l’Olimpija Ljubljana. Oltre ad essersi distinto per dei canestri e degli assist degni di un giocatore professionista, con la sua squadra riuscì a mettere a segno ben 54 punti nella finale, attirando su di sé inevitabilmente l’interesse del Real Madrid, che sin da subito capì che si trattava di un talento che non poteva farsi sfuggire.
Adesso è un giocatore formato, che detta gli standard ai giocatori professionisti. Cosa riesce a trasmettere Dončić all’NBA?
Oggi Luka Dončić è indiscutibilmente tra i tre giocatori di basket più forti e popolari al mondo. Della pallacanestro europea ha portato con sé negli Stati Uniti due elementi fondamentali: il gioco di squadra e una conoscenza “europea” di questo bellissimo sport. In sintesi, è portatore della migliore cultura cestistica europea.
Riusciamo a trovargli qualche difetto?
Come si dice in America, il suo limite in questo momento è solo il cielo. Sta crescendo di anno in anno. A mio avviso è destinato a dominare l’NBA per il prossimo decennio. Spero che riuscirà a conquistare qualche anello da campione.
Se lo meriterebbe.
Per ultimo, lo vedremo mai indossare nuovamente la maglia di qualche club europeo?
Per lui vedo al momento una lunga carriera in NBA. È troppo presto per prevedere un suo ritorno in Europa.