È stata una presentazione veramente a 360° quella fatta in serata da Sergio Tavčar per lanciare il suo nuovo libro “L’uomo che raccontava il basket” (appena uscito per Bottega Errante Edizioni e in libreria a partire dai prossimi giorni). Il pubblico appassionato sia di basket che di storia contemporanea ha letteralmente invaso gli spazi della Biblioteca comunale “Guglia” di Muggia, per poter sentire dal vivo le parole del carismatico giornalista.
Oltre a presentare il libro, nel corso della serata muggesana Tavčar si è soffermato anche sull’EuroBasket, vinto dalla Spagna di coach Scariolo. Secondo Tavčar, “la Spagna ha vinto il torneo europeo perché è stata la nazionale più compatta: lo spogliatoio ha fatto la differenza, lo si è visto eccome…”.
Nel corso della bella serata, l’autore del suddetto libro non ha però nascosto la delusione per il grande flop della “sua” Slovenia: “nel 2017 la Slovenia ha vinto come collettivo. Sotto la guida di Goran Dragić il team sloveno ha funzionato alla perfezione come un orologio svizzero… Stavolta invece, pur con la stella più forte del torneo, ma anche con delle gerarchie in campo ben diverse rispetto a cinque anni fa e un gioco molto più all’americana, la Slovenia si è sfaldata”… Questo, in sintesi, il giudizio del famoso telecronista che ha lavorato per molti anni a TeleCapodistria.
Alla domanda dei presenti sulla forza della scuola di basket jugoslava in passato, Tavčar è stato categorico nella risposta: il basket in Jugoslavia ha avuto radici profonde, a partire da quando la Zara italiana da un lato e la Slovenia dall’altro hanno inciso sulla sua storia. Il vero detonatore della potenza della pallacanestro jugoslava è stata però la Dalmazia, soprattutto con le squadre di Spalato e Sebenico.
Eppure, in base alla lucida analisi di Tavčar, “oggi la scuola jugoslava di basket è in pieno declino: lo dimostrano proprio i risultati agli ultimi Europei con la Bosnia che è uscita subito, la Croazia, il Montenegro e la Serbia eliminati agli ottavi e, infine, con la mesta uscita della Slovenia contro la Polonia ai quarti”… Le scuole cestistiche vincenti sarebbero al momento due – quella spagnola e quella baltica. Intrigante è anche la realtà tedesca.
“L’uomo che raccontava il basket” si basa su alcuni precedenti scritti dell’autore triestino. Il libro è particolarmente adatto a chi desidera conoscere più da vicino lo sviluppo della pallacanestro nell’ex Jugoslavia, ma anche per capire le dinamiche politiche che hanno fatto della Jugoslavia una sorta di “miracolo socio-economico” per alcuni decenni, fino alla sua inevitabile disgregazione non appena sono riapparsi con prepotenza i nazionalismi. Buona lettura!